Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
 
Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva
Vota | Stampa | Notifica email    
Autore

frasi 3

Ultimo Aggiornamento: 30/08/2008 01:12
OFFLINE
Post: 3.276
Sesso: Femminile
Moderatore
30/08/2008 00:52

L'uomo è per natura un animale sociale.
(Aristotele, Politica)

La borghesia non è più una classe sociale. E' la condizione umana.
(F. Brusati, Le rose del lago)

Una società che egli si compiace di definire "molto complessa" gli ha aperto infiniti interstizi, crepe, fessure orizzontali e verticali, a destra come a sinistra, gli ha procurato innumeri poltrone, sedie, sgabelli, telefoni, gli ha messo a disposizione clamorose tribune, inaudite moltitudini di seguaci e molto denaro.
Gli ha insomma moltiplicato prodigiosamente le occasioni per agire, intervenire, parlare, esprimersi, manifestarsi in una parola (a lui cara) per "realizzarsi".
(Fruttero & Lucentini, La prevalenza del cretino)

Giudico borghese chiunque pensi bassamente.
(G. Flaubert)

Oggi i figli si lamentano di avere padri con i quali non si può parlare. Non sanno che padri abbiamo avuto noi.
(L. Magni)

Agosto è un imbuto enorme di demenza collettiva.
(G. Ceronetti)

L'arte del progredire sta nel preservare l'ordine in mezzo ai mutamenti e nell'attuare i mutamenti in mezzo all'ordine.
(A.N. Whitehead)

Che cos'è il Novecento? Risponderò con le parole di Franco Venturi: è il tentativo sempre ripetuto di capirlo.
(E. Hobsbawm)

I bianchi percepiscono i neri come falliti, violenti, criminali, indolenti per il lavoro e pericolosi, ingiustamente favoriti dall'assistenza sociale. I neri considerano i bianchi sfruttatori, egoisti, la polizia e la giustizia violente e faziose.
(G. Riotta)

Nell’epoca della famiglia allargata, c’è anche la famiglia «allungata», nella quale genitori e figli vivono sotto lo stesso tetto molto più a lungo. Positivo? Non direi. Non si diventa marinai restando in porto a sognare gli oceani. Deve pure arrivare il momento di tentare la navigazione. Non si cresce senza rischio (...).
L'obiettivo dell'autonomia e dell'indipendenza deve tornare a fare parte dei desideri dei figli e dei genitori. Quando veniamo al mondo siamo sotto la totale responsabilità altrui. Poi dobbiamo assumerci le fatiche, gli oneri, ma anche il piacere delle nostre responsabilità e cominciare a scrivere in proprio, per quanto possibile, la nostra storia.
(F. Scaparro)

E’ con la cultura che si innesca il progresso, perché senza di essa l’uomo è condannato a vedere nell’altro sempre e solo un nemico.
(K. F. Allam)

Ci sono politici che, se i loro elettori fossero cannibali, prometterebbero loro missionari per cena.
(Mencken)

- Sono furbi i criminali?
- La maggioranza è molto più stupida di noi.
(Fruttero & Lucentini, La donna della domenica)

La sintassi non cambia la società.
(F. Fortini)

Nella nostra società il semplicismo ottimista è una malattia cronica.
(W. Styron)

La disperazione più grande che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile.
(C. Alvaro)

È pur troppo vero, chi vuol figurare nel mondo, convien che faccia quel che fanno gli altri.
(C. Goldoni, Le smanie per la villeggiatura)

Malibu: Un gruppo di cabine da spiaggia per gente che non sa nuotare.
(F. Scott Fitzgerald, I taccuini)

La maggior parte dei figli lasciano i genitori a diciotto o vent'anni, vivono indipendentemente da loro per quindici o vent'anni e poi, col tempo, si riconciliano con gli anziani genitori e cercano di dar loro una mano.
(P. Roth, Ho sposato un comunista)

Maleducazione, irresponsabilità, doppiezza e stupidità sono le caratteristiche delle reali interazioni umane: la materia delle conversazioni, la causa di molte notti insonni.
(J. Franzen, Come stare soli)

Ogni idea nuova, per propagarsi, si cristallizza in formule; per conservarsi si affida a un corpo di interpreti, prudentemente reclutato, talvolta anche appositamente stipendiato, e, a ogni buon conto, sottoposto a un'autorità superiore, incaricata di sciogliere i dubbi e di reprimere le deviazioni. Così ogni nuova idea finisce sempre col diventare una idea fissa, immobile, sorpassata. Quando questa idea diventa dottrina ufficiale dello Stato, allora non c'è più scampo.
(I. Silone, Vino e pane)

[...] gli uomini i quali una volta dicevano no alla società e andavano nei conventi, adesso il più sovente finiscono tra i fautori della rivoluzione sociale [...] Non esito ad attribuire ai ribelli il merito di una più vicina fedeltà a Cristo.
(I. Silone, L'avventura di un povero cristiano)

[I giovani di oggi] non hanno espressione alcuna: sono l'ambiguità fatta carne. I loro occhi sfuggono, il loro pensiero è perpetuamente altrove... Essi non hanno nessuna luce negli occhi: i lineamenti sono contraffatti... Sono quasi afasici e lanciano ogni tanto urli gutturali e interiezioni, tutte di carattere osceno. Non sanno sorridere o ridere. Sanno solo ghignare o sghignazzare.
(P.P. Pasolini)




OFFLINE
Post: 3.276
Sesso: Femminile
Moderatore
30/08/2008 00:52

La gioventù non vuole imparare più nulla, la scienza è in decadenza, il mondo intero cammina col capo all'ingiù, dei ciechi guidano altri ciechi... Tutto è sviato dalla sua strada.
(Lambert, Carmina Burana)

La prima cosa che dovetti imparare fu che gli uomini, senza un motivo particolare, anzi, senza nessuno scopo, infieriscono gli uni sugli altri ogni volta che possono, e che ciò deriva dalla loro natura, e quindi è inutile dolersene.
(S. Marai, Confessioni di un borghese)

Chi tollera i rumori è già un cadavere.
(G. Ceronetti)

Esiste una "prosperità", una fortuna europea, si chiama libertà: libertà di pensiero e di azione, libertà di circolazione e di opposizione. L'Europa non ha raggiunto facilmente questo stadio, questa sua "prosperità". Ci sono voluti milioni di morti, di terribili guerre, lunghe e crudeli, ci sono voluti scioperi, manifestazioni, movimenti di resistenza, sono serviti molti sacrifici per far sì che oggi un giovane diciottenne possa svegliarsi ogni mattina domandandosi quale futile attività intraprendere in quella giornata.
(T. B. Jelloun)

[...] la dimensione tipicamente liberale della meritocrazia, della competizione, dell'efficienza e del rischio.
(E. Galli della Loggia)

La volgarità è da ogni parte intorno a noi, e ogni giorno, inevitabilmente, soffochiamo nell'imbecillità.
(T. Bernhard, Un bambino)

[...] quel sentimento composto in egual misura di ammirazione e timore che una volta, prima che ci abituassimo a considerarli dei fagotti inerti ed ingombranti, ispiravano gli anziani, con la loro saggezza di vita.
(E. Loewenthal)

I tempi e i metodi non mutano.
(T. Bernhard, Un bambino)

Non c'è società, esistono solo gli individui e le loro famiglie.
(M. Thatcher)

Vorrei comprendere come è possibile che tanti uomini, tanti borghi, tante città, tante nazioni sopportino talvolta un tiranno solo, che non ha forza se non quella che essi gli danno, che ha il potere di danneggiarli unicamente in quanto essi vogliono sopportarlo, che non potrebbe far loro alcun male se essi non preferissero subirlo invece di contrastarlo... È il popolo che si fa servo, che, potendo scegliere se esser servo o libero, abbandona la libertà e si sottomette al giogo: è il popolo che acconsente al suo male o addirittura lo provoca.
(E. de La Boetie, Discorso sulla servitù volontaria)

Il riformatore olandese Van Parijs e il sociologo tedesco Claus Offe sostengono che lo stato dovrebbe fornire a tutti i cittadini un reddito sufficiente a finanziare la loro istruzione e le cure mediche; il reddito minimo viene garantito per tutta la vita della persona e sostituisce la previdenza pubblica. Nella versione più radicale viene concesso a chiunque un reddito base, a prescindere dal bisogno effettivo. Scompare quindi la "valutazione della necessità".
(R. Sennett, Rispetto)

Criticare la diseguaglianza e desiderare l'uguaglianza non è, come talvolta si sente dire, coltivare l'illusione romantica che gli uomini siano uguali per intelligenza e carattere. Significa sostenere che, a fronte della profonda differenza delle loro doti naturali, il compito di una società civilizzata è di eliminare quelle diseguaglianze che trovano la loro origine non nelle differenze individuali, bensì nell'organizzazione sociale.
(R.H. Tawney, Equality)

La mancanza di rispetto, anche se meno aggressiva di un insulto diretto, può ferire in maniera altrettanto viva. Non c'è insulto, ma nemmeno riconoscimento; la persona coinvolta semplicemente non viene "vista" come essere umano pieno, la cui presenza conti qualcosa.
Quando la società tratta la massa della gente in questo modo, accordando solo a pochi il riconoscimento, crea una carenza di rispetto, quasi come se si trattasse di una sostanza troppo preziosa da far circolare. Al pari di altre carestie, anche questa è opera dell'uomo; ma a differenza del cibo, il rispetto non costa niente. Perché, allora, ne viene dispensato così poco?
(R. Sennett, Rispetto)

Da giovane pensavo che si potesse e si dovesse cambiare il mondo. Ora penso che il gesto più rivoluzionario che si possa compiere è riuscire a sopportarlo.
(M. Serra)

L'ingenuo presupposto che il mondo sia un malato e che bisogni andare in cerca del rimedio per la radicale guarigione della sua malattia. Strano malato, chi non è mai stato sano, e sempre ha fatto le cose di cui ora è accusato, e queste cose sono la sua storia, cioè la sua realtà. Tanto varrebbe considerare malato l'uomo perché s'innamora e fa tutte le corbellerie proprie dell'amore.
[...] Invochiamo il moltiplicarsi non dei disegni e dei programmi, ma degli uomini di buona volontà e di buon senso, mettiamoci al loro fianco [...] e avremo tutto ciò che è dato fare perché altro non si può o è un finto fare e un vano chiacchierare.
(B. Croce)

