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frasi 3

Ultimo Aggiornamento: 30/08/2008 01:12
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29/08/2008 19:52

E se tu sarai solo, tu sarai tutto tuo.
(Leonardo da Vinci)

Chi vola alto è sempre solo.
(Nurejev)

Il refrigerio della solitudine.
(C. Pavese)

La mia esperienza è sempre consistita nel rimanere totalmente solo.
(F. Bacon, Conversazioni con David Archimbaud)

Chi mai può vantarsi d'esser capito? Moriamo tutti incompresi.
(H. de Balzac)

E se non puoi la vita che desideri
cerca almeno questo
per quanto sta in te: non sciuparla
nel troppo commercio con la gente
con troppe parole in un viavai frenetico.

Non sciuparla portandola in giro
in balía del quotidiano
gioco balordo degli incontri
e degli inviti,
fino a farne una stucchevole estranea.
(C. Kavafis, Cinquantacinque poesie)

[Trarre sostentamento] nella comunicazione di uno spirito solitario con se stesso.
(N. Hawthorne)



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29/08/2008 19:53

La nostra storia è scritta da isolati (...) San Francesco, (...) lo sdegnoso Dante (...), Leonardo, il genio che anticipa il futuro, pensa che per essere veramente se stessi bisogna essere soli (...) Colombo (...) Galileo rivoluziona la conoscenza dell'universo (...) Goldoni (...) Pirandello.
(E. Biagi)

Tutti coloro che prendono seriamente se stessi e la vita, vogliono stare soli, ogni tanto. La nostra civiltà ci ha così coinvolti negli aspetti esteriori della vita, che poco ci rendiamo conto di questo bisogno, eppure la possibilità che offre, per una completa realizzazione individuale, sono state messe in rilievo dalle filosofie e dalle religioni di tutti i tempi. Il desiderio di una solitudine significativa non è in alcun modo nevrotico; al contrario, la maggior parte dei nevrotici rifugge dalle proprie profondità interiori, ed anzi, l'incapacità di una solitudine costruttiva è per se stessa un segno di nevrosi. Il desiderio di star soli è un sintomo di distacco nevrotico soltanto quando l'associarsi alla gente richiede uno sforzo insopportabile, per evitare il quale la solitudine diviene l'unico mezzo valido.
(K. Horney, I nostri conflitti interni)

Si è soli con tutto ciò che si ama.
(Novalis)

Chi comunica poco cogli uomini, rade volte è misantropo.
(G. Leopardi)

I legami fra una persona e noi esistono solamente nel pensiero. La memoria, nell'affievolirsi, li allenta; e, nonostante l'illusione di cui vorremmo essere le vittime, e con la quale, per amore, per amicizia, per cortesia, per rispetto umano, per dovere, inganniamo gli altri, noi viviamo soli. L'uomo è l'essere che non può uscire da sé, che non conosce gli altri se non in se medesimo, e che, se dice il contrario, mentisce.
(M. Proust, Alla ricerca del tempo perduto)

Non sono a mio agio fra la gente.
(A. Einstein)

Sono sempre stato un isolato, un solitario.
(U. Simonetta)



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29/08/2008 19:55

Un vero uomo libero non è a suo agio in nessun luogo.
(A. Frassard)

Io sono allegramente triste e socialmente solitario.
(E. Ambasz, architetto)

La mia natura, portata al silenzio e alla riflessione, aveva sempre provato un certo disgusto per ogni forma di frastuono o di clamore, per ogni manifestazione di quell'allegria portata all'eccesso che tanto spesso sconfina nella violenza. Avevo sempre odiato la gozzoviglia goliardica e carnevalesca.
(P. Maurensig, La variante di Luneburg)

Per meditare, dovreste chiudervi in voi stessi o ritirarvi in un luogo isolato o in una foresta. (...) Inoltre, meditando su Dio in solitudine, la mente acquisisce conoscenza, calma e devozione. Ma la stessa mente si degrada se abita nel mondo. Nel mondo c'è un solo pensiero: "donne e oro".
(The Gospel of Sri Ramakrishna)

Rapinarti del silenzio, non è già un crimine?
(G. Ceronetti, Un viaggio in Italia)

Bastano le cose viste e udite perché il giorno abbia malitia sua, le simpatie superficiali a rallegrarlo: una profondità umana è subito molestia, poi a poco a poco, dolore. Non voglio offrire il corpo nudo, senza riparo, ai chiodi che volano per l'aria smaniosi di conficcarsi.
(G. Ceronetti, Un viaggio in Italia)

Soli si vive come un Brahman, a due come un Dio, a tre come in famiglia; di più è un grido di guerra.
(salmi dei monaci buddisti, citato da Grimm)



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29/08/2008 19:56

E l'idea della baracca, dopo tutto, non è di Ira. Ha una storia. Era di Rousseau. Era di Thoreau. Il palliativo della capanna primitiva. Il posto dove sei ridotto all'essenziale, dove torni - anche se non è da lì che vieni - a decontaminarti e a dispensarti dall'impegno di lottare. Il posto dove ti togli - come un insetto durante la muta - le divise che hai indossato e i costumi che ti sei messo sulle spalle, dove ti spogli delle tue umiliazioni e del tuo risentimento, delle concessioni che fai al mondo e della sfida che gli lanci, della tua manipolazione del mondo e dei suoi maltrattamenti. L'uomo che invecchia se ne va nei boschi: il pensiero filosofico orientale abbonda di questo motivo, il pensiero taoista, il pensiero indù, il pensiero cinese. L'"abitante della foresta", ultima tappa sulla strada della vita. Pensate a quei dipinti cinesi del vecchio ai piedi della montagna, che rinuncia al tumulto dell'autobiografico. Era entrato vigorosamente in competizione con la vita; ora, calmatosi, indossata una faccia austera, entra in competizione con la morte, l'ultimo ineluttabile impegno che gli resta.
(P. Roth, Ho sposato un comunista)

Ciò che vedeva era soltanto questo: comicità e miseria, comicità e miseria.
E allora, insieme con la pena e l'orgoglio della conoscenza, venne la solitudine, perché gli riusciva intollerabile la vicinanza degli inetti con lo spirito gaiamente ottenebrato, e il marchio che lui recava sulla fronte li respingeva.
(T. Mann, Tonio Kröger)

