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CANTO DI NATALE - Ch. Dickens

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    @talia@
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    00 04/12/2007 23:42
    non è una novità, ma in questo periodo è sicuramente un libro da leggere [SM=g1185279]
     
    Il Canto di Natale (A Christmas Carol) è una delle opere più famose e popolari di Charles Dickens (1812-1870). È il più importante della serie dei Libri di Natale (The Christmas Books), una collezione di racconti che include oltre al Canto (1843), Campane a Festa (The Chimes, 1845), L'uomo visitato dagli spettri (The Haunted Man, 1848), Il grillo sul caminetto (The Cricket on the Hearth, 1845 e La lotta per la vita (The Battle for Life).
    Si tratta di un racconto fantastico sulla conversione dell'arido e tirchio Scrooge, visitato nella notte di Natale da tre spettri preceduti da un'ammonizione del defunto amico e collega Marley. il Canto unisce al gusto del racconto gotico l'impegno nella lotta alla povertà e allo sfruttamento minorile, attaccando anche l'analfabetismo.

    Il Canto è suddiviso in cinque parti: nella prima si descrive il personaggio di Ebenezer Scrooge (in inglese: "tirchio"), ricco e gretto finanziere, un utilitarista della City per il quale il Natale è una perdita di tempo e un danno agli affari (rimprovera Dio stesso per la chiusura degli esercizi la domenica: proprio perché banche e negozi chiudono non gli permettono di guadagnare di più delle grandi ricchezze che possiede già, ma di cui nulla spende neanche per sé).

    Talmente infastidito dalle festività, costringe il suo contabile Bob Cratchitt, cui dà uno stipendio da fame, a presentarsi al lavoro anche il giorno dopo quello di Natale molto presto per rifarsi del tempo perduto il giorno prima. Per strada risponde male a tutti coloro che gli fanno gli auguri, incluso l'affettuoso nipote Fred, figlio della defunta sorella che invano lo prega di pranzare con la sua famiglia: l'unica compagnia che conta per Scrooge è quella della sua cassaforte.

    Tornato a casa, però, gli sembra di intravedere specchiato nel battiporta del portone il volto del defunto socio in affari Marley, morto sette anni prima, visione che lo turba profondamente. Rinchiusosi nella sua vecchia casa, comincia a percepire dei rumori strani: ora quello di un carro funebre che si trascina invisibile sulle scale avvolte nel buio, ora un rumore di catene nella cantina, infine vede oscillare da sola una campanella collegata alla deserta camera antistante, trascinando tutte le altre della casa in un suono assordante e spaventoso.

    A questo punto si apre una porta, e compare il cadavere di Marley: una visione tremenda, tanto più terrificante in quanto, scoperte le bende per mostrare il volto, cade la mascella dal viso. Intorno alla vita, una catena forgiata di lucchetti, timbri, assegni, e tutto quel materiale che, secondo l'ammissione di Marley, lo ha distolto dal fare del bene agli altri accumulando denaro tutto per se: il rimpianto per aver vissuto chiuso nel proprio egoismo lontano dalle persone che amava e che lo amavano costituisce la sua pena eterna, una dannazione che lo costringe a vagare per il mondo senza potere vedere la luce di Dio.

    Il solo sollievo è ammonire Scrooge, perché la catena che si sta forgiando è ben più lunga e pesante della sua. Se andrà avanti così, anche lui subirà la stessa sorte: Marley gli annuncia allora la visita imminente di tre spiriti: uno che incarna i Natali passati, un altro quello presente, l'ultimo il Natale futuro.

    Un fantasma circondato da una corona di luce e con un copricapo da pompiere che tiene sul fianco lo riporta indietro nel passato a rivisitare la propria infanzia dimenticata: in una scena è bambino sui banchi di scuola, mandato a studiare in collegio dal padre che lo ha voluto allontanare dalla famiglia: era solo, triste, senza amici, studia in un'aula buia. In un'altra scena, qualche tempo più tardi arriva la sua sorellina, tornata per riportarlo a casa, dopo avere convinto il padre a riprenderlo in famiglia.

