CRONACA : Welby, fermezza come nel caso Moro?

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Debbyna1972
00domenica 17 dicembre 2006 12:19
Sabato 16.12.2006 14:00

Siamo forse alla stretta finale del caso che vede al centro Piergiorgio Welby, copresidente dell'associazione "Luca Coscioni" da anni aiutato a vivere da una macchina. Attraverso i suoi piccoli gesti, quelli che gli permettono ancora di essere nel mondo, far conoscere il suo pensiero, ha fatto sapere a Marco Pannella di essere stremato, di non potercela fare più mentre le sue condizioni continuano ad aggravarsi.



In questi giorni Piergiorgio si è paragonato ad Aldo Moro, vittima anche lui della ragion di Stato. Con una differenza, però: Moro lottava per vivere, per tornare alla sua famiglia, Welby lotta per poter morire. Allora, come ora, ci sono quelli della fermezza, convinti per vari motivi che Piergiorgio non debba morire; e quelli non tanto della "trattativa" (con chi trattare, con le proprie coscienze?, il senso comune?, la legge morale, divina o dello Stato?).

Chiamiamoli come quelli a favore dell'eutanasia per Welby. E così ancora una volta avremo costruito l'ennesimo provincialismo all'italiana. Dove bisogna per forza dividersi: nel 1978 si trattò di fermezza e trattativa, oggi - in un Paese più indifferente (il giorno in cui Moro fu rapito i fornai, a Roma, esaurirono il pane e la gente svuotò i supermercati) - quest'attesa appare vigliacca. Perché passi che a tanti di questa storia non importi nulla: ma è drammatico che mentre ci si divide, mentre qualcuno accusa i Radicali di essere colpevoli di strumentalizzazione della vicenda umana di un moribondo, Piergiorgio continui ad affondare e nessuno faccia niente. Ormai lui stesso sa che è finita, è solo questione di tempo: solo i progressi tecnici lo tengono in vita.

Ecco, l'agonia lo accomuna a Moro. Che passò quei giorni tra l'inverno e la primavera, segnati dall'asfalto livido e i gessetti della Scientifica, l'Alfetta sventrata di Via Fani e la Renault 4 aperta come una lattina di Via Caetani, scrivendo lettere e chiedendo a tutti di ponderare la cosa "a prescindere dal caso personale". Si vedeva da fuori, lui recluso là dentro, e ragionava, chiedendo il diritto di essere ascoltato. Così Welby, chiuso dentro il suo letto, la sua giornata (come si vive "parlando" a colpi di battiti di ciglia?), chiede di esserne fuori. Di essere libero, in definitiva, proprio come voleva esserlo Moro anche se per altri motivi e desideri.

Ma, come si è detto, il tempo passa e nessuno fa niente. I giudici hanno dichiarato inammissibile il ricorso di Piergiorgio, il Consiglio Superiore di Sanità ha promesso di rispondere "sì" o "no" alla domanda se questo sia un caso di accanimento terapeutico (e dunque sia legittimo staccare la spina a Welby) entro Natale. Vogliamo malignare: forse qualcuno spera già che Piergiorgio scompaia prima di queste decisioni. Per continuare a scegliere di non scegliere, che è il reato (oltre che il peccato, se vogliamo guardarla in termini morali) più grave da commettere. Perché chi ha un potere e non si assume una responsabilità, non la esercita e si tira indietro, compie un gesto vigliacco.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 13:45.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com