L'essenza della narrativa è il lavoro solitario: il lavoro della scrittura, il lavoro della lettura.
(J. Franzen, Come stare soli)

Non occorre che tu esca di casa. Resta al tuo tavolo e ascolta.
(F. Kafka)

Perché questo è l'ostacolo, la crosta da rompere: la solitudine dell'uomo - di noi e degli altri.
(C. Pavese, Saggi letterari)

Temperamento piuttosto incline a solitudine, inetto a cicalare con brio, alieno dalla mondanità, io avvicino e frequento i miei simili con una certa fatica e una certa titubanza e con fatica i più virtuosi di essi. Davanti a chiunque rivivo gli attimi di uno scolaro all'esame. Mi diletto invece di chiare algebre alle ore di "loisir". Che non ti snervano quanto una conversazione da salotto; ove, a me, m'incorre l'obbligo di fingermi spiritoso e intelligente, non avendo né l'una né l'altra qualità.
(C.E. Gadda, Intervista al microfono ne I viaggi la morte)

La solitudine è l'elemento vitale dello scrittore.
(S. Marai, Confessioni di un borghese)



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29/08/2008 19:57

Io sono una persona che sta molto sola; delle mie sedici ore di veglia quotidiane dieci almeno sono passate in solitudine. E non potendo, dopo tutto, leggere sempre, mi diverto a costruire teorie le quali, del resto, non reggono al minimo esame critico.
(G. Tomasi di Lampedusa, Letteratura inglese)

Ero abituato a essere indipendente, a star solo la maggior parte del mio tempo, detestavo la truppa, aborrivo la massa, e tutte quelle urla cento volte, mille volte ripetute dalla stessa bocca.
(T. Bernhard, Un bambino)

Noi viviamo come sogniamo, soli.
(J. Conrad)

La nostra solitudine è la nostra nobiltà. La nostra solitudine è la nostra gioia.
(A. Savinio)

Ho conquistato la solitudine. Solo di quella sono fiero. È la socialità più vera.
(O. del Buono)

[...] Chi vive semplicemente la propria vita, non vive. [...] Non bisogna solo vivere la vita, bisogna costantemente inventarla,e questo significa raccontare. [...] Scrivere è un lavoro solitario. Leggere è un lavoro solitario. La letteratura è una forma di solidarietà fra solitari.
(P. Bichsel)

L'uomo nasce nudo e muore solo.
(G. Arosio, medico)



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29/08/2008 19:58

Il cuore nella solitudine e nella pace va a poco a poco obbliando i suoi affanni; perché la pace e la libertà si compiacciono della semplice e solitaria natura.
(U. Foscolo, Ultime lettere di Jacopo Ortis)

Nelle arti, nella musica, nella filosofia e in quasi tutta la letteratura seria, la solitudine e la singolarità sono essenziali [...] Testimoniano della ricchezza estatica della solitudine. Affermano che soltanto nella solitudine austera si può percepire la pulsazione della vita nella sua vibrazione più intensa. Identificano la soledad con la possibilità stessa di travagli speculativi e costruttivi di prim'ordine. Come vedremo, è questa la convinzione, spesso ribadita, di Montaigne nella sua torre; ed è quella dello Zarathustra di Nietzsche nella solitudine accecante del sole di mezzogiorno.
(G. Steiner, Grammatiche della creazione)

Nei luoghi solitari sii una folla per te stesso.
(Tibullo)

Bisogna riservarsi un retrobottega tutto nostro, del tutto indipendente, nel quale stabilire la nostra vera libertà, il nostro principale ritiro e la nostra solitudine. Là noi dobbiamo trattenerci abitualmente con noi stessi, e tanto privatamente che nessuna conversazione o comunicazione con altri vi trovi luogo; ivi discorrere e ridere come se fossimo senza moglie, senza figli e senza sostanza, senza seguito e senza servitori, affinché, quando verrà il momento di perderli, non ci riesca nuovo il farne a meno. Noi abbiamo un'anima capace di ripiegarsi in sé stessa; essa può farsi compagnia; ha i mezzi per assalire e per difendere; per ricevere e per donare; non dobbiamo temere di marcire d'ozio noioso in questa solitudine.
(Montaigne, Essais, Libro I, capitolo XXXIX)

C'è un'altra Solitudine
Che molti muoiono senza aver conosciuto -
Non è una mancanza di amici a causarla
O la sorte di Lot

Ma la natura, a volte, a volte il pensiero
E chiunque ne è colpito
È più ricco di quanto possano rivelare
I numeri mortali -.
(E. Dickinson)

La capacità di giudizio personale matura nella solitudine con la riflessione, il dubbio e richiede di saper guardare il mondo con curiosità, con stupore, con ingenuità, con cuore puro. Tutte cose che, di solito, non sappiamo fare.
(F. Alberoni, Corriere della Sera, 12 marzo 2007)



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29/08/2008 19:59

Quando sono lontano da casa e mi è impossibile tornare nella mia stanza e rimanere solo, l'unica mia consolazione è addormentarmi in pieno giorno. [...] Per diventare scrittore pazienza e fatica non bastano: si deve anzitutto provare l'impulso irresistibile a fuggire la gente, la compagnia, la quotidianità, e a chiudersi in una stanza.
(O. Pamuk, premio Nobel per la letteratura)

Questa è infine la solitudine: avvolgersi nella seta dell'anima, farsi crisalide e attendere la metamorfosi, che non può mancare. Si vive intanto delle proprie esperienze e telepaticamente si vive la vita altrui [...].
Finalmente possiedi solo te stesso. I pensieri altrui non controllano più i miei; opinioni, capricci altrui non m'angustiano più. Ora l'anima comincia a maturarsi nella riconquistata libertà e provo un'immensa pace interiore, un piacere sereno, un senso di certezza e di responsabilità.
Se rifletto sulla vita sociale che dovrebbe essere una specie di palestra, non posso ora che giudicarla altro che una scuola di vizi. Se rechi in te un senso di bellezza, essere costretto a vedere bruttezza è una vera tortura, che ti spinge ingannevolmente a ritenerti un martire. Chiudere gli occhi di fronte all'ingiustizia solo per riguardo t'insegna a poco a poco a diventare un ipocrita. Abituarti a sopprimere continuamente le tue opinioni e sempre per riguardo, ti rende vile.
(A. Strindberg, Solo)