Ieri avevo dodici persone, e ho potuto ammirare la differenza di generi e sfumature dell'imbecillaggine: eravamo tutti perfettamente imbecilli, ma ciascuno a suo modo.
(Madame du Deffand)

Sempre si sopravalutano i propri simili e quindi coloro che ci vivono attorno - avrebbe detto Konrad - si sopravaluta anche chi meriterebbe il massimo disprezzo, si tende sempre a esagerare persino nella valutazione dei membri da noi meno stimati della ristretta e ristrettissima cerchia di conoscenti parenti eccetera e nei riguardi di certe persone si crede di esserci affidati a persone nobilissime, mentre in realtà siamo finiti in mano agli elementi più abietti che ci siano.
(T. Bernhard, La fornace)

La menzogna in questo paese è tutto, la verità attira solo accuse e scherno. Per questa ragione lui non taceva il fatto che l'intero suo popolo si fosse rifugiato nella menzogna. Chi dice la verità rischia di esser dichiarato colpevole oppure si espone al ridicolo, la massa o i tribunali decidono se uno debba esser dichiarato colpevole o venir ridicolizzato oppure dichiarato colpevole e ridicolizzato, l'uomo che dice la verità, se non lo si può dichiarare colpevole lo si ridicolizza, se non lo si può ridicolizzare lo si dichiara colpevole, in questo paese viene ridicolizzato e dichiarato colpevole chiunque dica la verità.
(T. Bernhard, La fornace)

È incredibilmente difficile sollevarsi da soli, da una famiglia povera, da un ambiente isolato. [...] È immenso il peso della famiglia, del suo sapere, delle sue relazioni sociali. È la famiglia che ti manda nella scuola giusta, dove farai le amicizie utili, che ti inserisce nella rete di relazioni sociali in cui si fa carriera. [...] La nostra società è fatta di clan, consorterie, tribù. Se sei dentro la tua vita è in discesa, se sei fuori trovi strade sbarrate.
(F. Alberoni)

Svaniti nell'ultimo trentennio tutti i suoi tradizionali punti di riferimento (la centralità operaia e sindacale, il maestoso welfare di un tempo, lo statalismo, perfino il comunismo), essa (la sinistra, n.d.r.) si ritrova sospinta dallo spirito dei tempi tra i due fuochi dell'individualismo libertario da un lato e del radicalismo movimentista dall'altro. A collegare i due, l'ideologia per l'appunto del politicamente corretto. L'ideologia cioè dell'obbligatorio e generale relativismo dei valori e della conseguente accusa di intolleranza per chi obietta, della radicale delegittimazione per ciò che riguarda i comportamenti personali di ogni vincolo rappresentato dalla storia e dal passato culturale, la tendenziale riduzione a "diritto" di ogni inclinazione o scelta individuali.
(E. Galli della Loggia)

Odiare l'oppressione, ma temere gli oppressi.
(V.S. Naipaul)

Nei rapporti umani menzogne e gentilezze valgono migliaia di verità.
(G. Greene)

C'è qualcosa di più terribile della guerra, è la pace comprata con la totale rinuncia alla vita e alla legge.
(E. Boutroux)

La gente avverte l'assedio della malavita, ma nella nostra società si è allentato ormai il nesso logico e morale fra colpa e castigo, delitto e pena. Il principio della responsabilità personale si diluisce in un mare di valutazioni sociologiche e di utopie umanitarie che non tengono conto dell'umanità reale, con la sua violenza e la sua crudeltà.
(S. Scarpino)

Settant'anni di comunismo, per arrivare al niente.
(slogan russo)

Un popolo che ne opprime un altro non può essere libero.
(K. Marx)

L'unica dimensione dell'attuale società è la razionalità tecnologica.
(H. Marcuse)



OFFLINE
Post: 3.276
Sesso: Femminile
Moderatore
30/08/2008 00:55

Se la natura avesse tante leggi quante ne ha lo Stato, nemmeno Dio potrebbe governarla.
(G. Borrow)

La gente si vergogna di vestirsi con eleganza.
(Valentino Garavani)

Libertà e non solo ordine.
(E. Luttwak)

[...] Anche per salvare la pace, bisogna essere in due, e basta che l'altro abbia una visione diversa della vita e della morte, perché la guerra scoppi. [...] L'esperienza sta dimostrando che gli ultimatum funzionano.
(S. Vertone)

O amico mio! ciascun individuo è nemico nato della Società, perché la Società è necessaria nemica degli individui.
(U. Foscolo, Ultime lettere di Jacopo Ortis)

E fango è il mondo.
(G. Leopardi)

La sociologia è un settore della fantascienza.
(J. L. Borges)

Il fanatismo è l'unica forza di volontà di cui sono capaci i deboli.
(F. Nietzsche)

Il mondo sta correndo - e sta correndo verso la sua fine.
(arcivescovo Wulfstan, in un sermone tenuto a New York nel 1014)

Il mondo è una farsa per quelli che pensano, una tragedia per quelli che hanno sentimenti.
(H. Walpole)

La politica fu in primo luogo l’arte di impedire alla gente di immischiarsi in ciò che la riguarda. In un’epoca successiva si aggiunse l’arte di costringerla a decidere su ciò che non capisce.
(P. Valery, Sguardi sul mondo attuale)

Il delinquente ha diritto alla sua pena.
(C. Beccaria)

La comunità torna dall'esilio in cui lo stato moderno l'aveva confinata; tutto le è perdonato e dimenticato: il senso di oppressione che derivava dal campanilismo, la propensione al narcisismo collettivo, la forza prevaricante delle pressioni interne e il dispotismo della condotta di vita che imponeva.
(Z. Bauman, La società dell'incertezza)

[...] il problema della sicurezza è un problema di libertà: non essere aggrediti, non essere derubati, non essere insultati, non dover camminare per vie e piazze ridotte a fetidi bivacchi, sono libertà fondamentali della persona. Ci sono ovviamente anche altre libertà, ma queste sono le più importanti. Uno Stato che non sa tutelarle non è Stato, e invita di fatto i cittadini a proteggersi con mezzi privati, con esiti che è anche troppo facile immaginare.
Sorprende poi notare la persistenza di idee sulla criminalità, e sui modi migliori di combatterla, ormai destituite di ogni fondamento, prima fra tutte quella che chi rapina o aggredisce o devasta beni pubblici agisce in tal modo perché povero o oppresso o discriminato. Sarebbe una vittima da capire e da aiutare.
[...] Altrettanto sorprendente è l'argomento che prima o più della piccola criminalità bisogna combattere quella grande, ovvero quella dei ricchi e dei mafiosi. I fatti dimostrano che il modo più efficace di combattere la grande criminalità è reprimere tutte le forme di illegalità, come prescrive la nota teoria delle «finestre rotte» (broken windows) di James Wilson e George Kelling.
(M. Viroli, La Stampa 10.09.07)

Le parole continuano a forzare con facilità l'intelletto portando ovunque la confusione, e trascinano gli uomini in infinite controversie vuote di significato, in discussioni vane.
(F. Bacone, Novum Organum)

Gli abitanti di questa città sono freddi nel profondo dell'animo, la volgarità è il loro pane quotidiano, ciò che li distingue è il calcolo più infame.
(T. Bernhard, L'origine)

La società, intesa come comunità, non si dà pace fino a quando uno dei suoi membri, pochi o tanti che siano, non viene prescelto come vittima e non diventa, da quel momento in poi per sempre, l'individuo contro il quale tutti, in ogni circostanza, puntano il loro indice fino a trafiggerlo. La comunità, intesa come società, trova sempre l'individuo più debole e senza farsi alcuno scrupolo lo espone alle sue risate di scherno e ai suoi torturanti sarcasmi e dileggi, i quali si rinnovano ogni giorno e ogni giorno diventano più atroci, e la società è ricchissima d'immaginazione quando si tratta di trovare e inventare invenzioni sempre nuove e sempre più offensive per torturare le sue vittime con il sarcasmo e il dileggio. [...] La società, intesa come comunità, deriva sempre il suo divertimento soltanto dai difetti di uno o di un paio di individui scelti nel suo mezzo, questo lo si può constatare vita natural durante, e le vittime vengono sfruttate a fondo, fino a quando non sono portate alla rovina più completa.
(T. Bernhard, L'origine)

Lo Stato nasce nella violenza; soltanto quando ha ottenuto un monopolio legittimo sulla violenza esso può promulgare la legge.
(Bobbitt, The Shield of Achilles)

Abbiamo creato un tipo umano che non solo consuma per esistere ma esiste per consumare.
(G. Tremonti, La paura e la speranza)

È sempre più diffusa la fobia o ansia sociale, che si scatena nelle relazioni con gli altri. È legata al timore del giudizio altrui e alla paura di essere umiliato. Una sottocategoria della fobia sociale è quella scolare: un attacco di ansia acuta che prende i bambini al momento di andare a scuola. C'è anche una fobia da palcoscenico, che non ha risparmiato artisti straordinari.
(V. Andreoli, E vivremo per sempre liberi dall'ansia)

[...] un nuovo tipo di servitù [...] un potere immenso e tutelare [...] copre la superficie [della società] con una rete di piccole regole complicate, minuziose ed uniformi, attraverso le quali anche gli spiriti più originali e vigorosi non saprebbero come mettersi in luce e sollevarsi sopra la massa; esso non spezza le volontà, ma le infiacchisce, le piega e le dirige; raramente costringe ad agire, ma si sforza continuamente di impedire che si agisca; non distrugge, ma impedisce di creare; non tiranneggia direttamente, ma ostacola, comprime, snerva, estingue, riducendo infine la nazione a non essere altro che una mandria di animali timidi ed industriosi, della quale il governo è il pastore.
(A. de Tocqueville)

[La violenza] azione senza argomentazione, né discorso e senza calcolo delle conseguenze.
(H. Arendt)

Ciascuno ha descritto la libertà in modo diverso. Io vi dico che la libertà è l'opinione che ciascuno ha della propria sicurezza [...] e funzione fondamentale dello Stato è quella di garantire questa sicurezza dentro la quale fiorisce la libertà.
(Montesquieu)

[La televisione] ecco la guida che la società assegna alla gente, orientandola sulle mode e i modi di vivere, non sul senso vero dell'esistenza.
(monsignor Ravasi)

