Raffaele Tizzano Forum Ufficiale : un emozione nel cuore Il Forum Ufficiale

LEGGIAMO INSIEME : Harry Potter e l'ordine della fenice

  • Messaggi
  • OFFLINE
    Debbyna1972
    Post: 1.986
    Città: GROTTAZZOLINA
    Età: 51
    Sesso: Femminile
    00 28/06/2007 02:42
    CAPITOLO 1 - DUDLEY DISSENNATO


    Il giorno di gran lunga più caldo d'estate cominciava a calare, oppressivo e torpidamente silenzioso, sulle ampie case squadrate di Privet Drive. Le automobili, solitamente splendenti, sostavano polverose nelle loro piazzole ed i prati, in genere d'un verde smeraldino, erano ora abbandonati ed ingialliti – tutto a causa del divieto, dovuto alla siccità, d’usare i tubi d’irrigazione. Non potendo dedicarsi alle loro solite occupazioni, lavare le auto e falciare il prato, gli abitanti di Privet Drive s’erano rintanati, nell'allettante speranza di un'inesistente brezza, all'ombra delle loro fresche case con le finestre aperte. L'unica persona rimasta fuori era un adolescente che giaceva, disteso sulla schiena, nell’aiuola antistante il numero quattro.
    Era un ragazzo magro, dai capelli neri, occhialuto, che aveva l'aspetto leggermente malato, emaciato, di chi è cresciuto molto in poco tempo. I suoi jeans erano stracciati e sporchi, la sua maglietta sformata e scolorita e le suole delle sue scarpe da ginnastica si staccavano via dal resto della calzatura. L'aspetto di Harry Potter non lo rendeva caro al vicinato, che era composto da quel genere di persone che pensano che l'essere trasandati andrebbe punito dalla legge, ma siccome era nascosto dietro un grande cespuglio di ortensie, quella sera era del tutto invisibile ai passanti. L’unico modo per poter essere individuato, infatti, sarebbe stato se suo zio Vernon, o sua zia Petunia, avessero cacciato fuori la testa dalla finestra del salotto e guardato dritto in basso verso l'aiuola.
    Harry pensava che, tutto sommato, doveva congratularsi con se stesso per la sua idea di nascondersi lì. Forse non era molto confortevole stare disteso sulla calda e dura terra ma, d'altra parte, nessuno lo stava minacciando, digrignando i denti talmente forte da non lasciargli sentire il notiziario, o sparandogli perfide domande, come era capitato ogni volta che aveva provato a sedersi nel soggiorno a guardare televisione con sua zia e con suo zio.
    Quasi come se questo pensiero fosse volato attraverso la finestra aperta, Vernon Dursley, lo zio di Harry, incominciò a blaterare.
    “Sono felice di vedere che il ragazzo ha smesso di mettersi tra i piedi. Dove è, comunque?”
    “Non lo so”, disse zia Petunia, indifferente. “Non in casa”.
    Zio Vernon grugnì. “Guardare il telegiornale…” disse aspramente. “Vorrei sapere cosa combina veramente! Come se ad un ragazzo normale importasse guardare il telegiornale – a Dudley non interessa assolutamente sapere cosa succede; dubito sappia chi sia il Primo Ministro! Comunque, non c’è niente su di loro nei nostri notiziari –
    “Vernon, sch !” disse zia Petunia. “La finestra è aperta!”
    “Oh, sì, scusa, cara.”
    I Dursley rimasero in silenzio. Harry ascoltava la pubblicità di alcuni biscotti alla frutta con cereali mentre osservava la Signora Figg, una vecchia signora fissata con i gatti che abitava nel vicino vialetto Wisteria, che passava zoppicando e trotterellando. Era accigliata e borbottava tra sé.

    Harry era molto compiaciuto d’essere nascosto dietro al cespuglio, visto che la Signora Figg aveva recentemente preso ad invitarlo per il tè ogni volta che l’aveva incontrato per strada. Lei aveva svoltato l'angolo ed era svanita dalla vista prima che la voce di zio Vernon risuonasse di nuovo dalla finestra.
    “Dudders è fuori per il tè?”
    “Dai Polkis”, disse zia Petunia affettuosamente. “ha così tanti amichetti, è così popolare…”
    Harry soppresse uno sbuffo con difficoltà. I Dursley erano davvero sorprendentemente stupidi per ciò che riguardava il figlio Dudley. S’erano bevuti tutte le sue insulse bugie sugli inviti per il tè, ogni sera delle vacanze estive, da un membro diverso della sua banda. Harry sapeva perfettamente bene che Dudley non era stato invitato da nessuna parte; lui e la sua banda avevano trascorso ogni sera facendo atti di vandalismo nel parco-giochi, fumando agli angoli della strada e gettando pietre alle macchine di passaggio ed ai bambini. Harry li aveva scorti, qualche sera prima, mentre vagava per Little Whinging. Aveva passato la maggior parte delle vacanze percorrendo senza meta le strade e raccattando quotidiani dai cestini dei rifiuti posti lungo il cammino.
    Le note di apertura della musica che annunciava il notiziario delle sette raggiunsero le orecchie di Harry e gli si contrasse lo stomaco. Forse stanotte – dopo un mese d’attesa – sarebbe arrivata qualche notizia.
    “Un numero record di vacanzieri bloccati riempiono gli aeroporti mentre lo sciopero dei portabagagli Spagnoli prosegue per la seconda settimana –“
    “Gli darei una siesta a vita, gli darei!” ringhiò zio Vernon sopraffacendo la fine della frase dell'annunciatore, ma non importava: nell'aiuola lì fuori lo stomaco di Harry parve rilassarsi. Se fosse avvenuto qualcosa di grave sarebbe stata sicuramente la prima notizia al telegiornale; morte e distruzione erano più importanti dei villeggianti bloccati.
    Emise un sospiro lungo e lento e fissò il cielo azzurro brillante. Ogni giorno di quell’estate era stato identico: la tensione, l'attesa, il sollievo provvisorio e di nuovo la tensione che saliva… e sempre, con apprensione crescente, la domanda sul perché niente fosse ancora accaduto.
    Rimase lì in ascolto, nel caso ci fossero alcuni piccoli indizi, non riconosciuti dai babbani per quello che potevano rappresentare realmente – un’inspiegabile scomparsa, forse, o qualche strano incidente. Ma lo sciopero dei portabagagli fu seguito dalle notizie sulla siccità nel Sud-Est (“Spero stia ascoltando il nostro vicino!” muggì zio Vernon. “Lui, con quegli irrigatori accesi alle tre del mattino!”), quindi un elicottero che si era quasi schiantato in un campo del Surrey, poi il divorzio di un’attrice famosa dal suo famoso marito (“Come se fossimo interessati ai loro sordidi affari”, sbuffò zia Petunia, che aveva seguito il caso ossessivamente in ogni rivista che le era passata per le ossute mani).
    Harry chiuse gli occhi rivolti verso il cielo serale, ora fiammante, mentre l'annunciatore diceva, “e infine, Bungy il pappagallino ha trovato un nuovo modo per rimanere al fresco questa estate. Bungy, che vive alle Cinque Piume a Barnsley, ha imparato a fare sci acquatico! Mary Dorkins è andata a scoprirne di più”.