Il gelo del sospetto e dell'incomprensione si levò tra me e gli uomini quando avevo sedici anni, al tempo della licenza ginnasiale.
(R. Bilenchi, Il gelo)

L'isolamento è per lunghi periodi un isolamento totale del corpo e dello spirito, e solo assoggettandomi ai miei bisogni in modo totale e con irrevocabile fermezza io riesco a venire a capo di me stesso.
(T. Bernhard, La cantina)

Io mi sento me stesso solamente quando sono solo. Il rapporto con gli altri non mi viene naturale: mi richiede uno sforzo.
(P. Cameron, Un giorno questo dolore ti sarà utile)

La necessità di isolarsi per dedicarsi al proprio lavoro scientifico è la prima di tutte le necessità di un uomo di scienza.
(T. Bernhard, Ja)

Il talento lo si sviluppa nella solitudine, mentre il carattere si consolida nella corrente della vita.
(J.W. Goethe)

Per vivere soli bisogna essere un animale o un dio.
(F. Nietzsche)

"Solitario", come scrisse paradossalmente Camus in una delle sue ultime opere (Jonas ou l'Artiste au travail, in L'Exil et le Royaume, n.d.r.), può essere indistinguibile da "solidale": tenacemente al fianco della propria anima.
(J. Hillman, Un terribile amore per la guerra)

Tutte le forme di privazione sono grandiose, perché sono terribili: il Vuoto, l'Oscurità, la Solitudine, il Silenzio.
(E. Burke)

Isolamento significa libertà e scoperta. Un'isola deserta può essere più eccitante di una metropoli.
(V. Nabokov, Intransigenze)


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30/08/2008 00:28

Il dolore ci rimette in mezzo alle cose in modo nuovo.
(C. Rebora)

Avidamente allargo la mia mano: / dammi dolore cibo cotidiano.
(S. Quasimodo, Ed è subito sera)

Io non sono amico di certe mollezze sentimentali moderne; io credo che è molto bene per l'uomo di ripassare ogni tanto le lezioni e i precetti ch'egli ha avuto, direttamente o indirettamente, dalla sventura, e di non lasciarne estinguere, di rinnovarne il dolore, perché è il dolore che li conserva. E poi il dolore è un gran ricostituente dell'uomo, credete; e in certi casi è un confortante indizio di vitalità morale, perché dove non vi è dolore, vi è cancrena.
(A. Fogazzaro, Malombra)

Era il male oscuro di cui le storie e le leggi e le universe discipline delle gran cattedre persistono a dover ignorare la causa, i modi: e lo si porta dentro di sé per tutto il fulgurato scoscendere d'una vita, più greve ogni giorno, immedicato.
(C.E. Gadda, La cognizione del dolore)

Anche ricordare il male può essere un piacere quando il male è mescolato non dico al bene ma al vario, al mutevole, al movimentato, insomma a quello che posso pure chiamare il bene e che è il piacere di vedere le cose a distanza e di raccontarle come ciò che è passato.
(I. Calvino, Se una notte d'inverno un viaggiatore)

Un'infanzia tormentata e un'adolescenza anche più dolorosa.
(C.E. Gadda, La cognizione del dolore)

Un evento morboso, specie se grave, è un'esperienza che comunque arricchisce la personalità del malato: le lunghe ore passate a riflettere, il ridimensionamento di tante questioni che prima sembravano di importanza vitale, la diversa disposizione di spirito nei confronti del mondo, la sperimentazione della sofferenza contribuiscono a modificare la persona rendendola più matura e consapevole.
(A.G. Sabatini, Medicina e morale)

La sofferenza: questa è infatti l'unica causa della consapevolezza.
(F. Dostoevskij, Memorie dal sottosuolo)

Io non sono un turista perdigiorno in vena di buone azioni: semplicemente non so resistere alla voce del dolore. È una reazione fisica, prima che morale. Se un essere sofferente chiama io rispondo. Lo faccio per me - è evidente - ma non lo lascio morire da solo. Tutto qui.
(M. Covacich, Natale è anche un cagnolino)

I beni e i mali estremi non toccano gli animi mediocri.
(Vauvenargues)




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30/08/2008 00:29

Tutti abbiamo forza sufficiente per sopportare i mali altrui.
(F. de la Rochefoucauld)

Più si è raffinati, più si soffre.
(A. Cechov)

Il dolore del poeta è di così mirabile natura che anche quando il suono ne è triste, l'eco ne è dolce.
(G. Pascoli, La ginestra)

Non c'è mai stato un filosofo che potesse sopportare pazientemente il mal di denti.
(W. Shakespeare)

La maggioranza dell'umanità vive un'esistenza di tranquilla disperazione.
(H.D. Thoreau)

La mia allegrezza è la malinconia.
(Michelangelo Buonarroti, Rime)

Si guarisce da una sofferenza solo a condizione di sperimentarla pienamente.
(M. Proust, Alla ricerca del tempo perduto)

C’è la bellezza e ci sono gli umiliati. Qualunque difficoltà presenti l’impresa, non vorrei mai essere infedele né ai secondi né alla prima.
(A. Camus)

Onor s'acquista con soffrire affanni.
(Fazio degli Uberti, Il Dittamondo)

Colui il quale molto ha sofferto è men sapiente di colui il quale molto ha gioito.
(G. D'Annunzio, Il fuoco)




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30/08/2008 00:30

L'uomo a cui è dato soffrire più degli altri, è degno di soffrire più degli altri.
(G. D'Annunzio, L'innocente)

Chi aumenta sapienza, aumenta dolore.
(G. Bruno, De gli eroici furori)

Ah! veramente non so cosa / più triste che non più essere triste!
(G. Gozzano, L'ultima infedeltà)

Tutti gli uomini per necessità nascono e vivono infelici.
(G. Leopardi, Operette morali)

In quanto ai guai personali di ciascuno di noi, essi fanno impallidire quelli di qualsiasi romanzo.
(H. James, La lezione dei maestri)

