00 30/06/2008 00:43
La Spagna ora è grande

A 44 anni di distanza dall'unico trionfo continentale le Furie Rosse, eterne incompiute, vincono, con pieno merito, Euro 2008. Nella finale di Vienna gli uomini di Aragonès battono 1-0 la solita Germania con un gol di Fernando Torres al 32'.

L'Ernst Happel Stadion mette in palio la corona continentale in un atto decisivo inedito fra la squadra simbolo della tradizione, quella tedesca, e l'eterna incompiuta, a secco di trofei da 44 anni, ma forse arrivata al posto giusto al momento giusto, quella iberica. Nessuna sorpresa al via, non può esserlo il recupero, nell'undici di Loew, di Michael Ballack (che aveva già dovuto saltare l'atto conclusivo dei Mondiali 2002 contro il Brasile), non possono esserlo nemmeno i fischi, parecchi, all'annuncio del nome dell'arbitro, l'italiano Giorgio Rosetti, cui non è stato dato più credito da parte dei tifosi dopo gli errori del match inaugurale. In casa Wunderteam Klose unica punta e Schweinsteiger e Podolski larghi nel 4-2-3-1, il ct delle Furie Rosse Aragonès, privo dell'infortunato Villa, capocannoniere del torneo, conferma il 4-4-1-1 con Fabregas alle spalle di Torres. In panchina Guiza.

Primo brivido al 3', leggerezza di Sergio Ramos e affondo di Klose, ormai sbloccatosi coi primi due gol della sua carriera nelle rassegne continentali (contro la messe di reti iridate), ma il bomber del Bayern si allunga troppo la sfera, Spagna tesa in avvio, giocatori coi volti tiratissimi già agli inni nazionali, d'altronde....

Decisamente meglio la Germania, prima con una cavalcata di Ballack chiusa con un cross dal fondo su cui non arriva alcun compagno, poi con un tentativo, a dire il vero velleitario, di Hitzlsperger. Fabregas e soci non riescono, nel primo quarto d'ora, a trovare ritmo e spazi in ripartenza, poi però, alla prima chance iberica, ci vuole un gran riflesso di Lehmann per evitare, su cross di Iniesta, un clamoroso autogol di Metzelder. Al 17' ancora in evidenza il portiere tedesco, pronto a bloccare una punizione di Xavi, stavolta senza grossi affanni.

La partita gira a metà tempo, percussione di Fabregas e cross col contagiri di Sergio Ramos per Torres, che svetta e schiaccia, ma sulla base del palo, tedeschi a un passo dal capitolare, ma la reazione della squadra di Loew è comunque rabbiosa, torre di Metzelder e girata di Ballack contenuta col corpo ancora da Sergio Ramos. Alla mezzora proteste teutoniche per un controllo sbagliato di Capdevila in area, c'è un tocco di mano, ma pare involontario.

Ci vuole però un episodio per sbloccare il match, al 32' la Germania fa harakiri, verticalizzazione di Fabregas (ancora un assist) per Torres, i due centrali tedeschi sono dei gatti di marmo, l'uscita bassa di Lehmann è tardiva, tocco sotto del "Niño" e 1-0 Spagna, ed è una fortuna per Loew che due minuti dopo, su gemma di Iniesta, Silva, liberissimo, non trovi la coordinazione. Intanto si procura una ferita ed è costretto a lungo a bordocampo Ballack.

Germania generosamente, ma con poca lucidità, in avanti nel finale di tempo, serpeggia nervosismo in campo, Rosetti ammonisce i due capitani, Ballack e Casillas, l'ultima emozione comunque la offre una ripartenza spagnola, sprecata da Capdevila.

Loew cambia a inizio ripresa, fuori Lahm, incerto in occasione del gol (ma decisivo solo mercoledì scorso nella semifinale vinta con la Turchia), dentro Jansen. Germania lancia in resta, ma quanti spazi si aprono per le Furie Rosse di rimessa: velenoso rasoterra di Xavi, Lehmann sfiora in corner, subito dopo sventola, con uguale destino, di Silva, perfetti poi scelta di tempo in uscita di Lehmann e contentimento di Mertesacker su Torres.

Altro innesto tedesco, tocca a Kuranyi, solo 15' a disposizione sinora all'Europeo, il sacrificato, con coraggio, è Hitzlsperger. Al 59' la prima vera palla gol per Ballack, sinistro deviato in angolo su idea di Schweinsteiger ed erroraccio di Puyol, determinante poco dopo Casillas in presa sul nuovo entrato. I tedeschi la mettono sul fisico e Aragonés si spaventa un po', in campo Xabi Alonso per Fabregas e Cazorla per un Silva a rischio di cartellino rosso (risparmiatogli poco prima da Rosetti).

La Spagna si scuote, o meglio, la Germania torna a sbagliare dietro, testa di Sergio Ramos, lasciato libero, e manona di Lehmann, poi tocco provvidenziale sulla linea di Frings su rasoiata di Iniesta. Venti alla fine, il Wunderteam si affaccia nuovamente dalle parti di Casillas, che sbroglia coi pugni su punizione di Frings, zuccata di Torres su Mertesacker, giallo per il centravanti del Liverpool, che poi, come praticamente sempre, fa spazio a Guiza, mentre Loew si gioca l'ultima carta, il sin qui impalpabile Gomez, per uno stanco ed impalpabile Klose. Dubbi per un controllo col braccio del portiere tedesco al limite (anche un po' fuori...) dell'area.

All'81' le Furie Rosse si mangiano il 2-0, tre passaggi in un amen e palla gol per Senna, che non arriva in spaccata a porta vuota su torre imperiosa di Guiza. Ballack e soci sembrano non aver più gambe, a 5' dal 90' punizione centrale, alle stelle, di Xavi. L'ultimo brivido all'89', Capdevila ritarda il rinvio, solo paura, nessun pericolo vero, poi non succede più nulla, è il trionfo di Aragonès, l'eterna incompiuta Spagna, a segno a 44 anni di distanza dall'unico trionfo europeo, ora è una grande.


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