Leone d'oro ad Ang Lee, Pitt e la Blanchett migliori attori

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@talia@
00mercoledì 12 settembre 2007 00:00

'Lust, Caution' è una coproduzione americana-cinese-taiwanese. Lee aveva già vinto nel 2005 con 'I segreti di Brokeback Mountain'. Il Gran premio della Giuria è andato a due registi a pari merito, ad Abdellatif Kechiche per 'La Graine et le mulet' e a Todd Haynes per 'I'm not there'. Italia senza premi

Venezia, 8 settembre 2007 - Ang Lee trionfa per la seconda volta a Venezia con il suo "Lust, Caution" che vince il Leone d'oro per il miglior film alla 64esima edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica. La serata della premiazione, condotta da Stefania Sandrelli, ha riservato più di qualche sorpresa.

In sala stampa all'annuncio del Leone d'oro consegnato per la seconda volta ad Ang Lee, dopo la vittoria per 'Brokeback Mountain' nel 2005,si è levato un grido di disappunto da parte dei numerosi giornalisti che seguivano la cerimonia. Tuttavia il giudizio della giuria presieduta da Zhang Yimou, che per la seconda volta dal 1983 era composta interamente da registi, ha dato così il suo inappellabile verdetto finale.


"Lust, Caution" racconta la storia di una donna, la bellissima Tang Wei che si trova coinvolta in un pericoloso gioco di intrighi insieme a Mr. Yee, Tony Leung, una potente figura politica nella Shangai degli anni Quaranta. Le scene di sesso esplicite e sensualissime hanno contraddistinto l'opera di Lee che si è aggiudicata anche l'Osella per la migliore fotografia consegnata al brasiliano Rodrigo Prieto.


Il Leone d'argento è andato a Brian De Palma e al suo "Redacted", film documento sulle conseguenze della guerra in Iraq. La trama ruota attorno a un gruppo di soldati statunitensi di stanza in Iraq e sullo stress che il conflitto infligge loro. De Palma parte da un fatto reale, lo stupro di una ragazzina di 14 anni e il massacro della sua famiglia, per fare luce su una guerra raccontata dai media attraverso imbarazzanti omissioni.


Il premio speciale della Giuria per questa edizione del Festival veneziano ha avuto un ex aequo: "La Graine et le mulet" del regista franco-tunisismo Abdellatif Kechiche e "I'm not there" di Todd Haynes. Entrambi portano a casa altri due premi rispettivamente il Premio Marcello Mastroianni per la giovane attrice emergente, la splendida Hafsia Herzi che nel film di Kechiche seduce con una conturbante danza del ventre, e la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile a Cate Blanchett, per la straordinaria immedesimazione in Bob Dylan.


"Le Graine et le mulet" che sin dall'inizio aveva messo d'accordo pubblico e critica sembrava essere candidato al Leone d'oro. Il film racconta la storia di un immigrato tunisino in Francia, il signor Slimani che stanco di lavorare al porto coltiva il sogno di aprire un ristorante galleggiante la cui specialità è il cous cous al pesce, da qui il titolo del film. Questo progetto dovrà servire anche a rimettere insieme la sua famiglia.


Il regista Kechiche è apparso commosso nel ritirare il premio e ha lungamente ringraziato la troupe, i suoi attori non professionisti e la regista Catherine Breillat che gli ha consegnato il premio e lo ha incoraggiato in passato a perseguire nella sua carriera.


Con "I'm not there", premio speciale della giuria, Todd Haynes ha voluto raccontare Bob Dylan, icona del rock impegnato, declinando le sfaccettature prismatiche del 'menestrello'.Con un cast stellare, Richard Gere, Cate Blanchett, Heath Ledger, Christian Bale,Charlotte Gainsbourg, Julianne Moore, la pellicola di Haynes fa intraprendre un viaggio nel Dylan incoglibile.


Splendida e indimenticabile l'interpretazione di Cate Blanchett Coppa Volpi,di un giovane Dylan tormentato e androgino. A ritirare il premio è stato Heath Ledger, clownesco in bermuda, calzini a righe bianchi e rossi e l'immancabile cappello. Ledger ha letto un messaggio di Cate Blanchett che si è scusa per non essere presente a causa di un film che sta girando a Los Angeles. Altro colpo di scena in questa serata di Leoni inaspettati. Fino all'ultimo si sussuravano i nomi di Michael Caine ("Sleuth" di Kenneth Branagh) o Casey Affleck ( Roberto Ford ne The Assassinitation of Jesse James..) per la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile.


La giuria,invece, ha stravolto i pronostici premiando Brad Pitt, interprete e produttore de "The Assassination of Jesse James By the coward Robert Ford" del regista canadese, Andrew Dominik. Per Pitt, anche lui assente, ha ritirato il premio la sua assistente Sue Kroll che ha trasmesso i ringraziamenti del bel Brad impegnato per la presentazione del film negli Stati Uniti. La pellicola di Dominik è incentrata sulla figura del bandito Jesse James e sugli ultimi giorni del fuorilegge del West stanco e malato, ucciso dal giovane Robert Ford con un colpo di pistola alle spalle.


L'Osella per la migliore sceneggiatura è andata a Paul Laverty che ha scritto il film di Ken Loach "It's a free world", mentre il Leone Speciale per l'insieme dell'opera è stato consegnato a Nikita Mikhalkov e al suo "12" per il quale ci si aspettava, secondo rumours, il Leone d'oro come miglior film. Il film del regista russo è un remake residuale del film di Sidney Lumet "La parola ai giurati". Nella pellicola di Mikhalkov l'ambientazione è nella Russia in conflitto con la Cecenia e il ragazzo da giudicare è appunto un ceceno accusato di avere ucciso il patrigno ex ufficiale dell'esercito coinvolto nelle operazioni in Cecenia.


Ma la standing ovation, il lunghissimo applauso del pubblico della Sala Grande e della sala stampa, è stato tutto per Bernardo Bertolucci premiato col Leone d'oro del 75esimo, il Leone d'oro alle 75 candeline che spegne quest'anno il festival di Venezia. L'ingresso del regista di "Novecento" ha commosso e al contempo elettrizzato la sala. Bertolucci ha ricevuto il Leone dalle mani di due autorevoli colleghi: Jonathan Demme e Abbas Kiarostami. "Quante emozioni - ha affermato il maestro - questo premio contiene tutti gli attori, i registi e i film che sono passati da Venezia".


Italia senza premi a Venezia 64. Il verdetto della giuria, tutta composta di registi e presieduta da Zhang Yimou, ha bocciato tutti e tre i film italiani in gara: Nessuna qualita' agli eroi di Paolo Franchi, Il dolce e l'amaro di Andrea Porporati, L'ora di punta di Vincenzo Marra. E l'opera prima del messicano Pla' (La Zona) e' stata preferita all'esordio nella regia di Andrea Molaioli, con La ragazza del Lago, selezionato nella Settimana della Critica e che avrebbe potuto vincere il Leone del Futuro, il premio Venezia Opera Prima 'Luigi De Laurentiis', assegnato trasversalmente alle diverse sezioni della Mostra del cinema.


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