In dieci anni di studi, ho imparato a tastare, manipolare, incidere, suturare, bendare, ingessare, togliere corpi estranei con la pinza, mettere il dito o infilare tubi in tutti gli orifizi possibili, iniettare, perfondere, esplorare tramite percussione, scuotere fare una "buona diagnosi", dare ordini alle infermiere, redigere un referto a regola d'arte e fare qualche prescrizione, ma in tutti questi anni, non mi è stato mai insegnato ad alleviare il dolore, o a evitare che compaia. Non mi è mai stato detto che potevo sedermi al capezzale di un morente e tenergli la mano, e parlargli.
(M. Winckler, La malattia di Sachs)

L'omissione del sollievo del dolore è moralmente ed eticamente inaccettabile.
(Royal College of Surgery and of Anaesthetics)

Inno al dolore fisico.
(titolo di una poesia di R. Kipling, nella quale si sostiene che il dolore è capace di cancellare e annullare il rimorso, la pena e altre miserie dello spirito)

Tutti i dolori sono sopportabili se li si fa entrare in una storia, o se si può raccontare una storia su di essi.
(K. Blixen)

Non devi avere rimorsi. Certo, hai causato dolore. Ma chi può dire di avere attraversato la vita senza avere inflitto sofferenza? E tu hai dato anche gioia.
(H. Walston in una lettera allo scrittore G. Greene)



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30/08/2008 00:31

Uomo non educato dal dolore rimane sempre bambino.
(detto italiano riportato ne I Buddenbrook di T. Mann)

Spesso chi pensa non è sicuro di pensare, il suo pensiero ondeggia fra l'accorgersi e il sognare, gli sfugge di tra le mani, rifiuta di lasciarsi afferrare e configgere sulla carta in forma di parole. Ma invece chi soffre sì, chi soffre è ahimè sicuro sempre, sicuro di soffrire ed ergo di esistere.
(P. Levi, Un testamento, in Lilít e altri racconti)

La sofferenza e il dolore sono sempre doverosi per una coscienza vasta e per un cuore profondo.
(F. Dostoevskij, Delitto e castigo)

Dobbiamo imparare a non perdere tempo a piangere sulle nostre ferite, come un bambino appena caduto, ma abituarci a scacciare il dolore curandoci le ferite ed emendando i nostri errori il prima possibile.
(Platone, Repubblica)

Si incide a fuoco qualcosa affinché resti nella memoria; soltanto quel che non cessa di dolorare resta nella memoria.
(F. Nietzsche, Genealogia della morale)

" [...] A volte le brutte esperienze aiutano, servono a chiarire che cosa dobbiamo fare davvero. Forse ti sembro troppo ottimista, ma io penso che le persone che fanno solo belle esperienze non sono molto interessanti. Possono essere appagate, e magari a modo loro anche felici, ma non sono molto profonde. Ora la tua ti può sembrare una sciagura che ti complica la vita, ma sai... godersi i momenti felici è facile. Non che la felicità sia necessariamente semplice. Io non credo, però, che la tua vita sarà così, e sono convinta che proprio per questo tu sarai una persona migliore. Il difficile è non lasciarsi abbattere dai momenti brutti. Devi considerarli un dono - un dono crudele, ma pur sempre un dono.
(P. Cameron, Un giorno questo dolore ti sarà utile)

I momenti di crisi raddoppiano la vitalità negli uomini. O forse, più in soldoni: gli uomini cominciano a vivere appieno solo quando si trovano con le spalle al muro.
(P. Auster, Il libro delle illusioni)


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30/08/2008 00:32

Altri si limitano a vivere, io vegeto.
(C. Connoly, La tomba inquieta)

La vera vita è riflessione su se stessa.
(G. Gentile, Che cosa è il fascismo?)

Nulla è più stupefacente di un'esistenza comune, di un cuore semplice...
(C. Cassola, Gita domenicale)

La vita è terribile come la morte.
(G. Comisso, Lettere)

La vita è nel movimento.
(Aristotele)

La strada dei più alti desideri passa spesso per l'indesiderabile.
(R. Daumal, Il Monte Analogo)

La vita bene spesa lunga è.
(Leonardo da Vinci, Scritti letterari)

Amaro e noia / la vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.
(G. Leopardi, A se stesso)

Ogni esperienza è un tentativo portato senza riserve e lasciato in balia del pericolo della propria mancanza di base e di certezze.
(J.L. Nancy)

Le grandi esperienze della vita sono quelle che non vorremmo fare mai.
(A. Moravia)




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30/08/2008 00:33

Chi vive, quando vive, non si vede; vive... Se uno può vedere la propria vita, è segno che non la vive più: la subisce, la trascina.
(L. Pirandello, La carriola)

E' l'insicurezza che sprona gli uomini alle grandi imprese, grazie ad essa uomini che in realtà non erano fatti per nessuna cosa, sono diventati capaci di tutto. Gli eroi sono il prodotto dell'insicurezza. Vale a dire di uno stato d'ansia, di paura, di disperazione.
(T. Bernhard, Gelo)

A questo punto, diventa straordinariamente facile comprendere la nostra vita: comunque siamo, non potevamo essere altrimenti. Niente rimpianti, niente strade sbagliate, niente veri errori. L'occhio della necessità svela che ciò che facciamo è soltanto ciò che poteva essere.
(J. Hillman, Il codice dell'anima)

Io sono nato, per volere del cielo, nella nostra età del ferro per riportare in vita l'età dell'oro.
(M. Cervantes, Don Chisciotte)

Non ho la battuta pronta, purtroppo. Il mio istinto è di soccorrere, non di colpire.
(C. Garboli, Falbalas)

L'inevitabile superficialità che si accompagna alla gente che ha imparato ogni cosa per esperienza diretta.
(F. Scott Fitzgerald, I taccuini)

La vita è, di fatto, una lotta. Su questo punto pessimisti e ottimisti si trovano d'accordo. Il male è insolente ed è forte; la bellezza è stupenda, ma è rara; la bontà è spesso soggetta a essere debole, la follia a essere arrogante e la malvagità ad avere la meglio: gli imbecilli ai posti d'onore e i migliori in disparte; e l'umanità, nel suo complesso, infelice.
(H. James, La lezione dei maestri)

Il futuro orgiastico che anno per anno indietreggia davanti a noi.
(F. Scott Fitzgerald, Il grande Gatsby)