    È un momento felice, un abbraccio tra i due stretti da un affetto immenso, con il piccolo Scrooge che salta di gioia: è il momento in cui le ruvide labbra del vecchio Scrooge abbozzano un sorriso. Qualche anno dopo è ammesso a fare l'apprendista contabile presso l'anziano e benevolo Fezziwig. Anche qui è Natale, ma Fezziwig fa chiudere l'ufficio prima del tempo e invita i ragazzi a seguirlo a casa sua dove fa una festa sontuosa: nelle piccole follie natalizie dell'allegra compagnia cadono le differenze di classe, si canta e si gioca tutti quanti, bambini, giovani e anziani. Fezziwig e la moglie sono degli anfitrioni imbattibili, scherzano e fanno i pagliacci.

    Durante il ballo Scrooge conosce quella che diventerà la sua ragazza. Le promette di sposarla: ma solo qualche anno dopo, già ricco, teme di mantenere la promessa perché lei è povera e non gli porterebbe dote. Lei lo lascia andare distrutta, ma da quel giorno Scrooge resterà solo e il suo cuore diventerà sempre più arido. Scrooge grida davanti alla visione di sé stesso in preda all'egoismo, sa che sta commettendo l'errore fatale della sua vita e implora l'ombra del giovane Ebenezer di non lasciarla, di correrle dietro, ma invano: il suo alter ego non lo può udire.

    Il passato non si può cambiare. Scrooge è disperato, implora il fantasma di non tormentarlo. Molto più tardi, Scrooge assiste a una cena di Natale: riconosce la sua ex ragazza ormai sposata da anni, con tanti figli. Fa un sarcastico commento su Scrooge al marito. È appena arrivata la notizia che Marley è abbandonato sul letto di morte, neanche il suo amico è lì per confortarlo. Preso dal rimorso, Scrooge schiaccia il copricapo sulla testa del fantasma fino a farlo scomparire: ma la luce chiusa nel cappello inonda tutto il pavimento come un diluvio terrorizzando il vecchio.
    Il secondo spirito, la notte successiva, appare sotto forma di un grasso gigante sornione: è lo spirito del Natale Presente. Con lui vola fuori dalla finestra, sorvolando Londra; avventurandosi nelle brughiere del Nord fino a volare in mare aperto. Dalle scene a cui assiste emana sempre, qualunque sia l'ambiente che visita o le difficoltà dei suoi poveri, una profonda gioia conviviale. Visita la casa del nipote, dove ormai il pranzo di Natale è cominciato senza di lui: circolano altre parole di scherno per Scrooge, temperate però dall'affetto del nipote e dalla famiglia, che tutto sommato sente la sua mancanza, addolorato dal fatto che non riesca a vivere gioiosamente il Natale: ogni necessità di condannare Scrooge è inutile, perché in effetti sa che si sta facendo abbastanza male lo zio con le proprie mani. Si raccontano storie intorno al caminetto o si gioca a moscacieca, momento esilarante in cui l'amico del nipote di Scrooge ne approfitta per perseguitare dolcemente la sorella della moglie. Il gioco si chiude con un'anello di fidanzamento infilato sul dito di lei dietro le tende. Invano Scrooge vorrebbe unirsi alla comitiva, ma nessuno può sentirlo. A questa scena di felicità domestica fa riscontro un'altra per molti aspetti speculare: il contabile di Scrooge rientra a casa: è un interno misero e spoglio. Ma la famiglia è forte nelle avversità e unita negli affetti: sulla tavola c'è pochissimo da mangiare, ma nessuno si lamenta. Anzi, il minuscolo Tiny Tim, di pochi anni di vita, già colpito da una malattia e da grave malnutrizione, costretto alle stampelle è quello che incoraggia tutti portando allegria tra i fratelli maggiori. C'è però preoccupazione per il futuro di Tim e lo stesso fantasma annuncia di vedere un posto vuoto a quella tavola il prossimo Natale. Altre scene minori ritraggono una famiglia di minatori in una capanna, due guardiani di un faro, dei marinai lontani da casa, tutti muoiono dal freddo ma sulle labbra di tutti c'è sempre un caloroso "Buon Natale". La disperazione è vinta dalla fede e dal grande senso della famiglia che li unisce. Alla fine delle apparizioni, il gigante appare notevolmente invecchiato: il Natale Presente si è infatti concluso ed è prossimo alla fine: il suo ampio ventre allora si squarcia partorendo due mostruose creature dal vago aspetto di bambini, ma invecchiati precocemente dagli stenti, deformati e incattiviti dalla fame: la prima, la bambina, è l'Ignoranza, il bambino è il Bisogno (cioè la povertà). Il gigante vede in loro i due grandi flagelli che si abbatteranno sul mondo a meno che chi può non faccia qualcosa al più presto.