    >>CONTINUA >>
  • OFFLINE
    Debbyna1972
    Post: 1.986
    Città: GROTTAZZOLINA
    Età: 51
    Sesso: Femminile
    00 28/06/2007 02:44
    Harry aprì gli occhi. Se si era arrivati ai pappagallini che facevano sci nautico, non ci sarebbe stato più niente d’importante da sentire. Si girò cautamente di fronte e si sollevò sulle ginocchia e sui gomiti, preparandosi a saltar via da sotto la finestra.
    Si era mosso di circa cinque centimetri quando accaddero diverse cose in rapida successione. Un forte e rimbombante crack ruppe il silenzio assonnato come un colpo di pistola; un gatto schizzò come un razzo da sotto una macchina parcheggiata e volò fuori di vista; uno strillo, una bestemmia borbottata e il suono di porcellana rotta, giunsero dal soggiorno dei Dursley. Come se questo fosse stato il segnale che Harry aveva atteso, saltò in piedi estraendo dalla cintura dei jeans una sottile bacchetta di legno come se stesse sguainando una spada – ma prima che potesse ergersi in piedi del tutto, la sommità della testa sbatté contro la finestra aperta dei Dursley. Il fragore della testata provocò un grido ancora più forte da parte di zia Petunia.
    Harry sentì come se la testa gli si fosse spaccata in due. Barcollò, con le lacrime agli occhi, cercando di mettere a fuoco la strada per individuare la sorgente del rumore, ma era a stento riuscito a mettersi in posizione verticale quando due grandi mani rossicce lo raggiunsero attraverso la finestra aperta e gli si strinsero alla gola.
    “Metti – via – quella robaccia!” ringhiò zio Vernon nell'orecchio di Harry. “Ora! Prima – che qualcuno - veda!”
    “Lasciami!” ansimò Harry. Lottarono per alcuni secondi, con la mano sinistra di Harry aggrappata alle dita a salsicciotto di suo zio che manteneva una presa solida sulla bacchetta alzata; quindi Harry avvertì una fitta lancinante alla testa quasi da provocargli il vomito, lo Zio Vernon guaì e lasciò Harry come se avesse ricevuto una scossa elettrica. Sembrò come se una forza invisibile fosse sgorgata improvvisamente attraverso suo nipote, rendendogli impossibile mantenerlo.
    Ansimando, Harry cadde sul cespuglio di ortensie, si raddrizzò e si guardò intorno. Non c'era alcun segno di quello che poteva aver causato il forte rumore crepitante, ma c'erano numerose facce che scrutavano attraverso le tante finestre del vicinato. Harry nascose frettolosamente la bacchetta nei jeans e ha provò a mostrarsi innocente.
    “Bella serata!” gridò zio Vernon, salutando con la mano la Signora del numero Sette, dall’altro lato della strada, che sbirciava da dietro le tendine immacolate. “Avete sentito quel ritorno di fiamma di poco fa? Ha fatto prendere un colpo a me e Petunia!”
    Continuò a sfoggiare un ghigno orribile, da pazzo maniaco, fino a quando tutti i curiosi nei dintorni non furono scomparsi dalle loro rispettive finestre, quindi il sogghigno si trasformò in una smorfia di rabbia mentre faceva segno a Harry di tornare verso di lui.
    Harry si avvicinò di pochi passi, avendo cura di fermarsi appena prima del punto nel quale le mani allungate di zio Vernon avrebbero potuto riprendere il loro strangolamento.
    “Cosa diavolo credevi di fare, ragazzo?” chiese zio Vernon con una voce gracchiante che tremava per la rabbia.
    “Credevo di fare cosa?” chiese Harry freddamente. Aveva continuato a guardare a destra e sinistra verso la strada, sperando ancora di vedere la persona che aveva provocato quel rumore di scoppio.

