CINEMA : Massimo Boldi come Forrest Gump nel nuovo film di Vanzina

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Debbyna1972
00martedì 12 dicembre 2006 00:14
Lunedí 11.12.2006 17:23

ROMA - Sta per cominciare l’indigestione dei ‘panettoni’ di Natale. A dare il via oggi a Roma i fratelli Vanzina con il loro nuovo film "Olé" insieme a tutto il cast a cominciare da Massimo Boldi (orfano di De Sica), Vincenzo Salemme, Natalia Estrada, Enzo Salvi e Francesca Lodo.
Nonostante l’uscita natalizia il film non è il classico che gli spettatori possono aspettarsi. La storia è quella di una rivalità di due professori che accompagnano i loro studenti in gita scolastica in alcune delle più famose località d’arte spagnole: Madrid, Toledo e Valencia con un’incursione a Ibiza. I due (Boldi e Salemme) si detestano per una vecchia ruggine nata tra loro dieci anni prima a causa di una donna contesa. La rivalità si ripropone in Spagna a causa di un’affascinante insegnante americana (una sorprendente Daryl Hannah) anche lei in gita scolastica. Equivoci, battibecchi e gag si alternano, lasciando sullo sfondo una delicata storia sentimentale. Un film diverso dai soliti interpretati dall’ex inossidabile coppia Boldi-De Sica. Ed è lo stesso Massimo Boldi a parlarcene.
Boldi, il divorzio ormai è compiuto…
“Quest’anno per il sottoscritto è un ‘nuovo anno’. Si apre per me una nuova carriera. Ventidue anni con la Filmauro e De Sica se ci pensate per me sono una vita intera”.

Si è tanto parlato della vostra separazione artistica. Vogliamo mettere la parola fine a tutte le polemiche?
“Per me polemiche non ci sono mai state. Dopo la morte di mia moglie per me si è rotto qualcosa. Sentivo che doveva cambiare la mia vita e i fratelli Vanzina hanno accolto la mia voglia di cambiamento. In questo film ho cercato di dare quello che non riuscivo più dare anche grazie ad uno straordinario cast, a cominciare da Salemme. E’ stato per me un compagno ideale. Ho ritrovato grazie a lui la serenità e la voglia di lavorare cercando di trasmettere divertimento al pubblico”.


In cosa è diverso questo film dai tradizionali ‘panettoni’ firmati Neri Parenti?
“Io non ho lavorato con tanti registi. Ho lavorato soprattutto con i Vanzina e con Parenti. I Vanzina scrivono pensando soprattutto all’attore, cercando di calibrare il ruolo di tutti i protagonisti del film. Con Neri Parenti – soprattutto negli ultimi anni – il ruolo principale è passato al produttore. Negli ultimi film c’erano troppe teste che volevano suggerire come lavorare. Si stavano mischiando troppo le carte e io non mi ci ritrovavo più. Non c’era più la storia, si costruiva il film attraverso le gag che sicuramente fanno ridere ma non era più un film vero. Io in particolare negli ultimi film mi sentivo molto a disagio, c’erano delle volgarità portate al limite e non mi sono più ritrovato. Negli ultimi tempi c’era una forte competizione tra gli attori per arrivare a dire la battuta che facesse di ridere di più”.
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