L'uomo ha perciò settant'anni di vita. I primi trent'anni sono suoi, e passano presto... Arrivano poi quelli dell'asino, durante i quali egli deve portare sulle sue spalle fardello su fardello: è lui che fornisce al mulino il grano di cui gli altri si nutrono... Poi vengono i dodici anni del cane, durante i quali non fa altro che mugolare trascinandosi da un angolo all'altro, perché non ha più i denti per mordere... passato questo tempo non gli restano più che i dieci anni della scimmia. Non ha più del tutto la testa a posto, diventa un po' buffo e fa strane cose che fanno ridere i bambini, che lo prendono in giro.
(da un racconto trascritto dai fratelli Grimm)

[Bisogna fare in fretta perché] gli anni passano per tutti e si sono accumulate tante cose da fare.
(D. Nabokov)




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30/08/2008 00:34

Se alla sera siamo in lacrime, al mattino ritorna la gioia.
(Salmo 30,6)

Nella vita dell'uomo
per ogni cosa c'è il suo momento
per tutto c'è un'occasione opportuna.
(Qo 3,1)

Il tempo basta a tutto, se lo si gestisce con la parsimonia necessaria. Per noi è breve la giornata di cui perdiamo la maggior parte.
(Erasmo da Rotterdam, Per una libera educazione)

Fino a oggi è stato ospite della figlia solo per brevi periodi. Ora divide con lei la casa, partecipa alla sua esistenza. Deve fare attenzione a impedire che le vecchie abitudini tornino di soppiatto, le abitudini del genitore: mettere il rotolo di carta igienica sul supporto, spegnere le luci, cacciare il gatto dal divano. Allenati per la vecchiaia, si ammonisce David. Allenati alla sopportazione. Allenati per la casa di riposo.
Finge di essere stanco e dopo cena si ritira nella sua stanza, dove gli giungono attutiti i rumori della vita di Lucy: cassetti che si aprono e chiudono, la radio, il mormorio di una conversazione telefonica.
(J.M. Coetzee, Vergogna)

Si fa l'abitudine a tutto, anche al continuo peggioramento di ciò che già era ai limiti della sopportazione.
(J.M. Coetzee, Vergogna)

In un mondo rovesciato, come è quello in cui viviamo e in cui viveva Capote che ne era uno dei più grandi cronisti, il vero scandalo, la cosa intollerabile e che nessuno ti perdona, è l'innocenza, l'innocenza con cui fai qualsiasi cosa.
(A. D'Orrico)

Accade spesso che proprio chi arriva più lontano all'improvviso abbandoni il campo.
(T. Bernhard, La fornace)

Si ripensa all'adolescenza, quando si avevano grandi velleità e si pensava che il mondo era nostro: ma potevamo acciuffare poco, perché troppo giovani.
(M. Luzi)

La condizione umana è piccolo cervello, grandi problemi.
(C. Lindblom)

La nostra giornata è fatta, come tutta la vita, di misteriose rispondenze, di sottili collegamenti.
(L. Sciascia, Nero su nero)




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30/08/2008 00:35

Quando ero giovane credevo che il nostro sviluppo si interrompesse dopo i trent'anni. Invece le cose mi sembrano sempre più interessanti. Man mano che si va avanti si acquista una maggiore padronanza della vita - di quel che si vuole e di quel che si può ottenere - e del materiale di lavoro, che dà un gran senso di sicurezza e di potenza.
(L. Strachey)

Qualunque vita si guardi sembra infelice ma qualunque vita vissuta è lieta, e qualunque cosa accada continua a esserlo.
(G. Stein)

Non basta avere successo, bisogna che i nostri conoscenti falliscano.
(G. Vidal)

La vita è vita dappertutto, la vita è in noi stessi e non fuori di noi. Accanto a me ci saranno degli esseri umani ed essere uomo fra gli uomini e restarlo sempre, in qualsiasi sventura non avvilirsi, non perdersi d'animo, ecco in che consiste la vita, ecco il suo compito. [...] Guardando indietro penso quanto tempo è stato speso inutilmente, quanto ne è andato perduto in errori, futilità, incapacità di vivere; per quanto lo apprezzassi qualche volta ho peccato contro il mio cuore e il mio spirito, e il cuore mi sanguina. La vita è un dono, la vita è felicità, ogni minuto poteva essere un secolo di felicità. Si jeunesse savait! Adesso, cambiando vita, rinasco in una nuova forma. [...] Rinascerò migliore. Ecco la mia speranza, tutto il mio conforto.
(F. Dostoevskij)

Amo la periferia più della città. Amo tutte le cose che stanno ai margini.
(C. Cassola, Alla periferia)

Il meglio e il peggio della vita vengono sempre da dentro, chi vi racconta il contrario non sa di che parla.
(A. Asor Rosa, Storie di animali e altri viventi)

Il nostro tempo è limitato, per cui non lo dobbiamo sprecare vivendo la vita di qualcun altro. Non facciamoci intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciamo che il rumore delle opinioni altrui offuschi la nostra voce interiore. E, cosa più importante di tutte, dobbiamo avere il coraggio di seguire il nostro cuore e la nostra intuizione. In qualche modo, essi sanno che cosa vogliamo realmente diventare. Tutto il resto è secondario.
(S. Jobs, fondatore di Apple)

Chi ha raccolto le sfide della vita sa che nei momenti decisivi ha dovuto disattendere o disobbedire ai legami della famiglia.
(G. Bocca)

La vita è ingiusta.
(J.F. Kennedy)

Questo è uno dei maggiori sostegni dell'esistenza umana: trovare risonanza emotiva in altri uomini ai quali si è affezionati e la cui presenza suscita un caldo sentimento di appartenenza. Questa reciproca conferma mediante i sentimenti, la risonanza emotiva tra due o più persone, ha un ruolo centrale nel conferire un significato e un senso di appagamento all'esistenza.
(N. Elias, La solitudine del morente)




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30/08/2008 00:36

Interruzione, incoerenza, sorpresa sono le normali condizioni della nostra vita. sono diventate finanche dei bisogni reali per tante persone le cui menti non sono più nutrite [...] da nient'altro che mutamenti repentini e sempre nuovi stimoli [...]. Non riusciamo più a sopportare nulla che duri. Non sappiamo più come mettere a frutto la noia.
(P. Valery)