    >> CONTINUA >>
  • OFFLINE
    Debbyna1972
    Post: 1.986
    Città: GROTTAZZOLINA
    Età: 51
    Sesso: Femminile
    00 28/06/2007 02:45
    “Fare il rumore di una pistola da starter proprio fuori dalla nostra –”
    “Non ho fatto io quel rumore,” disse Harry deciso.
    La faccia sottile cavallina di zia Petunia era ora apparsa accanto a quella larga e rossa di Zio Vernon. Lei sembrava livida.
    “Perché eri nascosto sotto la finestra?”
    “Sì - sì, bella domanda, Petunia! Che stavi facendo sotto la nostra finestra, ragazzo?”
    “Ascoltavo il notiziario”, disse Harry con voce rassegnata.
    Sua zia e suo zio si scambiarono uno sguardo oltraggiato.
    “Ascoltavi il notiziario! Ancora?”
    “Già, cambia ogni giorno, capisci,” disse Harry.
    “Non fare il furbo con me, ragazzo! Voglio sapere quello che stai macchinando veramente – e non cercare più di darmi a bere questa sciocchezza di ascoltare le notizie! Sai perfettamente che le faccende di voi altri –“
    “Attento, Vernon!” bisbigliò zia Petunia, e zio Vernon abbassò la voce in modo tale che Harry poteva sentirla a stento, “– che le faccende di voi altri non vengono riportate nei nostri notiziari!”
    “Questo è quello che pensi tu”, disse Harry.
    I Dursley lo guardarono stralunati per alcuni secondi, quindi zia Petunia disse, “Tu sei un piccolo bugiardo ripugnante. A che cosa servono tutti quei –“ anche lei abbassò la sua voce in modo che Harry dovesse quasi leggerle la parola successiva sulle labbra, “– gufi se non ti portano le notizie?”
    “Aha” disse zio Vernon con un sussurro trionfante. “Rispondi a questo, ragazzo! Come se non sapessimo che ricevi tutte le notizie da quegli uccelli pestilenziali!”
    Harry esitò per un momento. Gli costava dire la verità in quel momento, detestava che sua zia e suo zio potessero intuire quanto si sentisse male ad ammetterlo.
    “I gufi… non mi stanno portando notizie”, disse in tono bassissimo.
    “Non ci credo”, disse immediatamente zia Petunia.
    “Non più di quanto ci creda io,” disse energicamente zio Vernon.
    “Sappiamo che sei coinvolto in qualcosa di strano,” disse zia Petunia.
    “Non siamo stupidi, sai”, disse zio Vernon.
    “Bene, questa è una notizia, per me”, disse Harry arrabbiandosi, e prima che i Dursley potessero richiamarlo, si girò, attraversò il prato antistante la casa, scavalcò il muretto del giardino e se n’andò a grandi passi lungo la strada.
    Era nei guai adesso, e lo sapeva. Avrebbe dovuto affrontare gli zii più tardi e pagare il prezzo della sua sgarbatezza, ma la cosa non gl’interessava affatto in quel momento; aveva ben altre preoccupazioni per la testa.

    >> CONTINUA >>
  • OFFLINE
    Debbyna1972
    Post: 1.986
    Città: GROTTAZZOLINA
    Età: 51
    Sesso: Femminile
    00 28/06/2007 02:46
    Harry era sicuro che il rumore di scoppio era stato provocato da qualcuno che si era materializzato o smaterializzato. Era esattamente il suono che Dobby, l’elfo domestico, aveva fatto quando era svanito in un sottile filo di fumo.
    Era possibile che Dobby fosse a Privet Drive? Era Dobby che gli andava dietro in quel preciso momento? Appena sfiorato da questo dubbio, s’era voltato ed aveva aguzzato lo sguardo lungo tutta Privet Drive, ma sembrava che fosse completamente deserta ed Harry era certo che Dobby non sapesse rendersi invisibile.
    Camminò senza rendersi bene conto della strada che percorreva, visto che recentemente aveva percorso quelle strade così spesso che i suoi piedi lo portavano automaticamente nei posti che preferiva. Ogni pochi passi, sbirciava alle sue spalle. Qualcuno del mondo magico gli era stato vicino almeno quanto lui lo era stato rispetto alle begonie morenti di zia Petunia, ne era sicuro. Perché non gli aveva parlato, perché non s’era messo in contatto, perché ora si nascondeva?
    Per tutto questo, quanto più andava alle stelle la sua frustrazione, tanto più svaniva ogni sua sicurezza.
    Forse non era stato un suono magico, dopo tutto. Forse anelava così disperatamente di avere il minimo contatto da parte del mondo a cui apparteneva, che aveva una reazione esagerata per ogni comunissimo rumore. Aveva forse la sicurezza che non si fosse trattato del rumore di qualcosa d’infranto in una delle case dei vicini?
    Harry provò una sorda sensazione di vuoto nello stomaco e, prima ancora di rendersene conto, la sensazione di disperazione che lo aveva afflitto tutta l'estate tornò ad opprimerlo.
    La mattina seguente la sveglia lo avrebbe svegliato alle cinque per poter pagare il gufo che consegnava la Gazzetta del Profeta – ma che senso c’era a continuare a prenderla? Harry, per tutto quel tempo, aveva solo dato un’occhiata alla prima pagina prima di gettarla via. Non appena quegli idioti che scrivevano sul giornale si fossero resi conto che Voldemort era veramente ritornato, questo sarebbe stato sicuramente il titolo principale, e quello era il solo tipo di notizie a cui Harry era interessato.
    Se fosse stato fortunato, sarebbero arrivati anche gufi con le lettere dei suoi migliori amici Ron e Hermione, ma qualsiasi aspettativa egli avesse avuto sul fatto che le loro lettere gli portassero notizie, erano state infrante da molto tempo.
    Non possiamo dire molto su Tu-Sai-Chi, ovviamente… C’è stato detto di non riportare niente di importante, nel caso le nostre lettere vengano intercettate… Siamo molto occupati ma non possiamo raccontarti i dettagli adesso… Stanno succedendo un bel po’ di cose, ti diremo tutto quando ci vedremo…
    Ma quando si sarebbero visti? Nessuno sembrava darsi la pena d’indicare una data precisa. Hermione aveva scarabocchiato: “Mi aspetto d’incontrarti abbastanza presto” nel suo biglietto d’auguri per il compleanno, ma quanto presto era presto? Per quanto Harry potesse capire dai vaghi indizi contenuti nelle loro lettere, Hermione e Ron erano nello stesso posto, presumibilmente a casa dei genitori di Ron. Poteva difficilmente sopportare il pensiero che loro stessero a divertirsi alla Tana mentre lui era bloccato a Privet Drive. Era così arrabbiato con quei due che aveva perfino gettato via, senza aprirle, le due scatole di Mieloche di cioccolato che gli avevano inviato per il compleanno. Se n’era pentito appena più tardi, quella sera, dopo l’insalata appassita che zia Petunia gli aveva dato per cena.