Può tuttavia accadere che un gusto eccessivo per i beni materiali porti gli uomini a mettersi nelle mani del primo padrone che si presenti loro. In effetti, nella vita di ogni popolo democratico, vi è un passaggio assai pericoloso. Quando il gusto per il benessere materiale si sviluppa più rapidamente della civiltà e dell'abitudine alla libertà, arriva un momento in cui gli uomini si lasciano trascinare e quasi perdono la testa alla vista dei beni che stanno per conquistare.
Preoccupati solo di fare fortuna, non riescono a cogliere lo stretto legame che unisce il benessere di ciascuno alla prosperità di tutti. In casi del genere, non sarà neanche necessario strappare loro i diritti di cui godono: saranno loro stessi a privarsene volentieri. [...] Se un individuo abile e ambizioso riesce a impadronirsi del potere in un simile momento critico, troverà la strada aperta a qualsivoglia sopruso. Basterà che si preoccupi per un po' di curare gli interessi materiali e nessuno lo chiamerà a rispondere del resto. Che garantisca l'ordine anzitutto! Una nazione che chieda al suo governo il solo mantenimento dell'ordine è già schiava in fondo al cuore, schiava del suo benessere e da un momento all'altro può presentarsi l'uomo destinato ad asservirla. Quando la gran massa dei cittadini vuole occuparsi solo dei propri affari privati i più piccoli partiti possono impadronirsi del potere.
Non è raro allora vedere sulla vasta scena del mondo delle moltitudini rappresentate da pochi uomini che parlano in nome di una folla assente o disattenta, che agiscono in mezzo all'universale immobilità disponendo a capriccio di ogni cosa: cambiando leggi e tiranneggiando a loro piacimento sui costumi, tanto che non si può fare ameno di rimanere stupefatti nel vedere in che mani indegne e deboli possa cadere un grande popolo.
(Alexis de Tocqueville, La democrazia in America)

Un'intera nazione che, a poco a poco, rinuncia a tutto ciò che di essa ha fatto un Paese del Primo Mondo - la democrazia, l'economia di mercato, l'integrazione con il resto del pianeta, le istituzioni civili, la cultura dell'accoglienza - per impoverirsi, dividersi, insanguinarsi, provincializzarsi, obnubilata dal populismo, dalla demagogia, dall'autoritarismo, dalla dittatura e dal delirio messianico.
(M. Vargas Llosa sulla crisi argentina)

L'era che verrà ci mostrerà il caos dietro la legge.
(Wheeler)




OFFLINE
Post: 3.276
Sesso: Femminile
Moderatore
30/08/2008 00:56

La vita è così orribile che la si può sopportare soltanto fuggendola. E lo si fa vivendo nell'arte.
(G. Flaubert)

Dove trovate un italiano bastantemente colto che vi parli come vi parlo io dell'arte? La grande maggioranza degli uomini educati non ne capisce niente, ma si guarda molto bene del confessarlo. È curioso di star ad ascoltare un gruppo di questi sciocconi ipocriti davanti ad un quadro o a una statua, quando fanno una fatica del diavolo per metter fuori dell'ammirazione, credendo ciascuno di aver a che fare con degli intelligenti. Se potessero levarsi la maschera tutti ad un tratto, udreste che risata!
(A. Fogazzaro, Malombra)

Si dipinge col cerviello et non con le mani.
(Michelangelo Buonarroti, Lettere)

L'arte come la concepisco e come non arrivo a farla io, è cosa altamente e perfettamente [...] aristocratica.
(G. Carducci, Schermaglie di letteratura)

Il cinema di oggi? Diminuiscono gli spettatori ma aumentano i registi.
(F. Scarpelli)

L'arte è influenzata dalla storia dell'arte. [...] L'arte ha bisogno di calma, di riposo, di silenzio, di concentrazione, di sicurezza.
(T. Scialoja)

[...] Se si parla di pittura sono d'obbligo Magritte, Permeke e, subordinatamente, Topor. Da evitare Picasso, e persino Pollok, forse anche Rauschenberg e Wahrol. Ammessi invece Kandinsky e Klee; semmai un patetico ricordo di Cy Twombly del periodo romano. Ottimo è, per l'Ottocento, confessare un debole per De Nittis e Boldini, persino per Michetti, e ovviamente per Fattori. Si va sempre bene ora con Boccioni, Balla, il primo Carrà. Fra gli scultori, con Moore non si sbaglia mai; glissare su Manzù e semmai ostentare una qualche nostalgia per Medardo Rosso. Se si parla di musica, evitare gli ovvi entusiasmi per Bach, Beethoven, Mozart; Debussy è sempre ottimamente quotato. Con Mahler si va sul sicuro. Ma Schonberg, la dodecafonia, e persino Nono sono argomenti rischiosi, meglio evitare. Ora si è invece tranquilli con Respighi. All'ovvio Verdi è sempre preferibile Donizetti, se non addirittura Puccini. Con Rossini non si sbaglia mai.
(L. Canali, Manuale ad uso degli scrittori esordienti)

In arte non è bello quel che piace, ma è bello quel che è bello.
(R. Persichetti)

L'arte si occupa sempre e soltanto della vita. Cosa facciamo nell'arte? Resuscitiamo la vita.
(V. Sklovskij)

Un quadro, un racconto o un romanzo sono impressioni dirette della vita.
(H. James, La lezione dei maestri)

Il compito della democrazia, nel campo dell'arte, è di proteggere l'elitarismo.
(R. Hughes, La cultura del piagnisteo)

Adesso posso dire che l'arte è una stupidaggine.
(A. Rimbaud, sulla minuta di Una stagione all'inferno)

L'arte è una delle cose messe in circolazione per colmare il vuoto lasciato nella mente dei popoli dal declino delle religioni.
(A. Huxley)

Noi non scriviamo per il popolo. Qualsiasi tipo di arte si rivolge solo all'aristocrazia intellettuale di una nazione.
(G. de Maupassant)

La verità senza interpretazione è inutile come l'oro falso. E l'arte è l'interprete per eccellenza.
(L. Strachey)

Il Ventesimo secolo non era interessato né alle impressioni né alle emozioni, era interessato alle concezioni e da questo è nata la pittura del ventesimo secolo.
(G. Stein)



OFFLINE
Post: 3.276
Sesso: Femminile
Moderatore
30/08/2008 00:56

L'artista è chimico, fisico, architetto. soldato, pazzo...
(Depero)

I muri dei palcoscenici trasudano rancore.
(L. Ridenti)

Il fotografo in Italia è considerato fratello del pittore.
(L. Longanesi)

Tutti gli uomini recitano, tranne alcuni attori.
(Ionesco)

Dedicare un'esistenza breve a banalità mendaci o effimere è una vera e propria"exspense of spirit" ("dilapidazione dello spirito"). C'è già così poco tempo nella nostra vita per ciò che travolge e muta giustamente la nostra coscienza. I giochini intellettuali sull'importanza relativa, sulla forza vivificante, per esempio della Missa solemnis, da una parte, e dell'ultima canzone pop di successo, dall'altra, impoveriscono sia l'esistenza dell'individuo sia la società.
(G. Steiner, Grammatiche della creazione)

L'arte è l'espressione più eccelsa di un'aritmetica interiore e inconscia.
(G.W. Leibniz)

L'opera d'arte è un'equazione: c'entra l'intuizione pura, la preparazione culturale, l'esperienza etica e che so io (forse anche fattori empiricissimi). C'entra anche un poco il coup de foudre, la grazia.
(E. Montale, lettera a S. Solmi del 15 aprile 1922)

Il vero artista è sempre attuale, sempre originale, sempre engagé anche se non sa di esserlo.
(E. Montale, lettera inviata a Luigi Russo il 5 gennaio 1957)

[La vita] è brutale, incoerente, sconnessa, piena di catastrofi inesplicabili, illogiche e contraddittorie [...] La vita inoltre lascia tutto sullo stesso piano, fa precipitare i fatti o li trascina indefinitamente. L'arte, invece, consiste nell'usare precauzioni e preparazioni, nel predisporre transizioni sapienti e dissimulate, nel mettere in piena luce, attraverso la pura abilità della composizione, gli avvenimenti essenziali, conferendo a tutti gli altri il rilievo adeguato.
(R.L. Stevenson, lettera a H. James 8 dicembre 1884, in James e Stevenson, Amici rivali)

La prima qualità dell'Arte è l'illusione.
(G. Flaubert, lettera a L. Colet del 16 settembre 1853)

La missione dell'arte non consiste nell'imitare la natura, ma nell'esprimerla.
(H. de Balzac, Il capolavoro sconosciuto)

Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità.
(F. Nietzsche, La volontà di potenza)

Nulla è bello fuorché il vero, solo il vero è amabile.
(N. Boileau, Epistola IX)

L'uomo è un altro Dio [...] in quanto creatore del pensiero e delle opere d'arte.
(N. Cusano)



OFFLINE
Post: 3.276
Sesso: Femminile
Moderatore
30/08/2008 01:00

Si ha paura di mille cose, dei dolori, dei giudizi, del proprio cuore, del risveglio, della solitudine, del freddo, della pazzia, della morte... specie di questa, della morte. Ma tutto ciò è maschera e travestimento.
In realtà c'è una cosa sola della quale si ha paura: del lasciarsi cadere, del passo incerto, del breve passo sopra tutte le assicurazioni esistenti. E chi una volta sola si è donato, chi una volta sola si è affidato alla sorte, questi è libero. Egli non obbedisce più alla legge terrena, è caduto nella spazio universale e partecipa alla ridda delle stelle.
(H. Hesse)

Se c'è soluzione perché ti preoccupi? Se non c'è soluzione perché ti preoccupi?
(Aristotele)

Dove c'è pericolo lì cresce anche la speranza.
(F. Holderlin)

Fu la paura a renderlo audace.
(Ovidio)

La paura tende sempre a far vedere le cose peggiori di quel che sono.
(Tito Livio)

Lo scoraggiamento è la scusa degli imbecilli.
(M. Weber)

Gli uomini di norma non sono così malvagi tra loro se non quando cominciano ad avere paura gli uni degli altri.
(H. de Lubac)

L'eroe non è un uomo più coraggioso degli altri; è solo coraggioso per cinque minuti in più.
(R.W. Emerson)