[...] per quanto riguarda le altre persone che conosciamo, e in particolare quelle persone così come le conosciamo viste da lontano, [la loro] esistenza sembra possedere una coerenza e un'unità che nella realtà non possono avere, ma che allo spettatore appare evidente. Si tratta, ovviamente, di un'illusione ottica. La distanza (vale a dire l'inadeguatezza della nostra conoscenza) offusca i dettagli e oblitera tutto quanto mal si adatta alla Gestalt. Illusione o meno che sia, tendiamo a vedere la vita degli altri come un'opera d'arte. E una volta guardata in tale ottica, ci sforziamo in tutti i modi di imitarla.
(Z. Bauman, Modernità liquida)

Dopo tutto, il piacere è una guida più sicura del diritto o del dovere.
(S. Butler)

Comporre i nostri costumi è il nostro compito, non comporre dei libri, e conquistare non battaglie e province, ma l'ordine e la tranquillità alla nostra vita. Il nostro grande e glorioso capolavoro è vivere come si deve. Tutte le altre cose, regnare, ammassare tesori, costruire, non sono pere lo più che appendici e ammennicoli.
[...] Non c'è nulla di così bello e di così legittimo come far bene e dovutamente l'uomo, né scienza tanto ardua quanto quella di saper viver bene e con naturalezza questa vita; e la più bestiale delle nostre malattie è disprezzare il nostro essere.
(Montaigne, Saggi)

La nostra propria esistenza si svolge sotto le stelle dell'incertezza, e in noi c'è costantemente il timore di non riuscire a fare qualcosa dei nostri talenti e delle nostre ambizioni.
(O. Lagercrantz, L'arte di leggere e scrivere)

[...] Ma soltanto nei primi anni giovanili il caso ci appare identificato col destino. Più tardi si capisce che la vera via della vita è determinata dall'interno; per quanto il cammino sembri deviare dai nostri desideri in modo bizzarro e assurdo, esso finisce per condurci sempre alla nostra meta invisibile.
(S. Zweig, Il mondo di ieri)

Tanti sembrano dimenticarlo quando mi rimproverano errori. Crescere non è mai facile e posso dire che solo a trent'anni, con una prima maturità, ho letto i libri di Virginia Woolf e che, solo quando superi i quaranta, senti di avere in mano la tua vita.
(N. Kidman, attrice)

Perché invece non godersi i momenti più belli della vecchiaia? O i momenti più belli della vecchiaia erano proprio questi, la nostalgia per i momenti più belli dell'infanzia, per il sottile virgulto che il suo corpo era allora [...].
(P. Roth, Everyman)

Le insidie che mi fanno inciampare e disperare, che ogni giorno mi fanno quasi ammattire, perdono con me qualsiasi efficacia purché io riesca a chiarirle in tutto e per tutto, e ugualmente non c'è cosa che possa attaccarmi, né tanto meno farmi morire a poco a poco, se io riesco a chiarirla dentro di me. Chiarire l'esistenza, non solo comprenderla ma far luce in essa ogni giorno fino al massimo grado è l'unica possibilità di venirne a capo.
(T. Bernhard, La cantina)

Ci sono la continua paura e il continuo pericolo di morte violenta e la vita di un uomo è solitaria, povera, odiosa, brutale e breve.
(T. Hobbes, Leviatano)

Si comincia veramente a vivere quando si concepisce la vita come una tragedia.
(Yeats)

La grande massa delle convinzioni sulle quali si fonda la nostra vita di tutti i giorni non è altro che l'incarnazione del desiderio, corretto qua e là, in punti isolati, dal brusco urto con la realtà.
(B. Russell, Saggi scettici)

Per mia esperienza, a un certo punto le cose si fanno sempre imbarazzanti o pericolose.
(P. Cameron, Quella sera dorata)

Finché si è inquieti si può stare tranquilli.
(J. Green)

Quando mi chiedo perché amo la letteratura, mi viene spontaneo rispondere: perché mi aiuta a vivere.
(T. Todorov, La letteratura in pericolo)








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30/08/2008 00:43

La sola idea di essere condannato a uno schema prestabilito mi atterrisce.
(R. Chandler)
Io sono quel dannato tipo di persona che scrive a fatica sette parole e ne cancella cinque.
(D. Parker)

Bisogna scrivere una storia semplice con la massima semplicità possibile. Nella semplicità di una storia ci sono già abbastanza complessità, ferocia e disperazione.
(K. Blixen)

Scrivo come posso, quando posso, dove posso. Scrivo in fretta e furia, come ho sempre vissuto.
(L.F. Celine)

Scrivere bene una vita è difficile quanto viverla.
(L. Strachey)

Lascio che i pensieri si succedano sotto la penna nello stesso ordine in cui i temi si sono presentati alla mia riflessione: così potranno rappresentare meglio i moti e il cammino della mia mente.
(D. Diderot)

Uno scrittore deve avere uno stile. Oggi è la cosa principale. Bisogna distruggere tutti i vecchi modi di sentire le cose, di vederle, di dirle.
(G. Stein)

Scrivo come se vi parlassi.
(Marivaux)

Non credo che un autore serio abbia mai esitato a usare un'espressione perché è già stata adoperata. Sono i pubblicitari che si sfiancano per affibbiare epiteti incongrui agli oggetti ordinari.
(E. Waugh)

Metti a nudo il tuo cuore, e la gente starà ad ascoltarti per quello - e solo quello è interessante.
(J. Conrad)




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30/08/2008 00:48

Voglio che la scrittura mostri come sono complicate le cose e sorprendenti. Voglio emozionare i lettori, ma senza trucchi. Voglio che pensino sì, quella è vita. Perché è la reazione che ho io di fronte alla scrittura che ammiro di più. Una sorta di meraviglioso sbalordimento.
[...] Non riuscivo a introdurre dei personaggi in una stanza senza descrivere tutti i mobili. Lei mi dice che Hemingway insegnava a non descrivere mai i personaggi. So tutto di quella regola. Ma tiro dritto.
(A. Munro)

Senza la scrittura, ogni cosa diventerà insipida. Leggere non avrebbe più senso, perché uno scrittore legge con uno scopo.
(V. S. Naipaul)

