5 giornate a Nedved : Adesso basta!

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Debbyna1972
00giovedì 7 dicembre 2006 23:52
Notizia del 6 dicembre 2006 - 10:32

Cinque giornate a Nedved. Non è che la Juve ora è perseguitata dagli arbitri?

Vergognosa decisione del giudice sportivo che sulla base della delirante denuncia di Farina ha inflitto una pena folle al centrocampista ceko.

Soltanto ieri il presidente Giovanni Cobolli Gigli aveva negato l'esistenza di qualsiasi dossier arbitrale che potesse avvalorare la tesi di un complotto, o quantomeno di un accanimento dei direttori di gara nei confronti della Juventus. "Dobbiamo continuare a esercitare le funzioni critiche, ma bisogna cercare di dare una mano alla classe arbitrale - aveva detto -. In tutto questo periodo gli arbitri sono stati molto rigorosi, più severi che indulgenti con noi, ma il fatto che la societa si voglia ufficialmente lamentare, o che stia costruendo dei dossier, lo smentisco nella maniera più assoluta. Una delle regole da noi adottate con il codice etico che ci siamo dati è quella di fare sport. Se ci scagliamo contro gli arbitri non si aiuta questa categoria a crescere e maturare nei tempi piu' brevi possibili". Il pacifismo di Cobolli Gigli però, evidentemente, continua a non pagare, dal momento che stamane il giudice sportivo ha inflitto 5 giornate di squalifica a Pavel Nedved, sulla base di un referto arbitrale che sembra frutto della fervida fantasia del signor Stefano Farina di Novi Ligure, che aveva già dato prova della sua immensa creatività inventandosi di sanapianta il rigore a favore della sua squadra del cuore, il Genoa. Il centrocampista ceko della Juventus era stato cacciato nei minuti finali della gara di Marassi in seguito ad un normalissimo fallo di gioco e niente lasciava presagire una stangata di questa portata. Poi, a sorpresa, è arrivato il comunicato diffuso dalla Lega Calcio: secondo il giudice sportivo Nedved si è reso protagonista di «proteste nei confronti degli Ufficiali di gara». Inoltre, «già diffidato (Quarta sanzione)», «al 7° del secondo tempo» ha «calpestato volontariamente la caviglia di un avversario». Alla fine, «all'atto della consequenziale espulsione», ha «rivolto all'Arbitro, con atteggiamento provocatorio, una frase irriguardosa, calpestandogli un piede, senza conseguenze lesive». Farina, in pratica, ha denunciato Pavel per "duplice tentato omicidio" ed "oltraggio a pubblico ufficiale". Peccato che le sue accuse non siano suffragata da alcuna prova. Nessuna delle telecamere puntate sul campo ha immortalato il presunto pestone del "Leone di Cheb". E pensare che tra Sky, Mediaset e operatori vari lo stadio Marassi di Genova sembrava la casa del Grande Fratello. Alla fine hanno avuto ragione i tifosi bianconeri, i quali alla vigilia della gara con il Genoa avevano avanzato dubbi e sospetti circa l'ambigua designazione di Farina, che pur essendo ufficialmente affiliato alla sezione arbitrale di Novi Ligure, è nato nientemeno che a Genova. Ma guarda un po' che combinazione. E il fischietto cresciuto a pane e pesto non ha fatto nulla per nascondere i propri natali, anzi. Oltre al rigore regalato ed all'espulsione comminata a Pavel, si è premurato di distribuire chirurgicamente anche due cartellini gialli a Balzaretti e Birindelli, anch'essi squalificati per una giornata. Non pago della mattanza in campo, si è sfogato anche con gli uomini della panchina bianconera, finiti sul libro nero del giudice sportivo per aver protestato contro l'arbitro o i suoi assistenti. Il diritto alla protesta dovrebbe essere uno dei capisaldi della democrazia, ma non per il dittatore Stefano Farina. Così hanno pagato dazio anche Michelangelo Rampulla, allenatore dei portieri, con un turno di squalifica e 3.000 euro di ammenda; Giancarlo Corradini, vice allenatore con un ammonizione e 2.000 euro di ammenda; e infine Aldo Esposito, fisioterapista della Juve e della nazionale con un ammonizione e 2.000 euro di ammenda.
L'accanimento nei confronti della Juventus è ormai lapalissiano, tra rigori negati, gol annullati e sviste varie catalogate alla voce "buona fede". Non c'è indulto che tenga per la squadra bianconera, che dopo essere stata condannata alla serie B senza lo straccio di una prova deve ancora subire le angherie di chi occultamente controlla, manovra e comanda il mondo del calcio. Ha detto bene Buffon, pochi giorni fa: "Quando c'è troppa voglia di fare giustizia si creano inevitabilmente ingiustizie". Sarebbe ora che il dottor Giovanni Cobolli Gigli cominciasse a fare anche gli interessi della Juventus, visto che sin dal suo insediamento ha fatto l'esatto contrario: ha gestito alla grande la campagna rafforzamenti dell'Inter, ha difeso a spada tratta Guido Rossi, ha più volte elogiato pubblicamente Moratti, ha demolito e venduto a pezzetti il monolitico gruppo che ha conquistato gli ultimi due scudetti e, dulcis in fundo, ha rinunciato a ricorrere al Tar, escludendo dal campionato di Serie A la sua squadra, nonchè la principale antagonista dei nerazzurri negli ultimi dodici anni. Esimio Cobolli, non è certo distribuendo portachiavi e spillette bianconere che si fa il bene della Juventus.


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