    << CONTINUA <<
  • OFFLINE
    Debbyna1972
    Post: 1.986
    Città: GROTTAZZOLINA
    Età: 51
    Sesso: Femminile
    00 28/06/2007 02:46
    E con che cosa Ron e Hermione erano così occupati? Perché lui, Harry, non aveva nulla da fare? Non aveva dimostrato di saper affrontare le situazioni difficili più di quanto avessero fatto loro? Avevano dimenticato tutto quello che era riuscito a fare? Non era stato lui ad entrare in quel cimitero e a vedere Cedric assassinato e ad essere legato a quella pietra tombale e quasi ucciso lui stesso?
    Non pensarci, Harry se l’era ripetuto centinaia di volte, strenuamente, quell'estate. Era già abbastanza brutto che avesse continuato a visitare quel cimitero nei suoi incubi, senza stare a pensarci anche da sveglio.
    Girò l’angolo di Magnolia Crescent; percorsa metà della strada, sorpassò lo stretto vicolo a lato di un garage dove aveva incrociato lo sguardo con il suo padrino la prima volta. Sirius sembrava essere l’unico a capire come Harry si sentisse. E’ vero, le sue lettere erano prive di notizie almeno quanto quelle di Ron e Hermione, ma almeno contenevano parole accorte e consolanti oltre ai soliti odiosi suggerimenti:
    Capisco quanto questo debba essere frustrante per te…
    Tieniti fuori dai guai e tutto andrà bene…
    Stai attento e non fare niente di avventato…
    Harry stava pensando a tutto questo mentre attraversava Magnolia Crescent e mentre voltava in Magnolia Road dirigendosi, all’imbrunire, verso il parco-giochi. Aveva fatto (esattamente e completamente) quello che Sirius gli aveva consigliato. Aveva persino resistito alla tentazione di saltare sul suo manico di scopa e volare verso la Tana. Harry era convinto di aver tenuto un comportamento perfetto, considerando quanto frustrato ed arrabbiato si sentisse per essere bloccato a Privet Drive così a lungo, per essere ridotto a nascondersi nell’aiuola nella speranza di sentire qualcosa che poteva dargli qualche indizio su cosa stava facendo Lord Voldemort. Comunque era fondamentalmente irritato che l’ammonimento a non essere avventato venisse proprio da un uomo che aveva scontato dodici anni nella prigione magica, Azkaban, che era evaso, che aveva tentato di commettere l'assassinio per cui era stato condannato la prima volta ed era riuscito, alla fine, a darsi alla fuga su un Ippogrifo rubato.
    Harry saltò il cancelletto chiuso del parco ed attraversò il prato appassito. Il parco era vuoto quanto le strade circostanti. Raggiunse le altalene e sprofondò nell’unica che Dudley e i suoi amici non avessero ancora preso di mira e ridotto in frantumi, avvolse un braccio intorno alla catena e fissò tristemente il suolo. Non si sarebbe più potuto nascondere nell'aiuola dei Dursley. Avrebbe dovuto escogitare qualche nuovo sistema per ascoltare il telegiornale, il giorno dopo. Nel frattempo non vedeva l’ora di fare qualcosa ed invece l’aspettava solo di passare un'altra notte irrequieta e turbata, perché ogni volta che riusciva a sfuggire agli incubi riguardanti Cedric, cadeva in sogni inquietanti di lunghi corridoi oscuri che finivano tutti in vicoli ciechi e porte chiuse a chiave. Sogni che supponeva avessero a che fare con l’oppressione che provava quando era sveglio. Spesso la vecchia cicatrice che gli segnava la fronte bruciava insopportabilmente, ma non si illudeva che Ron o Hermione o Sirius avrebbero reputato la cosa ancora interessante. In precedenza il dolore alla cicatrice l’aveva avvertito del fatto che Voldemort riacquistava le forze, ma ora che Voldemort era ritornato gli avrebbero ricordato, con ogni probabilità, che era naturale aspettarsi un bruciore continuo… Niente di cui preoccuparsi… Notizie superate...

    <
  • OFFLINE
    Debbyna1972
    Post: 1.986
    Città: GROTTAZZOLINA
    Età: 51
    Sesso: Femminile
    00 28/06/2007 02:47
    L'ingiustizia di tutto questo prendeva corpo dentro lui al punto che desiderava urlare con furia. Se non fosse stato per lui, nessuno avrebbe saputo che Voldemort era tornato! E come ricompensa era stato stare imprigionato a Little Whinging per quattro intere settimane, completamente tagliato fuori dal mondo magico, ridotto a doversi rannicchiare tra le begonie morenti per origliare di pappagallini che facevano sci nautico! Come era possibile che Silente l’avesse dimenticato così in fretta? E poi, perché Ron e Hermione si erano ritrovati insieme e non l’avevano chiamato per così tanto tempo? Quanto a lungo pensavano potesse sopportare che Sirius gli raccomandasse di tenere duro, di fare il bravo bambino; o quanto poteva resistere alla tentazione di scrivere a quell’insulsa Gazzetta del Profeta e ribadire che Voldemort era tornato? Questi erano i furiosi pensieri che vorticavano nella testa di Harry, le sue interiora che si contorcevano per la rabbia, al cadere, intorno a lui, della notte afosa e vellutata. L’aria era piena dell'odore del prato caldo e secco, unico suono quello del brontolio lontano del traffico, oltre le cancellate del parco.
    Aveva perso completamente la cognizione del tempo trascorso sull'altalena, quando un suono di voci interruppe le sue meditazioni e gli fece alzare lo sguardo. I lampioni dalle strade circostanti producevano un chiarore velato appena sufficiente a lasciargli scorgere il profilo di un gruppo di persone che attraversavano il parco. Uno di loro intonava una canzone chiassosa e scurrile. Gli altri ridevano. Un rumore attutito e ticchettante proveniva dalle numerose e costose biciclette da corsa con cui andavano in giro.
    Harry sapeva chi erano. La figura più vicina era, inequivocabilmente, suo cugino Dudley Dursley che si avviava verso casa accompagnato dalla sua fedele combriccola.
    Dudley era grasso come non mai, ma la dura dieta durata un anno e la scoperta di un nuovo talento avevano provocato un notevole cambiamento nel suo fisico. Come zio Vernon avrebbe detto con gran gioia a chiunque avesse avuto la velleità di ascoltarlo, Dudley aveva vinto, di recente, il Campionato Interscolastico Juniores del Sud-Est di pugilato nella categoria dei pesi-massimi. Lo “sport nobile”, come zio Vernon amava chiamarlo, aveva reso Dudley ancor più formidabile di quanto era sembrato a Harry nei loro giorni di scuola elementare, quando lui era stato usato come il primo punchingball di Dudley. Harry non aveva più alcun timore di suo cugino, ma ancora non condivideva il fatto che la capacità di Dudley di fare a pugni con più forza e tecnica dovesse essere motivo di celebrazione. Gli atri bambini del quartiere erano terrorizzati da lui – molto più di quanto lo fossero da “quel giovane Potter” che, erano stati avvertiti, era un teppista incallito ed era stato al Centro di Massima Sicurezza di San Bruto per giovani criminali irrecuperabili.