[...] "Moccoli" in piena regola, esattamente sillabati e trascritti. Il lettore considera quella abietta pedanteria, quella puntualità disgustosa; e scuotendo la testa, fra sé e sé compassiona: "Chi sa poi a questo qui che cosa gli sembra di fare."
Per conto mio, quando trovo in qualche scritto (e ogni giorno ne trovo di più) parolacce di cotesto genere, che vorrebbero toccare il culmine della violenza fantastica, dell'orrore, della passione, poco ho da essere in dubbio ch'esse esprimano, invece e solamente, la frigidità e la isteria d'un autore. L'arte non adopera materialmente le cose dell'esperienza; ma dà forma comunicativa all'emozione ch'esse suscitano in noi. E il procedimento di coloro che si tengono su, e si fanno coraggio, a forza di "moccoli", oscenità e parolacce, corrisponde come due gocciole d'acqua a quello dei pittori bastardi, che non solo si limitano a riprodurre oggetti ed aspetti materiali, ma per essere anche più sicuri, nella pasta dei colori strizzati sulla tela inseriscono frantumi degli oggetti medesimi, come stoffe, lustrini, stagnola, pezzi di latta credendo così che l'illusione sarà irresistibile.
Ch'è un grandissimo sbaglio. Il lettore e lo spettatore recalcitrano proprio dall'espressione eccessivamente aggravata di materia e d'intenti. Cominciano subito a insospettirsi. Temono un sopruso. A vedere tutta quella ostentazione di sudanti muscolature, la loro prima idea è che i manubri siano di cartone, truccati. In altri termini: le parolacce, le descrizioni troppo cariche e spinte, e non diciamo poi i "moccoli", sono "controproducenti". In estetica, sono pessimi affari, speculazioni sballate. Uno che se ne intendeva: Montaigne, e ci teneva a dir pane al pane e vino al vino, una volta osservò che ha voglia Marziale d'alzare le sottane a Venere fin sopra la testa. Egli non riesce a mostrarcela intiera, come altri poeti (Virgilio, Lucrezio) più discreti di lui. "Perché chi dice tutto ci satolla e disgusta". E gli ingenui che si gonfiano la bocca con le parolacce non fanno altro che distruggere in germe quegli stessi effetti che si proponevano di suscitare. Ci invitano (cosa umiliantissima) a pregare Venere cortesemente che non ne faccia di nulla, e si rivesta e ci lasci in pace.
(E. Cecchi, Parolacce in Di giorno in giorno)

Mi stupisco che qualche imbroglione non abbia ancora pensato di aprire una scuola di scrittura.
(A. Cravan, dadaista-pugile, 1914)

La frase migliore? La più corta.
(D. Hammett)

Un'opera non dovrà mai "piacere", "entusiasmare", ma "interessare", o almeno "incuriosire". I giudizi positivi dovranno essere espressi con i seguenti aggettivi (assolutamente vietati i rozzi "bello", "grosso", "brutto"): "intrigante" (molto in voga, ma in lieve declino), "ben strutturato", "esperto", "rilevante". I negativi: "fragile", "futile", "irrilevante", "supponente"; il colmo della ripulsa si esprime con l'aggettivo aulico "turpe".
Assolutamente vietato il turpiloquio in conversazioni letterarie, eccezion fatta per l'efficace definizione "stronzo", ma pronunciata a bassa voce e con un risolino d'intesa. Fareste ridere glia stanti al solo pronunciare locuzioni quali "alla grande", "al limite", "chiaramente", "non c'è problema", "è il massimo", "mi pare giusto". Fra i giochi di carte, consigliabili i tarocchi, tollerato il tresette.
(L. Canali, Manuale ad uso degli scrittori esordienti)

È il ben pensare che conduce al ben dire.
(F. De Sanctis, La giovinezza)

La semplicità è la forma della vera grandezza.
(F. De Sanctis, Storia della letteratura italiana)

La chiarezza adorna i pensieri profondi.
(Vauvenargues)

Con la virtù si fanno solo opere fredde. Sono la passione e il vizio ad animarle.
(D. Diderot)




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30/08/2008 00:49

Niente di peggio che lavorare a orario fisso: si produce scrittura burocratica.
(A. Arbasino)

Scrivo per scrivere.
(C. Simon, premio Nobel per la Letteratura 1985)

Bisognava cercare di interpretare le sensazioni come segni di altrettante leggi e idee, tentando di far uscire dalla penombra quel che avevo sentito, di convertirlo in un equivalente intellettuale.
(M. Proust)

È in ogni uomo di attendersi che forse la parola, una parola, possa trasformare la sostanza di una cosa. Ed è nello scrittore di crederlo con assiduità e fermezza. È ormai nel nostro mestiere, nel nostro compito. È fede in una magia: che un aggettivo possa giungere dove non giunse, cercando la verità, la ragione; o che un avverbio possa recuperare il segreto che si è sottratto ad ogni indagine. Ma è l'ottimismo che se ne va sempre per ultimo, e che dunque serve, sovente, di più lungo aiuto.
(E. Vittorini, Diario in pubblico)

La mala salute va a nozze con la scrittura. Il malessere è l’inchiostro dello scrivere.
(G. Manganelli)

Scrivere è una malattia, come la perla.
(R. Musil)

Come faccio a far capire a mia moglie che anche quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?
(J. Conrad)

Meno c'è da dire su qualcosa, più la scrittura tende all'opacità.
(N. Hornby, Una vita da lettore)

La camera di David era la classica, spartanissima cella dello scrittore: scrivania, una sedia, materasso sul pavimento, pile di libri ovunque.
(K. Dornstein, The Boy Who Fell From the Sky)

"Come mi sento se fossi lei? Come dev'essere stare dentro la sua pelle?" - questo è ciò che devi fare se vuoi scrivere anche il più semplice dei dialoghi: devi spartire non soltanto la tua fedeltà, ma persino i tuoi sentimenti fra diversi personaggi. Credo che sto parafrasando D.H. Lawrence, il quale un giorno disse che per scrivere un romanzo bisogna essere capaci di assumersi una mezza dozzina di conflitti e sentimenti contraddittori e opinioni, con lo stesso grado di convinzione, veemenza ed empatia.
(A. Oz, Contro il fanatismo)