La vita si restringe o si espande in proporzione al nostro coraggio.
(A. Nin)

Non si è mai tanto paurosi o arditi quanto s'immagina d'essere.
(La Rochefoucauld)

Se volete non aver paura di nulla, dovete credere che tutto possa farvi paura.
(Seneca)

La paura di non essere all'altezza, ci fa salire di un gradino.
(proverbio giapponese)

Il senso delle nostre imperfezioni ci aiuta ad avere paura.
Cercare di risolverle ci aiuta ad avere coraggio.
(V. Gassman)

Felicità e sofferenza sono figli della stessa passione.
(massima buddista)

Una grande paura si supera con l'audacia.
(Lucano)

Il coraggio è come l'amore, è fratello della speranza.
(proverbio cinese)

"Non temere! Accogli l'ignoto e l'impreveduto e quanto altro ti recherà l'evento; abolisci ogni divieto; procedi sicuro e libero. Non avere omai sollecitudine se non di vivere. Il tuo fato non potrà compiersi se non nella profusione della vita"
(G. D'Annunzio, Le vergini delle rocce)




OFFLINE
Post: 3.276
Sesso: Femminile
Moderatore
30/08/2008 01:01

Onde io imparai sin da allora, che la vicendevole paura era quella che governava il mondo.
(V. Alfieri, Vita)

Il messaggio che invio, e credo anche più importante di quello scientifico, è di affrontare la vita con totale disinteresse alla propria persona, e con la massima attenzione verso il mondo che ci circonda, sia quello inanimato che quello dei viventi. Questo, ritengo, è stato il mio unico merito. Io dico ai giovani: non pensate a voi stessi, pensate agli altri. Pensate al futuro che vi aspetta, pensate a quello che potete fare, e non temete niente. Non temete le difficoltà: io ne ho passate molte, e le ho attraversate senza paura, con totale indifferenza alla mia persona.
(R. Levi Montalcini)

Perché mai a me questa paura, stabilmente, come un guardiano davanti al mio cuore profetico volteggia? E un canto non richiesto, non pagato, pronuncia profezie, né posso io scacciarlo come si fa con sogni confusi, in modo che la fiducia rassicurante sieda sul trono della mia mente?
(Eschilo, Agamennone)

Il modo migliore per venirne fuori è sempre buttarsi dentro.
(R. Frost, A Servant to Servants)

Il terrore uccide, non la morte.
(R. Kipling)

Ogni giorno perdo coraggio, e ogni giorno, in qualche modo, lo ritrovo.
(B. Honigmann, Romanzo di un bambino)

Cos'è un eroe? Principalmente una persona che ha vinto le proprie paure.
(H. Miller)

Che è mai l'uomo? il coraggio fu sempre dominatore dell'universo perché tutto è debolezza e paura.
(U. Foscolo, Ultime lettere di Jacopo Ortis)

[...] una sorta di "cultura della paura", come l'ha chiamata il sociologo britannico Frank Furedi, che non è la semplice percezione del rischio, quanto una retorica dello stato panico - una condizione in cui l'eccesso di timore induce in una comunità reazioni irrazionali che impediscono una pacata valutazione del pericolo reale.
(G. Giorello, CdS)

La sola grande passione della mia vita è stata la paura.
(T. Hobbes)

Quando l'uomo perde il suo punto d'appoggio diventa preda della paura, e cade ciecamente nella sua spirale.
(E. Jünger, Sulle scogliere di marmo)

Siamo minacciati dalla sofferenza da tre versanti: dal nostro corpo, condannato al declino e al disfacimento e che non può funzionare senza il dolore e l'ansia come segnali di pericolo; dal mondo esterno, che può scagliarsi contro di noi con la sua terribile e formidabile forza distruttiva; infine, dalle nostre relazioni con gli altri.
(S. Freud, Il disagio della civiltà)

Adam gli posò una mano sulla spalla. "Avere paura è lecito" disse. "Il punto è non lasciare che la paura ci impedisca di fare quel che è giusto, o di ottenere le cose che desideriamo. Questo fa di noi dei codardi".
(P. Cameron, Quella sera dorata)




OFFLINE
Post: 3.276
Sesso: Femminile
Moderatore
30/08/2008 01:02

Il continuo viaggiare alla lunga stanca, le novità che ben presto non sono più novità, tutte quelle persone sempre eguali con le loro situazioni e i loro rapporti sempre eguali, la vista del paesaggio che si avvicina e si allontana sempre eguale, le condizioni sempre eguali che si ripetono sempre eguali, condizioni di clima di amicizie di inimicizie, condizioni politiche naturali mediche eccetera.
(T. Bernhard, La fornace)
Ma i veri viaggiatori sono soltanto coloro che partono per partire, col cuore lieve, simile a un pallone; non si separano mai dal loro destino e, senza sapere perché, dicono sempre: Andiamo!
(C. Baudelaire, Le voyage in I fiori del male)

Chi molto va in pellegrinaggio, di rado diventa santo.
(detto diffuso nell'Europa cristiana)

Viaggiare animati dalla speranza è meglio che arrivare.
(R.L. Stevenson)

Andare in vacanza è come rispondere a un sondaggio. Quando si scopre che il 70 per cento delle persone ci va è brutto sentirsi esclusi da quella percentuale e ci si vuole entrare, si vuole far parte della maggioranza. Perché non è facile andare controcorrente, crea ansia. Tra la solitudine e la confusione si preferisce la confusione.
(M. Augé)

Viaggiare. Per viaggiare basta esistere.
(F. Pessoa)

Come sei bello talora, o lungo, lungo viaggio! Quante volte, come uno che sta per perdersi, per affogare, io mi sono aggrappato a te e tu ogni volta generosamente mi hai sostenuto e mi hai salvato! E quanti bei pensieri, quanti sogni poetici sono nati da te, quante mirabili sensazioni mi hai fatto provare!
(N.V. Gogol', Anime morte)

Il vero viaggio di scoperta non è vedere nuovi mondi, ma cambiare occhi.
(M. Proust)

Se fosse vero che i viaggi educano la mente, i controllori dei treni sarebbero gli uomini più saggi del mondo.
(S. Rusinol)

Chi non ha viaggiato è pieno di pregiudizi.
(C. Goldoni)




OFFLINE
Post: 3.276
Sesso: Femminile
Moderatore
30/08/2008 01:02

Il viaggiatore vede soltanto la facciata dell'edificio.
(Voltaire)

No, il turista non sciupa tutto; abbellisce Venezia, d'estate e che orrore i paesini di montagna, in aprile, dopo la partenza dei turisti.
(P. Morand, Viaggiare)

Il viaggio insegna la tolleranza.
(B. Disraeli)

Il tempo raggrinza la pelle degli uomini e liscia quella dei pneumatici.
(P. Morand, Viaggiare)

All'estero mi sento a casa mia.
(H. Miller)

Chi teme ogni nube non parte mai.
(detto riportato in P. Morand, Viaggiare)

In viaggio, mi avvolge un sentimento di pace e di sicurezza.
(J.W. Goethe)

A viaggiare, alcuni si induriscono, ma la maggior parte si sgrezza.
(P. Morand, Viaggiare)

I viaggi sono la parte frivola della vita delle persone serie e la parte seria della vita delle persone frivole.
(Madame Swatchine)

Andarsene è vincere la propria causa contro l'abitudine.
(P. Morand, Viaggiare)

Il viaggio è veramente un corso di pazienza.
(il principe de Ligne)

Restare a casa propria è una negligenza di cui, presto o tardi, si verrà puniti.
(P. Morand, Viaggiare)



OFFLINE
Post: 3.276
Sesso: Femminile
Moderatore
30/08/2008 01:04

La salute non analizza se stessa e neppure si guarda allo specchio. Solo noi malati sappiamo qualche cosa di noi stessi.
(I. Svevo, La coscienza di Zeno)

Ogni malattia è un problema musicale. Ogni cura è una soluzione musicale.
(Novalis)

La malattia non è solo una "questione tecnologica", ma è un problema soprattutto etico che riguarda la speranza dell'Uomo che cerca una salvezza in modo disperato.
(Cardinale C.M. Martini)

Fa bene essere qualche volta malato.
(H.D. Thoreau)

I tre quarti delle malattie delle persone intelligenti provengono dalla loro intelligenza.
(M. Proust, Alla ricerca del tempo perduto)

Vi giuro, signori, che l'essere troppo consapevoli è una malattia, un'autentica, assoluta malattia.
(F. Dostoevskij, Memorie dal sottosuolo)

Io sono un uomo sano. Ma sospetto sempre negli spasimi degli ammalati qualche ricchezza che non ho. La mia salute rischia, a volte, di diventarmi troppo semplice di trasformarsi in pesantezza, in banalità.
(E. Colorni)

Saba gli svela come la verità della vita - e anche della storia e dell' epoca, specie di un' epoca tenebrosa e infera come quella che entrambi stanno vivendo - si manifesti anche e soprattutto nella soggettività esasperata e ferita, nelle debolezze nevrotiche, nelle ansie perfino grette, nelle idiosincrasie e nel disadattamento.
(C. Magris)

La cuspide della vita è scrivere, nella notte, della malattia durante la malattia.
(O. Ottieri)




OFFLINE
Post: 3.276
Sesso: Femminile
Moderatore
30/08/2008 01:04

Esiste un legame tra letteratura e depressione? «Strettissimo, anche se è un po' come il dilemma della gallina e dell' uovo: non sai se è la depressione a fare lo scrittore o se è la scrittura a causare la depressione. Forse non si può scindere e, comunque, sono convinto che esista un fattore depressivo sproporzionato nella vita di tanti scrittori che gravitano verso gli aspetti creativi della malinconia, per esorcizzarla. Nel mio caso, la scrittura è stata sempre un tentativo di purgarmi dei demoni che la mia natura depressiva creava». Chi sono i grandi depressi della letteratura mondiale? «Hawthorne, Camus, Dostoevskij, Poe, John Donne, Virginia Woolf e soprattutto Dante. La cui visione profondamente pessimista della condizione umana è certamente il risultato di un' indole depressa, oltreché fonte del suo straordinario genio».
(W. Styron)

Non v'è dubbio, che ogni condizione umana ha i suoi doveri. Quelli d'un infermo sono la pazienza, il coraggio, e tutti gli sforzi per non essere inamabile a coloro che gli sono vicini.
(S. Pellico, Le mie prigioni)