    <
  • OFFLINE
    Debbyna1972
    Post: 1.986
    Città: GROTTAZZOLINA
    Età: 51
    Sesso: Femminile
    00 28/06/2007 02:48
    Harry guardò le sagome oscure attraversare il prato e si chiese chi avessero menato quella sera. Guardatevi attorno, Harry si trovò a pensare tra sé mentre li osservava. Venite… Guardatevi attorno… Sono seduto qui tutto solo… Venite e provate a…
    Se gli amici di Dudley lo avessero visto seduto lì, si sarebbero sicuramente buttati a capofitto su di lui, e che cosa avrebbe fatto Dudley a quel punto? Lui non avrebbe voluto perdere faccia davanti alla banda, ma aveva una terribile paura di provocare Harry… Sarebbe stato veramente divertente osservare il dilemma di Dudley, prenderlo in giro, guardarlo, incapace di rispondere… E se uno qualunque degli altri avesse provato a colpire Harry, era pronto – aveva la bacchetta. Lascia che provino. Egli voleva scaricare una parte della sua frustrazione sui ragazzi che in passato gli avevano reso la vita un inferno.
    Non s’erano girati, però, non l'avevano visto, erano quasi arrivati alla recinzione. Harry dominò l'impulso di richiamarli… Cercare una rissa non era una buona mossa … Non poteva utilizzare la magia… avrebbe rischiato di nuovo l’espulsione.
    Le voci della banda di Dudley s’erano perse in lontananza; erano fuori vista, pedalando per Magnolia Road.
    Come va, Sirius, pensò Harry insensatamente. Niente di avventato. Mi sono tenuto fuori dai guai. Esattamente l’opposto di quello che avresti fatto tu.
    S’alzò e si stiracchiò. Sembrava che zia Petunia e zio Vernon ritenessero che il momento in cui tornava Dudley fosse quello giusto per essere a casa e che ogni secondo più tardi fosse veramente troppo tardi. Lo zio Vernon aveva minacciato di chiudere Harry nel sottoscala se, anche una sola volta, fosse rincasato dopo Dudley. Soffocando uno sbadiglio ed ancora accigliato, Harry s’incamminò verso l’uscita del parco.
    Magnolia Road, come Privet Drive, era piena di ampie case squadrate con bei prati perfettamente curati, tutte possedute da ampi e squadrati proprietari che guidavano macchine molto pulite simili a quella di zio Vernon. Harry preferiva Little Whinging di notte, quando le finestre con tendine ricamate proiettavano scintillanti fasci di luce nell'oscurità e non correva il rischio di sentire mormorii di disapprovazione sul suo aspetto da “delinquente”, quando passava davanti a qualche abitante. Camminò velocemente, in modo da avvistare la banda di Dudley già dalla metà di Magnolia Road; si stavano salutando all’inizio di Magnolia Crescent.
    Harry si portò al riparo di un grande albero di lillà e aspettò.
    “…Ha strillato come un maiale, non è vero?” stava dicendo Malcolm tra gli sghignazzi degli altri.
    “Bel gancio destro, Big D”, disse Piers.
    “Stessa ora domani?” disse Dudley.
    “Da me, i miei genitori saranno via”, rispose Gordon.
    “Ci vediamo là”, disse Dudley.
    “Ciao Dud!”
    “Sì, ci si vede, Big D!”

    <
  • OFFLINE
    Debbyna1972
    Post: 1.986
    Città: GROTTAZZOLINA
    Età: 51
    Sesso: Femminile
    00 28/06/2007 02:48
    Harry attese che il resto della banda si fosse allontanato prima di muoversi di nuovo. Quando le loro voci si furono ormai spente del tutto, girò l'angolo in Magnolia Crescent e, camminando molto velocemente, si avvicinò a Dudley, che procedeva senza fretta, canticchiando stonatamente.
    “Hey, Big D!”
    Dudley si girò.
    “Oh”, grugnì. “Sei tu”.
    “Allora, da quando sei diventato Big D?” disse Harry.
    “Chiudi il becco!” ringhiò Dudley, voltandosi dall’altra parte.
    “Fico come nome”, rispose Harry, che sogghignando si mise a camminare accanto a suo cugino.
    “Ma tu sarai sempre “Gran Duddolino” per me.”
    “Ti ho detto di CHIUDERE IL BECCO!” urlò Dudley, le cui mani grandi come prosciutti si erano chiuse a pugno.
    “Non lo sanno i ragazzi che mamma ti chiama così?”
    “Stai zitto.”
    “A lei non dici di stare zitta. Che dire di “Patatino” e “Duddaccione”, posso usare quelli, qualche volta?”
    Dudley non disse niente.
    Lo sforzo di trattenersi dal colpire Harry sembrava che richiedesse tutto il suo autocontrollo.
    “Allora chi avete menato stanotte?” domandò Harry, con un sorriso sbilenco. “Un’altro di dieci anni? So che hai picchiato Mark Evans due notti fa –“
    “Se l’è voluta lui”, ringhiò Dudley.
    “Ah sì?”
    “Mi prendeva in giro.”
    “Davvero? Ha detto che assomigli a un maiale a cui è stato insegnato a camminare sulle zampe posteriori? Guarda che questa non è una presa in giro, Dud, è la verità.”
    Un muscolo si contrasse nella mandibola di Dudley. Questo diede a Harry l’enorme soddisfazione di sapere quanto avesse reso furioso Dudley; sentiva come se stesse travasando la propria frustrazione in suo cugino, l'unico sfogo che aveva.
    Voltarono a destra per il vicolo stretto dove Harry aveva visto per la prima volta Sirius e che faceva da scorciatoia tra Magnolia Crescent ed il vialetto Wisteria. Era più vuoto e molto più oscuro delle strade che collegava perché non c'era alcun lampione. I loro passi erano attutiti dalle pareti dei garage, su un lato, e da un alta recinzione, dall'altro.
    “Pensi di essere un grand’uomo solo perché porti quella cosa, non è vero?” disse Dudley dopo alcuni secondi.
    “Quale cosa?”
    “Quella - quella cosa che nascondi lì”.
    Harry sogghignò di nuovo.
    “Non sei stupido come sembri, sai, Dud? Se tu lo fossi, non saresti in grado di camminare e parlare contemporaneamente.”