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30/08/2008 00:50

Il mio compito può essere solo quello di riferire le mie percezioni, quale che sia il loro effetto, di riferire sempre le percezioni che mi sembra valga la pena di trasmettere agli altri, di riferire o quello che vedo o quello che, nel ricordo, vedo ancora oggi, quando, come adesso sto facendo, mi guardo indietro e molte cose di trent'anni fa non mi sono più chiare, ma altre sono ultraevidenti come se fossero successe ieri. Per salvarsi, quelli a cui ci rivolgiamo non credono alle nostre parole, spesso non credono alle cose più ovvie. L'uomo si rifiuta di lasciarsi disturbare da un disturbatore della pubblica quiete. Per tutta la vita io sono stato un disturbatore del genere, e sempre sarò e rimarrò un disturbatore della pubblica quiete.
(T. Bernhard, La cantina)

Quando scrivo non leggo nulla, quando leggo non scrivo nulla, e per lunghi periodi di tempo non leggo nulla e non scrivo nulla, entrambe le cose mi ripugnano nello stesso modo. Per lunghi periodi scrivere e leggere mi risulta altrettanto odioso, e sono condannato all'inattività, vale a dire all'esame torturante e approfondito della mia personalissima catastrofe che vedo da un lato come curiosità, dall'altro come conferma di tutto ciò che io sono oggi, nonché di tutto ciò che in queste circostanze tanto quotidiane quanto innaturali, artificiose, e addirittura perfide, io con l'andar del tempo sono diventato.
(T. Bernhard, La cantina)

È stato scritto da più parti che una lettura avvincente stimola la scrittura, che la scrittura stessa è oggi considerata un piacere. Crediamo che sia così, anzi a nostro avviso la lettura stimola anche il dialogo, il racconto. Chi ha letto e gustato una bella storia è naturalmente portato a raccontarla oralmente e qualche volta anche per iscritto. I piaceri in questi casi si sommano: a quello della lettura di un bel romanzo o di un bel saggio si aggiunge quello della rievocazione, della narrazione, quasi per rivivere lo stesso piacere insieme ad altri nel momento in cui ad altri lo comunichiamo.
(E. Detti, Il piacere di leggere)

Ogni attività del pensiero che non sia diventata scrittura è in fin dei conti assolutamente priva di valore, perché inquieta se mai solo chi se la inventa, non fa storia, mentre lui, come è naturale, aveva l'ambizione di fare storia, il che è da sempre il primo presupposto per uno scritto importante ed epocale.
(T. Bernhard, I mangia a poco)

- "Qualche consiglio agli aspiranti scrittori?"
- "Leggete più che potete, e rileggete con occhio critico. Lasciate perdere i corsi di scrittura creativa, e non fate mai leggere ad altri un lavoro in corso, non si sa mai, qualcuno potrebbe poi avere la vostra stessa idea..."
(N. Gordimer, "Il mio Sudafrica", intervista a L'Espresso 31.01.2008)

I poeti parlano sempre della propria casa, del proprio papà e della propria mamma e attraverso un'operazione di questo tipo, però, cercano prima di tutto di parlare fino in fondo di sé.
(G. Bassani, Italia da salvare)

Scrivere è sempre per me una sorta di campagna militare. Confesso che lo affronto con metafore militari. C'è una strategia, una concezione generale, e via via tutta una serie di tattiche. Se sei bloccato, mai chiuderti in trincea; continua ad avanzare. Mai cercare di espugnare una roccaforte prendendola d'assalto o disponendo un assedio. giraci intorno e con il tempo cadrà da sola. Niente battaglie campali con le voci interiori di sabotatori, disfattisti, avversari. Una scaramuccia, un rapido lancio di frecce e via, nel folto del paragrafo successivo. La vulnerabilità, la scarsità di riserve vanno mimetizzate con coreografiche parate e squilli di tromba (non dimenticare che anche gli altri sono altrettanto vulnerabili). Saccheggia i magazzini del pensiero, ammoderna vecchi materiali e usali per rinforzare le linee. Abbandona il terreno che non puoi sfruttare, ma se stai inseguendo un argomento, annettiti tutti i territori che puoi.
(J. Hillman, Un terribile amore per la guerra)

Non può esserci eleganza di parole, senza aver prima concepito e sviluppato un pensiero, e non ci può essere chiarezza di pensiero senza chiarezza di parole.
(Cicerone, De oratore)

L'arte dello scrivere consiste nel cancellare, cancellare, cancellare.
(R.L. Stevenson)

Scrivere è, per me, il tentativo di mettere ordine nel mondo che sento come labirinto, come manicomio.
(F. Durrenmatt)

Scrivi con furia, correggi con flemma.
(W.D. Roscommon)

Pensare col cuore e scrivere con la testa.
(C. Dossi)

Non basta che lo scrittore sia padrone del proprio stile. Bisogna che lo stile sia padrone delle cose.
(G. Leopardi, Zibaldone)

Scrivere, pertanto, è un'attività complessa: è, insieme, preferire l'immaginario e voler comunicare; in queste due scelte si manifestano tendenze assai diverse e a prima vista contrastanti. Per pretendere di sostituire un universo inventato al mondo esistente, bisogna rifiutare aggressivamente quest'ultimo: chiunque vi stia dentro come un pesce nell'acqua e pensi che tutto va bene, non si metterà certo a scrivere. Ma il desiderio di comunicazione presuppone che ci si interessi agli altri; anche se nel rapporto dello scrittore con l'umanità entra dell'inimicizia e del disprezzo.
(S. de Beauvoir, La terza età)

Scrivere è trascrivere. Anche quando inventa, uno scrittore trascrive storie e cose di cui la vita lo ha reso partecipe: senza certi volti, certi eventi grandi o minimi, certi personaggi, certe luci, certe ombre, certi paesaggi, certi momenti di felicità e disperazione, tante pagine non sarebbero nate.
(C. Magris)

Scrivere per essere vivi e autentici. Non conosco altra ragione valida per scrivere. La fama è decisamente secondaria e non meriterebbe che minimi sforzi.
(G. Pontiggia)

Non c´è nulla di sorprendente come la vita. Tranne lo scrivere. Lo scrivere. Sì, certo, tranne lo scrivere, l´unica consolazione che abbiamo.
(O. Pamuk, Il libro nero)

Esiste una sola scuola: quella del talento.
(V. Nabokov, Intransigenze)

- Quali sono le virtù letterarie a cui cerca di arrivare, e come?
- "La capacità di chiamare a raccolta le parole migliori, con ogni aiuto disponibile, lessicale, associativo e ritmico, per esprimere con la massima precisione possibile ciò che si vuole esprimere".
(V. Nabokov, Intransigenze)




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