La malattia cronica è una vecchia signora che adora essere trattata con ogni riguardo.
(M. Proust)

La mia opera è nata per ragioni terapeutiche. Se non avessi scritto, gli stati depressivi che ho attraversato mi avrebbero certamente condotto alla follia.
(E. Cioran)

Tutto quanto conosciamo di grande sono i nevrotici a donarcelo. Gustiamo le loro opere ma ignoriamo quanto siano costate ai loro autori in termini di insonnia, pianto, riso convulso, orticarie, asma, epilessie. Senza malattia nervosa non c’è grande opera.
(M. Proust)

L’intelligenza e il talento vengono pagati con la perdita dell’equilibrio psicologico.
(C. Milosz)

È difficile decidere se i nervi si indeboliscono per causa dello scrivere o se invece il mestiere di scrivere attragga preferibilmente la gente predisposta alla nevrosi.
(P. Levi)

Perché voler curare la nostra malattia? Davvero dobbiamo togliere all’umanità quello ch’essa ha di meglio?
(I. Svevo)

Non credo che dall’età post-romantica in avanti si dia un solo caso di grande letteratura che non sia alimentata dalla "malattia".
(E. Gioanola, Letture, ottobre 2006)

[...] rispettare la persona umana menomata dalle nebbie tragiche dell’Alzheimer, inchiodata al letto o alla carrozzella, smarrita nelle sue facoltà fisiche o intellettuali, senza mai identificarla con la sua infermità che diviene anche «in-formità»: l’essere umano nella sua indegnità richiede rispetto nonostante la sua miseria fisica, psicologica, morale anzi, proprio in essa va riaffermata la perdurante dignità umana.
(E. Bianchi, La Stampa 27 maggio 2007)

Le donne si lamentano, gli uomini muoiono.
(proverbio americano)

L'esperienza di essere socialmente denigrati o umiliati compromette l'identità degli esseri umani, proprio come la malattia mette a repentaglio la loro vita fisica.
(H. Honneth, The Fragmented World of The Social: Essays in Social and Political Philosophy)

Il troppo lavoro sedentario, l'attività mentale incessante, la persistenza prolungata, ininterrotta di sforzi a cui era costretto non solo per sostenere quella vita signorile ch'era abituato a condurre, ma anche per nutrire, giustificare e imporre altrui la pronta sua ambizione ai poteri politici; non compensati dal sonno necessario, dai necessarii riposi intermittenti, lo avevano alla fine stremato, gli avevano cagionato un gran perturbamento nervoso.
(L. Pirandello, L'esclusa)

Io vorrei, veda, che gli uomini che protendono di studiare la vita avessero prima una certa conoscenza con la patologia...
(A. Panzini, La mia Romagna)

Ad ogni nuovo giorno, ad ogni nuovo istante sono andato avanti per cause di forza maggiore, le malattie e infine, molto più tardi, le malattie mortali mi hanno fatto scendere dalle nuvole ponendomi sul terreno della sicurezza e dell'indifferenza.
(T. Bernhard, La cantina)

Aveva sempre aborrito gli individui che non erano affetti da nessuna di quelle che lui chiamava le sacrosante malattie che durano tutta una vita, li aveva sempre considerati individui di infima categoria, la cui compagnia, e soprattutto la compagnia di tipo intellettuale, era per lui una faccenda degradante e, se non sudicia, quanto meno sempre tale da debilitare il suo carattere. I cosiddetti sani gli facevano compassione perché costoro, secondo le sue concezioni, non si sollevano mai dalle bassure dell'assoluta ottusità mentale e sono condannati a perseverare vita natural durante in questa loro volgare ottusità mentale, chiunque siano e qualunque cosa facciano, e lui li disprezzava apertamente e tutte le volte sembrava provare un vero piacere nel disprezzare queste misere, indegne creature, tanto nocive all'intelletto, come in effetti una volta aveva dichiarato in mia presenza.
(T. Bernhard, I mangia a poco)

Benedico le molte, noiose e a volte misteriose malattie infantili. Ne ho sofferto. Ma ne valeva la pena. Mi hanno salvato dagli amici, dai compagni di scuola, dagli interminabili giochi dell'infanzia. A letto, fra le lenzuola, scoprivo e conquistavo con i libri mondi inaccessibili. Le malattie infantili mi hanno insegnato la deliziosa compagnia dei libri, così bella da riuscire quasi colpevole, dai Dialoghi platonici a Guerra e pace, alle Confessioni di un italiano di Ippolito Nievo, alle decine di Manuali Hoepli, a quei volumi dalla copertina verdognola della Edoardo Sonzogno editore in Milano, stampati malissimo, autentici attentati all'acuità visiva, ma dolcissimi, dentro, come frutti maturi al punto giusto.
(F. Ferrarotti, Leggere, leggersi)

La malattia rende più piacevole la buona salute.
(Eraclito)



OFFLINE
Post: 3.276
Sesso: Femminile
Moderatore
30/08/2008 01:06

Sono innanzi tutto un uomo e francese solo per caso.
(Montesquieu)

Tutti gli esseri umani sono esuli. Siamo nati e non sappiamo perché, moriremo e non sappiamo perché. Ognuno è un profugo perché non sappiamo nulla della nostra missione su questa terra. Patisco da quando ho cominciato a capire.
(I.B. Singer)

Io sono solo, e loro invece sono tutti.
(F. Dostoevskij, Memorie dal sottosuolo)

Io sono un enigma a me stesso.
(Agostino, Le Confessioni)

L'io si afferma opponendosi.
(G. Fichte)

Davanti all'obiettivo io sono contemporaneamente: quello che io credo di essere, quello che vorrei si creda io sia, quello che il fotografo crede io sia, e quello di cui egli si serve per far mostra della sua arte
(R. Barthes, Camera chiara)

Siamo macchine stupefacenti, programmati come computer.
(L. Berio)

Lo stile è l'impronta di ciò che si è in ciò che si fa.
(R. Daumaul)

Per operare grandi cose, bisogna vivere come se non si dovesse mai morire.
(Vauvenargues)

L'Io è odioso.
(B. Pascal)

Genio è colui o colei che produce opere che non perdono valore nel tempo. Shakespeare ne è il massimo esempio. Il genio non ha limiti. Il suo apparire non dipende da particolari condizioni storiche, da fattori sociali, economici, ambientali. E' unico.
(H. Bloom)

Nell'uomo, in ogni uomo, c'è una grande possibilità di cambiamento.
(V. Foa)

Parlino male di noi, purché ne parlino.
(Lenin)

L'inferno sono gli Altri.
(J.P. Sartre, Porte chiuse)

Tutto quello che so è che sto diventando matta. Sono stufa di tutti questi ego, ego, ego. Del mio e di quello di tutti gli altri. Sono stufa della gente che vuole arrivare, fare qualcosa di notevole eccetera, essere un tipo interessante. È disgustoso, disgustoso e basta. Me ne infischio di quello che dicono.
(J.D. Salinger, Franny e Zooey)

Per molto tempo crediamo di conoscere la natura dei nostri desideri, delle nostre inclinazioni e dei nostri stati d'animo. Ma poi arriva un attimo in cui un'esplosione assordante ci avverte che viviamo in luoghi diversi da quelli in cui vorremmo vivere, che non ci occupiamo delle cose per cui abbiamo attitudine, che cerchiamo i favori o suscitiamo la collera di persone con cui non abbiamo nulla in comune, mentre ci manteniamo distanti, sordi e indifferenti nei confronti delle persone di cui proviamo nostalgia e a cui siamo legati da un vincolo profondo. Chi non presta ascolto a un tale avvertimento rischia di vivere una vita goffa e dimezzata, senza mai essere veramente se stesso. Non è un sogno, e neanche un "sogno a occhi aperti": è uno strano, rapinoso stato d'animo quello che ci rivela quali siano i nostri compiti, i nostri obblighi e il nostro destino, e che cosa, nella nostra vita, appartenga esclusivamente a noi; questi istanti ci mostrano ciò che vi è di personale nella nostra esistenza, quello che entro i limiti angusti della condizione umana costituisce l'essenza specifica dell'individualità. In tali momenti non mi sono mai attardato a riflettere, ho sempre obbedito al segnale senza la minima esitazione, con la placidità di un sonnambulo.
(S. Marai, Confessioni di un borghese)

Ogni essere vivente[...] porta in sé una volontà di sperimentare, vivere, espandersi, affermarsi, dominare sugli altri. Tutti gli animali delimitano un proprio territorio e lottano per espanderlo e impedire agli estranei di entrarvi. Tutti i maschi cercano di accoppiarsi con tutte le femmine più belle e le femmine con i maschi più forti o più vistosi. Tutti inoltre lottano per affermare e vedere riconosciuta la propria superiorità, il proprio rango. Nietzsche, che per primo ha capito questa tendenza universale, l'ha chiamata "volontà di potenza".
[...] Ciò che invece continua a contare, e sempre di più, è la volontà di potenza in se stessa, purché intesa nel suo senso più ampio, come energia vitale, volontà di creare, di realizzare, di superare gli altri. E questo in tutti i campi, nella scienza, nella musica, nel cinema, negli affari, nella politica. Dovunque il fattore decisivo resta questo slancio interiore che si presenta come irrequietezza, ambizione, curiosità, coraggio di sperimentare il nuovo, tenacia, voglia di riuscire. Lo si vede già nei bambini, negli adolescenti destinati al successo. Qualche volta si presenta come capacità specifica, come nei geni matematici o musicali precoci, ma spesso assume solo l'aspetto di una inquietudine evasiva, conturbante. Lo si vede negli uomini e nelle donne che riusciranno, che hanno tutti, indistintamente, una grande fede in se stessi, una caparbia volontà di realizzare la propria meta da cui nessuno riesce a distoglierli. Per cui cadono e si rialzano. E gli altri percepiscono la loro superiorità. Spesso li invidiano, li temono, cercano di fermarli, ma inutilmente.
(F. Alberoni)



OFFLINE
Post: 3.276
Sesso: Femminile
Moderatore
30/08/2008 01:07

Nella lotta fra te e il mondo asseconda il mondo.
(F. Kafka, Aforismi di Zürau)

Sempre la mia ambizione è stata superiore alle mie forze.
(T. Bernhard, Un bambino)