    Il terzo spirito (il Natale Futuro) si presenta come una figura altissima, avvolta da un nero mantello e un cappuccio da cui nulla traspare se non una mano che sporge da una manica. Invano Scrooge chiede che parli, la figura è silenziosa, e lo guida solo con un dito. Siamo ancora a Londra, e Scrooge assiste a diverse scene il cui argomento è la morte di un vecchio tirchio, deriso da tutti. Due banchieri della city parlano del suo prossimo funerale: mentre uno afferma di andarvi per puro dovere, l'altro, schernendo la tirchieria del defunto, è interessato soltanto a rifarsi a sue spese con la cena gratis del funerale. Un povero padre che era debitore al vecchio non nasconde alla famiglia il sollievo per la sua morte perché a chiunque saranno trasferiti i debiti, il futuro creditore sarà sempre più buono di lui. In un negozio di rigattiere, i servi del defunto si dividono tutto quello che hanno potuto rubare in casa sua, incluse le tende del baldacchino che ne proteggevano il corpo e la camicia sottratta dal suo abito funebre: l'ammontare totale è venduto al rigattiere tra le risate di tutti. Intanto un profondo dolore ha colpito i Cratchitt e Tiny Tim è morto di stenti. È lutto profondo, dolore immenso. Scrooge vorrebbe sapere chi è il vecchio tanto odiato da tutti, ma quando il fantasma lo porta davanti al capezzale non osa scoprire il lenzuolo che ne ricopre interamente la salma. Scrooge vede che la sua casa è stata venduta, e pure la sua ditta, vorrebbe entrare, ma il fantasma indica invece un'altra direzione: Scrooge entra nel cimitero, dove la mano dello spettro indica una lapide con scritto: Ebenezer Scrooge! Il pentimento è completo, il messaggio è andato fino in fondo al cuore di Scrooge.

    Scrooge si ritrova nel letto e scopre che è mattina presto, il Natale ha fatto il suo ingresso:corre allora in ufficio dove, visto arrivare Bob Cratchitt gli dà un notevole aumento di stipendio e le vacanze tanto meritate scusandosi con lui. Si prende cura della sua famiglia e soprattutto di Tiny Tim, che guarisce. Con i Cratchitt si instaura un profondo legame di amicizia. Si riconcilia anche con il nipote e accetta l'invito a cena per giocare e cantare con tutti i parenti. Da allora Scrooge diventa una delle persone più amate, e trova finalmente la pace dell'anima.

    [Modificato da @talia@ 04/12/2007 23:45]

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    00 04/12/2007 23:47
    Mi chiedo se per caso hai letto I Libri di Natale di Dickens? Chiese Robert Louis Stevenson a un amico(...) io ne ho letti due, e ho pianto come un bambino, ho fatto uno sforzo impossibile per smettere. Quanto è vero Dio, sono tanto belli - e mi sento così bene dopo averli letti. Voglio uscire a fare del bene a qualcuno (...). Oh come è bello che un uomo abbia potuto scrivere libri come questi riempendo di compassione il cuore della gente."