    <
  • OFFLINE
    Debbyna1972
    Post: 1.986
    Città: GROTTAZZOLINA
    Età: 51
    Sesso: Femminile
    00 28/06/2007 02:48
    Harry estrasse la sua bacchetta. Vide Dudley guardarla di sbieco.
    “Non hai il permesso”, disse Dudley immediatamente. “So che non ce l’hai. Verresti espulso da quella stramba scuola dove vai.”
    “Come sai che non hanno cambiato le regole, Big D?”
    “Non lo hanno fatto”, disse Dudley, sebbene non sembrasse completamente convinto.
    Harry rise tranquillo.
    “Non hai il fegato per affrontarmi senza quella cosa, non è così?” ringhiò Dudley.
    “Mentre tu hai bisogno solo di quattro scagnozzi dietro di te per poter picchiare uno di dieci anni. Lo sai che il titolo di pugilato che hai vinto è a rischio? Quanti anni aveva il tuo avversario? Sette? Otto?”
    “Aveva sedici anni, per tua informazione”, grugnì Dudley, “ed è rimasto senza sensi per venti minuti dopo che avevo finito con lui e pesava il doppio di te. “Aspetta solo che dica a papà che hai tirato fuori quella roba –
    “Duddy corre subito da papà adesso, non è così? Il suo grande campioncino di pugilato è impaurito dalla ripugnante bacchetta di Harry?”
    “Non sei così coraggioso di notte, vero?” sogghignò Dudley.
    “Questa è la notte, Duddolino. Diciamo così quando arriva il buio, come adesso.”
    “Intendo quando sei a letto!” schernì Dudley.
    S’era fermato. Anche Harry si fermò, fissando il cugino.
    Il faccione di Dudley, visto da vicino, mostrava uno sguardo stranamente trionfante.
    “Che significa che non sono coraggioso quando sono a letto?” rispose Harry, totalmente sconcertato. “Da cosa credi sia spaventato, dai cuscini o cose del genere?”
    “Ti ho sentito la notte scorsa”, mormorò Dudley. “Parlavi nel sonno. Piangevi.”
    “Che cosa vuoi dire?” ripeté Harry, ma nel suo stomaco piombò una gelida sensazione. Nel sogno della notte precedente aveva rivisitato il cimitero.
    Dudley latrò una specie di aspra risata, quindi assunse una voce acuta e piagnucolante.
    “«Non uccidete Cedric! Non uccidete Cedric!» Chi è Cedric, il tuo fidanzato?”
    “Io – stai mentendo,” disse Harry senza pensare. Ma la sua bocca era diventata arida. Sapeva che Dudley non mentiva – come avrebbe potuto sapere di Cedric, altrimenti?
    “Papà! Aiutami, papà! Vuole uccidermi, papà! Boo hoo!”
    “Taci,” disse Harry con calma. “Taci, Dudley, ti avverto!”
    “Aiuto, papà! Mamma, venite ad aiutarmi! Ha ucciso Cedric! Papà, aiutami! Sta facendo…“ Non puntare quella roba su di me!”

    <
  • OFFLINE
    Debbyna1972
    Post: 1.986
    Città: GROTTAZZOLINA
    Età: 51
    Sesso: Femminile
    00 28/06/2007 02:53
    Dudley si appiattì contro il muro del vicolo. Harry stava puntando la bacchetta direttamente al cuore di Dudley. Harry sentì pulsargli nelle vene l’astio di quattordici anni di soprusi subiti da Dudley - cosa non avrebbe dato per colpirlo subito, per fare a Dudley una fattura talmente accurata da farlo strisciare come un insetto fino a casa, togliergli la voce, fargli spuntare le antenne…
    “Non parlarne mai più,” ringhiò Harry “Mi capisci?”
    “Punta quella roba da un’ altra parte!”
    “Ho detto, hai capito?”
    “Puntala da qualche altra parte!”
    “MI HAI CAPITO?”
    “METTI VIA QUELLA ROBA –“
    Dudley emise uno strano sospiro tremante, come se fosse stato immerso nell'acqua gelata.
    Stava accadendo qualcosa alla notte. Il cielo indaco e pieno di stelle era improvvisamente diventato nero come la pece, senza alcun chiarore - le stelle, la luna, i fiochi lampioni alle estremità del vicolo erano spariti. Il rombo distante delle macchine e il fruscio degli alberi s’erano attutiti fino a zittire. La fragrante serata era diventata improvvisamente di un freddo pungente, aspro. Furono circondati da un’oscurità totale, silenziosa, impenetrabile, come se una gigantesca mano avesse lasciato cadere un manto spesso e gelato sopra l'intero vicolo, accecandoli.
    Solo per un attimo Harry pensò d’aver involontariamente eseguito una magia, nonostante avesse cercato di resistere con tutte le sue forze – ma il buon senso ebbe subito il sopravvento - non aveva il potere di spegnere le stelle. Girò la testa da una parte e dall’altra nel tentativo di vedere qualcosa, ma l'oscurità sembrava coprirgli occhi come un’imponderabile benda.
    La voce terrorizzata di Dudley irruppe nell'orecchio di Harry.
    “C-cosa stai f-facendo? S-smettila!”
    “Non sto facendo niente! Stai zitto e non muoverti!”
    “Io n-non posso vedere! S-sono cieco! Io –“
    “Zitto, ho detto!”