L'illuminismo è l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità è l'incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stesso è questa minorità, se la causa di esso non dipende da difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di far uso del proprio intelletto senza essere guidato da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! È questo il motto dell'illuminismo.
(I Kant, Risposta alla domanda: che cos'è l'illuminismo? in Antologia di scritti politici)

Cerco un uomo.
(Diogene)

Anche quelli che meglio ho conosciuti
sono ignoti, anzi, ignoti più degli altri.
(J. Clare)

[...] l'accento posto fin dall'inizio sull'individuo piuttosto che sul Tutto. Le stesse realtà globali, come lo Stato, nella tradizione europea sono al servizio dell'individuo, che è il protagonista. È un filo rosso che risale alla polis greca, al concetto stoico e cristiano di persona e continua con l'umanesimo, l'illuminismo, il liberalismo, la democrazia e il socialismo democratico. Per questo credo che le radici ebraico-cristiane facciano parte del patrimonio europeo. Credo che la differenza essenziale tra civiltà occidentale e orientale consiste in questo. Grandissime civiltà, come l'India, sono diverse. Nella Bhagavad Gita, il testo sacro indiano, prevale il senso della totalità.
(C. Magris)

L'uomo spesso diventa quel che crede di essere.
(Ghandi)

Si può guarire un uomo da ogni fobia tranne la vanità.
(J.J. Rousseau

Una voce suona tanto più stonata quanto più è limpida. Quando un uomo crea un mondo proprio, diventa un corpo estraneo che viene preso di mira da tutte le leggi.
(J. Brodskij)

Aveva una sola idea. Pessima anche quella.
(dottor Johnson)

Io sono io perché mi riconosce il mio cagnolino.
(G. Stein)

Mio caro signore, questo caso è fatto di sogni scaturiti dai libri; qui c'è un cuore sovreccitato dalle teorie.
(F. Dostoevskij, Delitto e castigo)

La gente è disposta a capirti solo se sei arrivato, non lungo il percorso. Per questo ho sacrificato amici e vita privata.
(Fabri Fibra, rapper)

La modernità consiste nel riconoscimento dell'individuo, nell'uguaglianza dei diritti di uomini e donne, nella cultura dei valori democratici, nell'apertura verso il mondo.
(T. Ben Jelloun)

Un'ambizione commisurata all'ambiente e alle proprie capacità è una carica positiva ricca di potenzialità e di soddisfazioni.
(G. V. Caprara, psicologo)

Essere uomo significa, precisamente, essere responsabile.
(A. de Saint-Exupery, Il piccolo principe)

Il mio animo è così singolare che io stesso non mi ci riconosco [...], violentato ogni giorno da una quantità di bisogni.
(C. Baudelaire, Lettere)

Sempre in balia dell'incertezza, spinto da un estremo all'altro, l'uomo sente la sua nullità, la sua disperazione, la sua insufficienza, la sua dipendenza, la sua debolezza e salgono immediatamente dal profondo del suo cuore la noia, la melanconia, la tristezza, il cattivo umore, l'irritazione, la disperazione.
(B. Pascal)

Amo la libertà, e non voglio e non posso mettermi al servizio di un qualsiasi partito.
(Erasmo da Rotterdam)

Proprio quando io non sono niente, allora divento veramente un uomo!
(Sofocle, Edipo a Colono)

Il pensiero politico dell’Illuminismo ha le radici nell’idea dell’autonomia dell’individuo e nel primato del singolo. L’individuo è considerato un essere razionale, in grado di operare delle scelte e di essere padrone di se stesso. Queste sono le basi dell’autogoverno e, in ultima istanza, della democrazia. L’individualismo si è sviluppato in Occidente a partire dalla fine del medioevo, quando ha preso forma concreta l’idea che la società è niente più che un aggregato di individui e che il loro bene deve essere il fine dell’organizzazione sociale e dell’attività politica.
(Z. Sternhell, intervista a Il Giornale 03.06.2007)

[...] rifugiarsi nella cittadella interiore.
(I. Berlin)

Che m'importa del mondo che va a fondo - non voglio sapere nulla di quello che accade al di fuori della mia isola beata!
(F. Hölderlin)

Chiamo borghese tutto ciò che pensa bassamente.
(G. Flaubert)

La liberazione è un atto non infrequente nella storia intellettuale europea. Un liberatore è qualcuno che non tanto risponde ai nostri problemi teorici o pratici quanto piuttosto riesce a trasformarli: mette fine alle nostre ansie e frustrazioni collocando noi stessi entro una nuova cornice dove i vecchi problemi cessano di avere un significato e ne appaiono di nuovi che in qualche modo hanno le loro soluzioni già prefigurate nell'universo nuovo in cui veniamo a trovarci. Così, per esempio, coloro che ricevettero la liberazione dagli umanisti del Rinascimento o dai philosophes del Settecento non pensavano semplicemente di avere avuto risposte più esatte da Platone o da Newton che non da Alberto Magno o dai gesuiti, ma si sentivano immessi in un universo nuovo. Le domande che avevano turbato i loro predecessori apparivano improvvisamente assurde e inutili. Il momento in cui cadono le vecchie catene e ci si sente ricreati in un'immagine nuova può decidere una vita. È impossibile dire da chi non possa venire, in questo senso, la liberazione: probabilmente Voltaire emancipò più uomini, già nel corso della sua vita, che chiunque altro prima o dopo di lui; Schiller, Kant, Stuart Mill, Ibsen, Nietzsche, Samuel Butler, Freud hanno liberato altri esseri umani. Per quanto ne so, lo stesso effetto possono averlo avuto Anatole France o anche Aldous Huxley.
(I. Berlin, Il riccio e la volpe)

Non cercare soluzioni in questo libro - non ce ne sono; in generale l'uomo moderno non ha soluzioni.
(A. Herzen, introduzione a Dall'altra riva)

Non si può chiudere gli occhi di fronte al libero arbitrio. Rischiare la contraddizione - la libertà è necessaria. Se volete mettervi dalla parte del Fato, e dire "il Fato è tutto", allora noi diremo che una parte del Fato è costituita dalla libertà dell'uomo. Nell'anima sgorgherà per sempre l'impulso di scegliere e di agire. L'intelletto annulla il Fato. Finché l'uomo pensa è libero.
(R.W. Emerson, La guida della vita)

Nessun uomo è un'isola.
(J. Donne)

Per tutta la vita stiamo insieme a persone che di noi non sanno assolutamente nulla, e che affermano tuttavia in continuazione di sapere tutto di noi, i nostri parenti più stretti e i nostri amici più intimi di noi non sanno nulla perché noi stessi ne sappiamo poco. [...] Quello che noi stessi non abbiamo il coraggio di dirci, perché in effetti siamo incompetenti, gli altri invece osano rinfacciarcelo, ma costoro, o perché non vogliono o perché non possono, non vedono proprio nulla, né di fuori né di dentro. Noi tutti siamo ininterrottamente esseri umani rigettati da altri esseri umani che ogni giorno devono ritrovare, raccattare e ricomporre i frammenti di se stessi. Anche noi, man mano che andiamo avanti negli anni, pronunciamo giudizi che sono sempre più severi e siamo costretti a tollerare che gli altri pronuncino a loro volta giudizi contro di noi due volte più severi dei nostri. L'incompetenza regna sovrana sotto ogni aspetto e, con l'andar del tempo, è naturale che provochi l'indifferenza. Dopo tanti anni di vulnerabilità e violabilità siamo ormai diventati quasi inviolabili e invulnerabili, percepiamo le ferite che ci vengono inflitte, ma non siamo più ipersensibili come una volta. Assestiamo agli altri colpi più duri e sopportiamo da loro colpi più duri.
(T. Bernhard, La cantina)

Chi non impiega fin da giovanissimo gran parte delle proprie energie per contrapporsi alla follia della massa, diventa inevitabilmente vittima dell'idiozia.
(T. Bernhard, I mangia a poco)

Lo spirito dell'illuminismo è quello dell'autonomia dell'individuo.
(T. Todorov, La letteratura in pericolo)



OFFLINE
Post: 3.276
Sesso: Femminile
Moderatore
30/08/2008 01:09

I felici sono felici per il possesso della giustizia e della temperanza e gli infelici, infelici per il possesso della cattiveria.
(Platone, Gorgia)

La felicità include anche la soddisfazione dei bisogni e delle aspirazioni mondane. I felici devono possedere tutti e tre i tipi di beni: esterni, del corpo e quelli dell'anima.
(Aristotele)

Non si dà vita felice senza che sia intelligente, bella e giusta, né vita intelligente, bella e giusta priva di felicità, perché le virtù sono connaturate alla felicità e da questa inseparabili.
(Epicuro)

E' felice quell'uomo che non conosce altro bene più grande di quello che lui stesso è in grado di procurarsi.
(Seneca)

Lungi l'affermazione che qualunque gioia sia felicità. V'è una gioia che non viene concessa agli empi, ma a coloro che ti onorano, dei quali tu formi la gioia. E la felicità è gioire in te, di te.
(S. Agostino)

Quando una persona è benefica e umana allora dalla sua azione derivano alla società felicità e soddisfazione. Ciò che è moralmente buono quindi è anche utile e benefico. E crea felicità.
(D. Hume)

La felicità e la virtù compongono il sommo bene, condizione non realizzabile nel mondo naturale. La felicità si può raggiungere solo come ideale.
(I. Kant)

Cospargetelo di tutti i beni del mondo, sprofondatelo nella felicità finché non gli arrivi fin sopra la testa, così che non se ne veda più se non qualche bollicina sulla superficie della felicità, come fosse la superficie dell'acqua; dategli una tale tranquillità economica, che non gli rimanga proprio nient'altro da fare se non dormire, mangiare pasticcini e adoperarsi perché la storia universale non finisca: bene, anche così l'uomo, da quel bel tipo che è, e unicamente per ingratitudine, unicamente per farvi una pasquinata vi combinerà una qualche porcheria. Metterà a repentaglio perfino i suoi pasticcini, e a bella posta desidererà le più rovinose sciocchezze, la più antieconomica delle assurdità, all'unico scopo di poter mescolare a tutta questa positiva ragionevolezza il proprio rovinoso elemento fantastico.
(F. Dostoevskij, Memorie dal sottosuolo)