    Se i primi due libri della raccolta dovevano avere colpito Stevenson, è sicuramente sul primo che si concentrò la sua attenzione. La sua commozione e lo stato di esaltazione da lui espresso rappresentano il trionfo unanime da parte della critica e del pubblico di allora: il 24 dicembre del 1843, poco dopo la sua prima apparizione nelle librerie, Il Canto di Natale aveva infatti raggiunto quota 6000 copie, cifra eccezionale data l'epoca e l'edizione deluxe del libro; la rilegatura rigida con velluto rosso a bordi dorati voluta dalla Chapman and Hall lo rendevano costoso. Conteneva anche le preziose illustrazioni del celeberrimo John Leech, vignettista della rivista satirica Punch. Leech, a differenza di Dickens, era dichiaratamente radicale e rivoluzionario, non un vittoriano nell'accezione comune del termine. In questa occasione speciale, però, anche la penna di Dickens, che era stata in passato più accomodante non risparmiò attacchi sarcastici alle classi alte.

    Il 5 ottobre dello stesso anno egli aveva presieduto una serata di gala al Manchester Athaeneum, e prendendo la parola aveva denunciato la Poverty Law, che invece di combattere la povertà la accentuava sanzionando lo sfuttamento minorile nelle fabbriche. Pesava nella memoria dello scrittore l'esperienza degradante vissuta nell'infanzia, quando per pagare i debiti del padre fu mandato a lavorare in una fabbrica di lucido da scarpe, dove subì per sei mesi i maltrattamenti del padrone. Nonostante questo, a una prima espulsione del ragazzo dalla fabrica la mamma insistette perché il proprietario se lo riprendesse ancora per un po': cosa che Dickens non riuscì mai a perdonarle per il resto della vita.

    Nel Blue Book di una commissione parlamentare dell'epoca e in particolare nel Second Report (Seconda Relazione) uscita solo qualche mese prima Dickens stesso aveva letto statistiche allarmanti sulla povertà in Inghilterra e sugli abusi, tanto più scioccanti in quanto le vittime erano soprattutto bambini. Statistiche toccabili con mano girando per i quartieri poveri (Dickens era solito farvi lunghe passeggiate a piedi ogni giorno) che spinsero Elizabeth Barrett Browning, poetessa e moglie dell'omonimo poeta a scrivere la celebre poesia 'Pianto dei bambini' ('Cry of the Children). Gli "Hungry Forties" (gli anni '40 della fame) furono un periodo molto difficile per le classi meno abbienti, e il malcontento popolare verso il governo dovette crescere tanto da risvegliare gli intenti filantropici dei vittoriani, talora sinceri, talora motivati dalla paura della rivoluzione, che scoppiò un po' dappertutto nell' Europa continentale.

    Non furono solo le cause indipendentistiche, ma anche la fame dei popoli oppressi dallo sfuttamento feudale a fomentare ribellioni e conflitti, provocando la caduta di Luigi Filippo in Francia e i celebri moti mazziniani culminati con la fondazione della Repubblica Romana di Giuseppe Garibaldi: il 1848 fu, non a caso l'anno che vide la pubblicazione del Capitale di Karl Marx. L'Inghilterra impedì però che questo malcontento fosse esasperato oltre il limite di guardia e per quanto questi segnali d'allarme non valsero a cambiare radicalmente la società, furono almeno presi i primi provvedimenti concreti, furono inoltre istituite diverse società filantropiche e movimenti di volontariato che dettero tra l'altro l'opportunità alle donne di uscire dalle mure domestiche dandole per la prima volta una relativa indipendenza: (Florence Nightingale nel 1858 fu la prima donna medico), la prima di una lunga serie di professioniste che entrarono a pieno titolo nella società inglese.