    Harry era ancora immobile, inutilmente si guardava intorno. Il freddo era così intenso che egli tremava dappertutto; aveva la pelle d’oca sulle braccia e i capelli della nuca si erano rizzati - aprì gli occhi al massimo, guardandosi intorno senza espressione, senza vedere nulla.
    Era impossibile… non potevano essere lì… non a Little Whinging… tese le orecchie… riusciva a sentirli prim’ancora di vederli.
    “Lo dirò a papà!” piagnucolò Dudley. “D-dove sei?? C-cosa stai fa-facendo?”
    “Vuoi stare zitto?” sussurrò Harry, “sto cercando di senti…“
    Di colpo smise di parlare. Aveva sentito proprio quello che temeva.
  • OFFLINE
    Debbyna1972
    Post: 1.986
    Città: GROTTAZZOLINA
    Età: 51
    Sesso: Femminile
    00 28/06/2007 02:54
    C'era qualcos’altro nel vicolo, a parte loro, qualcosa che emetteva lunghi respiri rauchi e raschianti. Harry provò un orribile brivido di terrore, quasi come fosse immerso in aria congelata.
    “D-dacci un taglio! Smettila! T-te la farò p-pagare, te lo giuro!”
    “Dudley, sta zit…“
    WHAM.
    Un pugno colpì Harry sullo zigomo, sollevandolo da terra. Piccoli luccichii bianchi gli scoppiettarono negli occhi. Per la seconda volta in un'ora Harry si sentì come se la testa gli si fosse spaccata in due; un attimo dopo era piombato rudemente a terra e la bacchetta gli era volata via dalla mano.
    “Sei un’imbecille, Dudley!” urlò Harry, gli occhi che lacrimavano per il dolore mentre cercava di mettersi in ginocchio, tastando freneticamente nell'oscurità circostante. Sentì Dudley che scappava, che urtava contro lo steccato, inciampando.
    “DUDLEY, TORNA QUI! GLI STAI CORRENDO DRITTO INCONTRO!”
    Ci fu un urlo tremendo ed il rumore dei passi di Dudley s’interruppe di colpo. Nello stesso momento, Harry sentì un gelo strisciante anche dietro di lui. Poteva significare solo una cosa: ce n’era un’altro.
    “DUDLEY, TIENI CHIUSA LA BOCCA! QUALUNQUE COSA SUCCEDA, TIENI CHIUSA LA BOCCA! La bacchetta!” borbottò Harry freneticamente, le mani che frugavano il suolo come ragni. “Dove è – bacchetta – vieni – Lumos!”
    Pronunciò la formula automaticamente, desiderando disperatamente quella luce che poteva aiutarlo nella ricerca - e con sollievo incredulo, una luce brillò a pochi centimetri dalla sua mano destra - la punta della bacchetta si era accesa. Harry l'afferrò, alzandosi in piedi e girandosi.
    Ebbe una stretta allo stomaco.
    Una figura torreggiante ed incappucciata scivolava morbidamente verso di lui, si librava senza toccare terra, nessun piede o faccia visibile sotto il mantello, fiutando nella notte mentre s’avvicinava.
    Incespicando all'indietro, Harry alzò la bacchetta.
    “Expecto patronum!”
    Uno sbuffo di vapore argenteo uscì dalla punta della bacchetta, il Dissennatore rallentò, ma l’incantesimo non aveva funzionato a dovere. Incespicando nei suoi stessi piedi, Harry arretrò mentre il Dissennatore incombeva su di lui, il panico gli annebbiava il cervello – concentrati –
    Un paio di viscide mani, grigie e crostose, scivolarono fuori dal mantello del Dissennatore puntando su di lui. Un ronzio insistente riempì le orecchie di Harry.
    “Expecto patronum!”
    La voce suonò debole e distante. Un altro sbuffo di fumo argenteo, più debole del precedente, scaturì dalla bacchetta – non ci riusciva, non riusciva ad evocare l’incantesimo.
  • OFFLINE
    Debbyna1972
    Post: 1.986
    Città: GROTTAZZOLINA
    Età: 51
    Sesso: Femminile
    00 28/06/2007 02:55
    C’era una risata dentro la sua testa, una sibilante, acuta risata… poteva sentire l’odore del fiato putrido, freddo come la morte, del Dissennatore – pensa… a qualcosa di felice…
    Ma non c’era alcuna felicità in lui… le dita gelide del Dissennatore si approssimavano alla sua gola - la risata acuta diventava più forte, ancora più forte, e una voce all’interno della sua testa: “Saluta la morte, Harry… può anche darsi che sia indolore… Non so… Non sono mai morto…”
    Non avrebbe rivisto mai più Ron e Hermione –
    Le loro facce irruppero chiaramente nella sua mente, mentre lottava per respirare.
    “EXPECTO PATRONUM!”
    Un enorme cervo d’argento uscì dalla punta della bacchetta di Harry; le corna colpirono il Dissennatore nel punto dove avrebbe dovuto trovarsi il cuore; l’essere fu sbalzato indietro, imponderabile come l’ oscurità e, mentre il cervo caricava, il Dissennatore planò via come un pipistrello, sconfitto.
    “DA QUESTA PARTE!” gridò Harry al cervo. Girandosi, scattò giù per il vicolo, tenendo alta la bacchetta accesa. “DUDLEY? DUDLEY!”
    Aveva corso a stento per dozzina passi quando lo raggiunse: Dudley era raggomitolato a terra, le braccia serrate sopra la testa. Un secondo Dissennatore stava piegandosi su di lui, afferrandogli i polsi con le sue mani viscide e forzandoli ad aprirsi, lentamente, quasi dolcemente, mentre chinava la testa incappucciata verso il viso di Dudley, quasi volesse baciarlo.
    “PRENDILO!” urlò Harry. Accompagnato dal suono di una rombante folata d’aria, il cervo d’argento che egli aveva fatto apparire lo sorpassò galoppando. Il volto senz’occhi del Dissennatore era ad un paio di centimetri da quello di Dudley, quando le corna d’argento lo colpirono. L’essere fu scagliato indietro nell'aria e, come il suo compagno, volò via e venne assorbito dall'oscurità; il cervo galoppò fino alla fine del vicolo e si dissolse in una nebbiolina argentata.
    La luna, le stelle e i lampioni ripresero vita. Una brezza calda spazzò il vicolo. Il fruscio degli alberi nei giardini circostanti ed il consueto rumore delle auto in Magnolia Crescent riempirono l'aria nuovamente.
    Harry era rimasto quasi fermo, con tutti i sensi in allarme che avvertivano il brusco ritorno alla normalità. Dopo un momento notò che aveva la maglietta incollata addosso: era inzuppato di sudore.
    Non riusciva a credere a quello che era appena avvenuto. I Dissennatori lì, a Little Whinging.
    Dudley era rimasto rannicchiato in terra, piagnucolando e tremando. Harry si chinò per vedere se era in grado di alzarsi, ma sentì forti passi di corsa dietro di lui. Istintivamente risollevò la bacchetta e ruotò sui talloni per fronteggiare il nuovo arrivato.
    La Signora Figg, la loro vecchia vicina mezza pazza, accorreva ansimando. Ciocche screziate di grigio le fuoriuscivano dalla retina per capelli, una borsa della spesa dal manico tintinnante le penzolava dal polso ed aveva i piedi per metà fuori dalle sue pantofole di paglia intrecciata. Harry cercò di nascondere la bacchetta in fretta e furia , ma “Non metterla via, stupido d’un ragazzo!” strillò lei. “E se ce ne fossero altri qui intorno? Oh, io lo uccido quel Mundungus Fletcher!“
  • OFFLINE
    Debbyna1972
    Post: 1.986
    Città: GROTTAZZOLINA
    Età: 51
    Sesso: Femminile
    00 30/06/2007 23:07
    CAPITOLO 2 Un mucchio di gufi