Così grande è la felicità che lei ha sete di dolore, di inferno, di odio, di vergogna, di storpi, di terra, di questa terra. Morale e religione sono vere nemiche della felicità.
(F. Nietzsche)

Il programma del principio del piacere: diventar felici, non può essere adempiuto; tuttavia non dobbiamo, non possiamo desistere dagli sforzi di approssimarne l'adempimento.
(S. Freud)

Tutte le famiglie felici si rassomigliano, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo.
(L. Tolstoj, Anna Karenina)

Se non capiamo le immagini dell'inconscio, o rifiutiamo la responsabilità morale che abbiamo nei loro confronti, vivremo una vita dolorosa.
(C.G. Jung)

La felicità non può realizzarsi senza la gioia. E la gioia ha come elemento fondamentale la benedizione che viene da Dio. Solo chi è benedetto da Lui possiede la gioia anche nel dolore ed è quindi felice.
(P. Tillich)

Quello che le società occidentali non hanno ancora realizzato è che il raggiungimento della felicità avviene in due stadi. La prima fase, quella del benessere diffuso è un obiettivo ormai raggiunto. Ma più in là non riusciamo ad andare.
(E. Cheli)

Felicità mi spiace, / felicità è loquace / come un bimbo; l'ho a noia.
(S. Corazzini, Piccolo libro inutile)

La felicità [...] ha sempre vita breve.
(P.P. Pasolini, Trasumanar e organizzar)



OFFLINE
Post: 3.276
Sesso: Femminile
Moderatore
30/08/2008 01:09

La ricerca della felicità con mezzi diversi dal guadagno materiale è una questione anche politica: bisogna prendere consapevolezza che la ricchezza non aumenta la felicità e neanche un Welfare State la accresce.
(R. Veenhoven, economista)

La ricerca della felicità è un'autocontraddizione: più lottiamo per la felicità, meno la raggiungiamo. La prospettiva di poterla perseguire è illusoria.
(V.E. Frankl)

Sono evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la vita, la libertà e la ricerca della felicità.
(T. Jefferson)

Non siamo obbligati a far felici i bambini. Se lo sono tanto meglio. Il nostro dovere è invece di aiutarli a crescere, a diventare adulti.
(F. Dolto)

La ricerca della felicità è una falsa credenza causa di nevrosi. La felicità si può raggiungere senza attivarsi per farlo. Al contrario, si vive meglio proprio quando si è coinvolti in processi creativi e proiettati all'esterno.
(A. Ellis)

La formula della felicità, fino a questo momento, è consistita nell'eseguire l'operazione consumi fratto desideri. Ma questa è stata una ricetta per il consumismo. Se invece si azzerano i desideri, la felicità tende all'infinito.
(P. Samuelson, economista)

Se nelle società del passato la felicità consisteva nel sapersi uniformare ai propri doveri, la nuova retorica sociale pone l'accento sul fatto che la felicità consiste nel sapersi uniformare ai propri desideri, indicazione che fa dell'autostima l'obiettivo principale.
(A. Ehrenberg)

La felicità è la ragione.
(V. Brancati, Paolo il caldo)

La felicità, quella gioia acuta che sconvolge il cuore, quella specie di spasimo dell'anima [...].
(C. Cassola, Un cuore arido)

L'ignoranza è madre della felicità e beatitudine sensuale.
(G. Bruno, De gli eroici furori)

In teoria vi è una perfetta possibilità di felicità: credere all'indistruttibile in noi e non aspirare a raggiungerlo.
(F. Kafka, Aforismi di Zürau)

Davanti a una prospettiva di felicità permanente e invariata non indietreggerebbero forse tutti, per il terrore di morire di noia?
(A. Huxley)

Per essere felici ci vuole coraggio.
(K. Blixen)

Non credete mai di primo acchito all'infelicità degli uomini. Chiedete loro solo se riescono ancora a dormire. Se sì, va tutto bene.
(L. F. Celine)

Chi pretende dall'altro tutto e rifiuta ogni dovere, non troverà mai la felicità.
(F. Dostoevskij)

Chi è felice non si muove.
(T. Mann, I Buddenbrook)



OFFLINE
Post: 3.276
Sesso: Femminile
Moderatore
30/08/2008 01:10

Solo il 24% dei cittadini che guadagnano meno di 30mila dollari l'anno si dichiara soddisfatto, mentre tra quelli con un reddito superiore ai 100mila dollari quasi la metà (49%) si dice "molto felice".
(sondaggio del Pew Research Center)

Una vita felice è impossibile. Il massimo a cui si può arrivare è una vita eroica.
(A. Schopenhauer)

Dappertutto non vedo altro che motivo di contentezza eppure non sono contenta [...] sono troppo felice e mi annoio.
(J.J. Rousseau, Nuova Eloisa)

Che vuoi farci se hai trent'anni e, appena girato l'angolo della strada, tutt'a un tratto ti senti colto da una sensazione di felicità, di assoluta felicità? Come se avessi appena inghiottito un frammento lucente del tardo sole pomeridiano che continua ad arderti in petto, sprizzando raggi scintillanti in ogni parte del tuo essere, in ogni dito delle mani e dei piedi?
(K. Mansfield)

La Gioia è il passaggio dell'uomo da una perfezione minore a una maggiore. La Tristezza è il passaggio dell'uomo da una perfezione maggiore a una minore.
(Spinoza)

Quando il godimento è ciò che ogni vita vorrebbe assicurarsi e si pone come imperativo categorico, ciò di cui si finisce inevitabilmente per godere è l’atrocità.
(A. Badiou)

Ogni persona, qualunque essa sia, ha per tutta la vita un grandissimo desiderio dentro di sé, un desiderio che però rimane sempre inappagato.
(T. Bernhard, I mangia a poco)

Un brano di romanzo forte, intenso e profondo, mi rende felice più di tante altre cose.
(O. Pamuk, Autore implicito)

Per essere felici occorre avere tanti soldi, buona salute, ma soprattutto essere idioti.
(G. Flaubert)

Se tendiamo alla felicità senza accettarne la controparte, che è la tristezza, se consideriamo la tristezza come un valore assolutamente negativo, come fosse una malattia, ci riduciamo a vivere una vita a metà, perché ci priviamo di una parte che invece è essenziale dell'esistenza.
[...] Questa ossessione contemporanea per la felicità genera dei nevrotici insicuri che passano il tempo a chiedersi, Sono davvero felice? Quanto lo sono? Posso esserlo di più? Alla fine, genera gente infelice.
(E. Wilson, autore di Against Happiness)

Siamo diventati i martiri della felicità. [...] L'edonismo è la nuova ideologia dell'economia di mercato. [...] Gli economisti liberali, come gli ideologi marxisti, ci dicono che eliminare la miseria garantisce la felicità dell'uomo. Ma questo significa disconoscere la natura umana, dimenticare tutte le sue sfaccettature: dall'invidia alla passione, alla gelosia, al desiderio, al dolore. Alle differenze.
[...]il benessere può e deve essere la responsabilità dei governi e degli economisti, invece la felicità non dipende da nessuno. La felicità non si calcola, non si conta, non ha indici: tranne che nei paesi totalitari. Così come non esiste un'equazione precisa tra ricchezza e felicità. La ricchezza può portare il benessere, ma nessuno sa dire da cosa sia provocata la felicità. Ma il narcisismo contemporaneo esige la felicità a domicilio e a tempo pieno.
(P. Bruckner)

Quando "seguiamo le istruzioni" e facciamo quindi di tutto per arrivare a quello che ci viene proposto come modello di felicità, siamo doppiamente infelici, perché il risultato atteso non si produce. Non esiste un tutto oggettivo dal quale emerge la felicità.
(M. Benasayg, filosofo)

La felicità, questa condizione esistenziale a cui ciascuno ambisce, è accessibile a tutti a prescindere dalla ricchezza, dalla condizione sociale, dalle capacità intellettuali, dalle condizioni di salute. Non dipende dal piacere, dal benessere fisico, dall'amore, dalla considerazione o dall'ammirazione altrui, ma esclusivamente dalla piena accettazione di sé, che Nietzsche ha sintetizzato nell'aforisma: "Diventa ciò che sei". Sembra quasi un'ovvietà, ma non capita quasi mai, perché siamo soliti misurare la felicità non sulla realizzazione di noi stessi, che è fonte di energia positiva per quanti ci vivono intorno, siano essi familiari, colleghi, conoscenti, ma sulla realizzazione dei nostri desideri, che formuliamo senza la minima attenzione alle nostre capacità e possibilità di realizzazione. Non accettiamo il nostro corpo, il nostro stato di salute, la nostra età, la nostra occupazione, la qualità dei nostri amori, perché ci regoliamo sugli altri, quando non sugli stereotipi che la pubblicità ci offre ogni giorno.
(U. Galimberti, L'Espresso, 24 aprile 2008)

La tesi principale del mio lavoro è che dobbiamo privilegiare le relazioni piuttosto che il reddito. Oggi sappiamo che depressione, disagio mentale e solitudine sono fattori di infelicità più potenti della sola povertà.
(R. Layard, autore di Felicità. La nuova scienza del benessere comune)

Nel corso della nostra ricerca abbiamo constatato che le persone che si considerano estremamente felici hanno di fatto una maggiore difficoltà a modificare il loro comportamento, e ad adattarsi a cambiamenti esterni, anche quando questa flessibilità gli offrirebbe oggettivamente dei vantaggi.
(E. Diener, autore di Rethinking Happiness)

Penso ora che quello era un giorno felice. Ma purtroppo è raro riconoscere i momenti felici mentre li stiamo vivendo. Noi li riconosciamo, di solito, solo a distanza di tempo.
(N. Ginzburg, Caro Michele)



OFFLINE
Post: 3.276
Sesso: Femminile
Moderatore
30/08/2008 01:11

Nessun uomo ha davvero successo se non ha le donne dalla sua parte, perché le donne governano la società.
(O. Wilde)

Troppe volte a grattare una donna spericolata si scopre una ragazzetta spaurita.
(P. Milano)

Spesso la donna è cuoca in salotto, puttana in cucina e signora a letto.
(E. Flaiano)

Nella vita non è mai il buono a tenersi la ragazza.
(R. Chandler, Il grande sonno)

Essere una ragazza è la cosa più cretina di questo mondo.
(B. Fenoglio, I ventitré giorni della città di Alba)

A una ragazza le fa tanto piacere pensare che forse un uomo è innamorato di lei, e allora anche se non è innamorata è un po' come se lo fosse e diventa molto più carina con gli occhi che splendono e il passo leggero e la voce più leggera e più dolce.
(N. Ginzburg, È stato così)

Se non ci fossero le ragazze la vita sarebbe orribile.
(E. Patti, Quartieri alti)

Sono contenta che sia una bambina. E spero che sia stupida. È meglio che una ragazza possa essere, in questo mondo, una bella stupida.
(F. Scott Fitzgerald, Il grande Gatsby)

L'animo è diverso in ogni donna: per catturare mille animi diversi, adotta mille metodi diversi.
(Ovidio)

Se la civilizzazione fosse stata affidata alle donne, probabilmente vivremmo ancora in capanne di foglie [...].
Non c'è stata nessuna donna Mozart, perché non c'è stata nessuna donna Jack lo Squartatore [...].
Il femminismo americano è l'ultima espressione del puritanesimo repressivo. Io sono per la pornografia, per la prostituzione, per la legalizzazione della droga, per l'omosessualità maschile.
(C. Paglia)

Niente assomiglia tanto all'inferno quanto un matrimonio felice.
(G.G. Marquez, Diatriba de amor contra un hombre sentado)

Il pudore delle donne lo hanno inventato gli uomini
(A. Panzini)

Soltanto il vero libertino conosce quanto vi sia di orribile nella donna.
(A. Cajumi, Pensieri di un libertino)

Si possono trovare delle donne che non hanno mai avuto avventure, ma è raro trovarne che ne abbiano avuta una sola.
(F. de la Rochefoucauld)

L'onestà delle donne è spesso amore della propria reputazione e della propria tranquillità.
(F. de la Rochefoucauld)

L'inferno delle donne è la vecchiaia.
(F. de la Rochefoucauld)

Le donne sono estreme: o migliori o peggiori degli uomini.
(J. de la Bruyere)

La maggior parte delle donne non ha quasi principi: esse si lasciano guidare dal cuore, e dipendono quanto a costumi da coloro che amano.
(J. de la Bruyere)

Poche sono le donne così perfette da evitare a un marito di pentirsi, una volta al giorno almeno, di avere moglie o di trovar fortunato chi non l'ha.
(J. de la Bruyere)

Le donne: o amarle o conoscerle. Non c'è via di mezzo.
(N. de Chamfort)

Era bella come la moglie di un altro.
(P. Morand, Lewis et Irene)

Quando le candele son spente tutte le donne son belle.
(Plutarco, Opere morali)

Lasciamo le belle donne agli uomini senza fantasia.
(M. Proust, Alla ricerca del tempo perduto)

Anime semplici abitano talvolta corpi complessi.
(E. Flaiano)



OFFLINE
Post: 3.276
Sesso: Femminile
Moderatore
30/08/2008 01:12

Non riesco a capire perché si lascino entrare le donne in chiesa. Quale conversazione possono avere con Dio?
(C. Baudelaire)

Una donna che non sa essere brutta non è bella.
(K. Kraus)

Le donne ci piacciono perché sono meravigliose, o ci sembrano meravigliose perché ci piacciono?
(A. Campanile, Moglie e marito)

Il grande problema che non è mai stato risolto, e che io non sono ancora stato capace di risolvere nonostante i miei trenta anni di ricerca sull'anima femminile, è: che cosa vuole una donna?
(S. Freud)

Certo che le donne sono sciocche: Dio onnipotente le ha create per essere uguali agli uomini.
(G. Eliot)

Le donne sono capaci di tutto, e gli uomini di tutto il resto.
(H. de Regnier)

Quando si tratta di voi donne il centro produttivo non è situato nel cervello.
(A. Einstein)

Languire dietro una bella insensibile o capricciosa è da idioti. La felicità non dev'essere né troppo comoda né troppo difficile.
(G. Casanova, Storia della mia vita)

Be', il problema di Kenny è che lui dev'essere ammirevole a tutti i costi. Vive nel terrore che una donna gli dica che non lo è. "Egoista": ecco la parola che lo paralizza.
(P. Roth, L'animale morente)

Guidate dal loro sviluppatissimo senso economico a procurarsi il massimo effetto con il minimo dispendio, le care donne ridicono (ma non sempre: ché talune mettono il sale, e financo il pepe, sulla coda dei passeri) ridicono, come fa in Amazzoni il pappagallo crisòtide, quel sentito pifferare dai maschi che più facilmente le suàdono al giudizio: ritessendo musicalmente, e cioè da veri grammofoni, tutto un contesto di frasi fatte. Allora tu senti il vacuo che si sviluppa dal vuoto, il vuoto dal buco, e il buco dal vento, e il vento dal vacuo con un'armonia ed una facilità incantative, secondo una consecuzione cìclica, o fuga riallacciata per da capo al suo principio, a mo' di ritorno o rondò. Questa fuga le vuota onninamente d'ogni ulterior ciarla o desiderio di ciarla e "appaga pienamente", come dicono, "le loro aspirazioni intellettuali".
(C.E. Gadda, Meditazione breve circa il dire e il fare ne I viaggi la morte)

E le donne, questa cosa a cui per troppi anni Antonio non aveva seriamente badato se non per il bisogno fisico? [...] Le incontrava, gli sembravano creature irraggiungibili, era inutile pensarci, tanto non gli avrebbero badato. Ma gli altri. Agli altri, ai suoi amici, queste creature irraggiungibili sorridevano, parlavano, dicevano di sì. Gli amici gli raccontano senza dar peso che la stupenda fusta del bar, l'entraineuse, la mannequin, gli raccontano di averle agganciate, portate a spasso, a pranzo, a letto, come la cosa più semplice del mondo. Anche lui le ha viste, le conosce, le ha desiderate ma ogni volta si è detto che idee assurde, mai e poi mai quella là ci starebbe. Così è passato loro accanto senza osare, impettito nella sua dolente dignità e adesso è diventato troppo tardi.
Una cosa tanto facile. Uno scherzo. Anche ragazze bellissime e superbe, che quando passano le case si voltano a guardarle. Basta saperci fare. Lui non ci ha saputo ami. Solo che lui gli rivolga una parola quelle sembrano seccate, i suoi stessi sguardi gli danno fastidio, subito, appena egli le fissa, voltano la testa dall'altra parte sempre così. Soprattutto quelle che gli piacevano di più. Altre magari erano gentili, si mostravano disposte. Mai le donne che a lui piacevano di più. Mai le ragazzine proterve dal faccino rincagnato, le puttanelle dalla grinta dura, le imperiose maschiette di periferia, le subdole e assonnate fanciulle dagli sguardi sornioni e allusivi. Le vedeva con gli altri, a braccio degli altri, al tavolo degli altri, in automobile con gli altri e se lui le fissava, infastidite voltano la testa dall'altra parte sempre così. E con che uomini erano? Dei miliardari, dei divi del cinema, degli apollo? No. Magari erano degli scafessi qualsiasi senza arte né parte, o con la pancia, o analfabeti capaci di parlar solo di calcio, dei volgari, brutti anche ma evidentemente avevano il piglio giusto conoscevano le due tre cretinate che piacciono alle donne e pensandoci gli veniva una rabbia un dispiacere un rimpianto ormai senza veleno, tanto! Ormai anche a saperci fare è troppo tardi.
(D. Buzzati, Un amore)

Piacere alle donne! È questo il desiderio che arde in quasi tutti. Essere con tutta la potenza del talento un uomo d'eccezione, ammirato, adulato, amato, in grado di cogliere quasi a suo piacere quei frutti di carne viva di cui siamo affamati.
(G. de Maupassant)

Tutte le donne con cui ho avuto una relazione mi hanno insegnato qualcosa di me stesso. In questo senso mi hanno reso migliore.
(J.M. Coetzee, Vergogna)

Molto sovente le belle donne non hanno un'intelligenza proporzionale alla loro bellezza.
(G. de Maupassant)

Tutto il pericolo che c'è in loro (le donne, ndr) consiste nel fatto che possono spezzarti il cuore, sposarti o attaccarti lo scolo.
(E. Hemingway)

Non si riesce a sedurle dicendo loro: "Non sei niente male". Bisogna almeno spingersi a: "Sei l'unica al mondo". Per loro è il minimo tollerabile.
(L. F. Celine)

Le donne più belle che ho visto sono le cecoslovacche. I più bei culi li si trova a Praga.
(L. F. Celine)

Le puttane sono sensibili quanto le altre e non parlano.
(P. Drieu La Rochelle)

Le donne hanno rovinato la mia vita: troppo poche!
(R. D'Agostino)

Nostra madre ci appare sempre la migliore delle donne.
(C. Baudelaire, Lettere)

Ricorda che nessuna donna è brutta.
(A.C. Doyle)

A ogni donna onesta, che non fosse brutta, poteva capitar facilmente di vedersi guardata con strana insistenza da qualcuno; e se colta all'improvviso, turbarsene; se prevenuta della propria bellezza, compiacersene. Ora a nessuna donna onesta, nel segreto della propria coscienza, sarebbe sembrato di commettere peccato in quell'istante di turbamento o di compiacenza, carezzando col pensiero quel desiderio suscitato, immaginando i uno sprazzo fuggevole un'altra vita, un altro amore... Poi la vista delle cose attorno richiamava, ricomponeva la coscienza del proprio stato, dei propri doveri; e tutto finiva lì... Momenti! Non si sentiva forse ciascuno guizzar dentro, spesso, pensieri strani, quasi lampi di follia, pensieri inconseguenti, inconfessabili, come sorti da un'anima diversa da quella che normalmente ci riconosciamo? Poi quei guizzi si spengono, e ritorna l'ombra uggiosa o la calma luce consueta.
(L. Pirandello, L'esclusa)

La donna è mobile
Qual piuma al vento,
Muta d'accento
E di pensiero.
(G. Verdi, Rigoletto)

"[...] Solo, gli uomini detestano i donnaioli, per gelosia. Alle donne piacciono i donnaioli. Donna e donnaiolo sono inseparabili".
"Come il pesce e l'amo", dissi.
"Sì, come il pesce e l'amo, - replicò. - Dio ci ha fatti l'uno per l'altra".
(J.M. Coetzee, Diario di un anno difficile)



Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 12:19. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com