    “Cosa?” disse Harry senza espressione.
    “Lui è andato via!” disse la sig.ra Figg, torcendosi le mani. “E’ partito per vedere qualcuno su un lotto di calderoni che sono caduti via dal retro di una scopa! Gli ho detto che lo scorticavo vivo se lui se ne andava via, e ora guarda! Dissennatori! È già tanto che io abbia messo il sig. Tibbies a conoscenza del caso! Ma noi non abbiamo tempo per rimanere! In fretta, ora, noi dobbiamo riportarti indietro! Oh, la difficoltà che questo causerà! Lo ucciderò!”
    “Ma –“ la rivelazione che la sua vecchia strampalata vicina di casa maniaca dei gatti sapesse che cos’erano i Dissennatori era grande quasi come lo chock di Harry nell’incontrarne due lungo il vicolo. “Siete - siete una strega?”
    “Sono una Magonò, come Mundungus sa bene, Quindi chi avrebbe mai potuto pensare che avrei potuto aiutarti a respingere i Dissennatori? Lui ti ha lasciato completamente senza protezione mentre io lo avevo avvertito –“
    “Questo Mundungus mi stava seguendo? Aspetta - era lui! Lui si è smaterializzato di fronte a casa mia!”
    “Sì, sì, sì ma per fortuna io avevo collocato il sig. Tibbies sotto una macchina proprio per l’evenienza, e il sig. Tibbies è venuto ad avvertirmi, ma nel tempo che sono arrivata a casa vostra voi eravate andati - e adesso - oh, che cosa dirà Silente? Tu!” strillò a Dudley, ancora sdraiato sul viale. “Tira su il tuo grasso fondoschiena da terra, subito!”
    “Conosce Silente?” chiese Harry, fissandola.
    “Certo che conosco Silente, chi non conosce Silente” Ma vieni - non ti sarò di alcun aiuto se dovessero ritornare, non sono mai stata capace di trasfigurare una bustina di the.”
    Lei si piegò, afferrò una delle braccia massicce di Dudley nelle sue mani raggrinzite e tirò.
    “Alzati, su, inutile ammasso, alzati!”
    Ma Dudley non poteva o non voleva spostarsi. Egli rimase a terra, tremante e livido, con la bocca chiusa molto, molto strettamente.
    “Lo farò io”. Harry afferrò un braccio di Dudley e lo sollevò. Con uno sforzo enorme riuscì ad alzarlo sui suoi piedi. Sembrava che Dudley fosse sul punto di svenire. I suoi piccoli occhi roteavano nelle loro orbite e il sudore gli aveva imperlato la faccia; nel momento in cui Harry lo lasciò andare lui barcollò pericolosamente.
    “In fretta!” disse la sig.ra Figg istericamente.
    Harry si mise una delle braccia massicce di Dudley intorno alle proprie spalle e lo trascinò verso la strada, cedendo leggermente sotto il peso. La sig.ra Figg trotterellò davanti a loro, scrutando ansiosamente dietro l'angolo.
    “Tieni pronta la tua bacchetta,” consigliò a Harry, mentre si immettevano Wisteria Walk. “Non importa Il Codice di Segretezza ora, ci sarà inferno da pagare comunque, noi potremmo essere appesi per un drago come per un uovo. Parlare di Decreto per la Ragionevole Restrizione delle Arti Magiche tra i Minorenni… questo era esattamente ciò che Silente temeva - Che cos’è quello alla fine della strada? Oh, è solo il Signor Prentice… non riporre ancora la tua
  • Passa alla versione desktop